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Giornata internazionale per le donne e le ragazze nella scienza. C'è ancora tanta strada da percorrere

La direttrice generale del più grande laboratorio di fisica delle particelle del mondo, il CERN di Ginevra, Fabiola Gianotti, nel commentare il suo incarico ha dichiarato: "è un mestiere da donne, si tratta di scienza". Purtroppo, non sono ancora abbastanza le donne che la pensano come lei se l'ONU, dal 2015, l'11 febbraio di ogni anno, celebra la Giornata internazionale per le donne e le ragazze nella scienza con l'obiettivo di riconoscere e promuovere il ruolo cruciale presente e futuro delle donne nelle comunità scientifiche e tecnologiche. Quest'anno il focus sarà posto su alcuni obiettivi dell'Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile, in particolare la disponibilità di acqua ed energia pulita, l'industria e l'innovazione, le città e comunità sostenibili. Proviamo a fare il punto dati alla mano.

Qual è la situazione nelle università italiane?

Secondo i dati più recenti del MIUR, il numero di laureate nelle materie scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche, le cosiddette lauree STEM (Science Technology Engineering and Mathematics), è aumentato negli ultimi tre anni. Nonostante questo, la percentuale di ragazze laureate in questi ambiti non raggiunge il 40% del totale dei laureati e, a guardare il numero delle iscritte all'ultimo anno accademico, è facile prevedere che il divario di genere, soprattutto in alcuni indirizzi di ingegneria, rimarrà marcato anche nei prossimi anni (figura 1). Secondo i dati ISTAT, i laureati STEM sono il 24% del totale dei laureati tra i 24 e i 35 anni. Distinguendo per genere si scoprono notevoli differenze: nel caso degli uomini i laureati STEM sono il 33,7% del totale, per le donne solo il 17,6%.

Queste differenze non emergono solo a livello universitario ma anche tra i quindicenni: in base ai dati Invalsi, nei paesi OCSE, la differenza media di punteggio tra maschi e femmine in matematica è di 5 punti, in favore dei maschi. In Italia questa differenza è più elevata: 16 punti.

Figura 1

Immatricolazioni anno accademico 2022/2023 in materie STEM per genere

(unità)

il grafico mostra che i maschi iscritti a ingegneria industriale e a informatica, rispettivamente 29.304 e 7.612, sono molto superiori alle donne, rispettivamente 9.615 e 1.358. Per architettura e ingegneria civile il numero dei maschi, 5.512, è quasi uguale a quello delle femmine, 5.106, mentre per il gruppo disciplinare scientifico il numero delle femmine, 21.377, è più alto di quello dei maschi, 14.421.

* il gruppo disciplinare scientifico ricomprende tra gli altri, gli indirizzi di studio inerenti alle scienze matematiche, fisiche, chimiche, biologiche.

Fonte: MIUR, Ufficio Statistica e Studi

E nel mercato del lavoro?

A settembre 2022, solo il 56,4% delle italiane tra i 15 e i 64 anni aveva un impiego, con qualsiasi tipo di contratto, il che rende l'Italia uno degli ultimi paesi in Europa in termini di occupazione femminile (fonte Eurostat). La pandemia ha aggravato il divario occupazionale tra uomini e donne: non solo nel nostro paese ma a livello globale si parla di shecession, recessione al femminile, cioè di una crisi economica che ha colpito le donne più degli uomini. La ripresa dell'occupazione in Italia sta per ora coinvolgendo più i lavoratori che le lavoratrici: secondo i dati ISTAT, a dicembre 2022 il numero di occupati maschi è tornato sopra i livelli del 2019 mentre per le donne è ancora inferiore.

l rilancio dell'occupazione femminile prospettato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza passa anche dalle misure dirette e indirette per aumentare il numero delle laureate nell'area STEM. Secondo l'Istat nel 2021 i laureati italiani in queste discipline avevano un tasso di occupazione dell'85,3% (superiore al tasso di occupazione medio dei laureati italiani - 82,1%) che comunque risente di un divario di genere tra gli 8 e i 9 punti percentuali. È l'Istat stesso a sottolineare che "le disuguaglianze di genere (e gli stereotipi) debbano essere combattute sia nelle scelte degli indirizzi di studio, sia nel mercato del lavoro".

Come si può intervenire?

Secondo le Nazioni Unite, incoraggiare l'accesso delle ragazze alle materie STEM fino ai più alti livelli di istruzione favorisce l'uguaglianza e l'emancipazione femminile. Le donne, pur rappresentando la metà della popolazione mondiale, continuano a essere escluse dalla piena partecipazione al mercato del lavoro e a rivestire una posizione marginale nel mondo dell'economia. Promuovere il loro ruolo nelle comunità scientifiche e tecnologiche favorisce il loro inserimento nel lavoro oltre che una cultura improntata all'innovazione e allo sviluppo sostenibile tanto nei suoi aspetti ambientali, quanto in quelli sociali e culturali.

Oltre agli investimenti nella formazione STEM, occorre favorire l'ingresso di donne nelle aziende e promuovere e sostenere l'imprenditoria femminile. Solo attraverso un cambiamento culturale si potranno superare tutti quegli stereotipi che vorrebbero le donne relegate ad ambiti educativi, umanistici o di cura e non interessate all'innovazione scientifico-tecnologica o allo sviluppo di competenze digitali e finanziarie. Queste ultime tipologie di conoscenze possono aumentare l'autostima delle donne, che spesso nelle indagini rispondono "non so" o valutano come scarse le proprie conoscenze, anche quando in realtà dimostrano di saperne più della media, oltre a favorire la loro autonoma affermazione nel mondo del lavoro.

Le eccellenze italiane

Negli anni, nonostante pregiudizi e difficoltà, molte italiane sono riuscite a eccellere nei campi scientifici e tecnologici e a ottenere riconoscimenti in ambito internazionale. Spesso, si sono trasferite all'estero, non solo per disporre di più fondi per la ricerca e avere maggiori prospettive di carriera, ma anche per le minori barriere culturali contro le donne sul mondo del lavoro che caratterizzano altri paesi rispetto alla situazione in Italia. Tra gli esempi più recenti e illustri, oltre a Fabiola Gianotti, citiamo le altre due fisiche Maria Chiara Carrozza e Anna Grassellino, la biologa Elena Cattaneo e l'ingegnera aerospaziale Samantha Cristoforetti. Tutte loro hanno dovuto combattere gli stereotipi di genere anche una volta affermate.

Anche la Banca d'Italia contribuisce, nel campo delle finanza e dell'economia, a colmare il divario di genere migliorando conoscenze, consapevolezza e atteggiamento delle donne su questi temi, grazie a programmi di educazione finanziaria dedicati disponibili anche online.

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