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Così descrive il processo decisionale di ciascuno di noi il professor Enrico Maria Cervellati, docente di finanza aziendale all'università Ca' Foscari di Venezia, riportando una metafora del premio Nobel per l'economia Daniel Kahneman.
Secondo Kahneman il pensiero intuitivo offre numerosi vantaggi perché è veloce e può facilmente creare dei legami tra più pensieri e scenari ma spesso porta a individuare scorciatoie che possono non essere le più adatte a far prendere decisioni economiche corrette inducendoti in errori. Questi errori possono essere difiniti "trappole" comportamentali o, più correttamente, prendendo a prestito un termine inglese, "bias". Un bias - pregiudizio - può essere definito come uno schema prevedibile di deviazione dal ragionamento logico.
Le trappole comportamentali sono dunque degli errori "classici", classificati e ben riconoscibili: conoscerli e riconoscerli può aiutare l'"omino" di Cervellati a guidare meglio l'elefante.
Molti sono gli studi che hanno cercato di contare gli errori tipici che ci gioca il nostro cervello. Di recente, Buster Benson, un programmatore di software con la passione per il comportamento umano, ne ha contati ben 188. Per semplificare proviamo a ricondurli a cinque categorie, pure molto usate in letteratura:
Con i professori dell'università Ca' Foscari di Venezia abbiamo deciso di soffermarci su sette errori ricorrenti che riguardano le scelte economiche (che ricadono in vario modo nelle cinque categorie qui rappresentate): la preferenza per il presente, la contabilità mentale, la diversificazione ingenua, gli effetti di inquadramento, l'eccessiva sicurezza, la rappresentatività e l'effetto dotazione. Sono spiegati in una collana di video ricca di esempi pratici ed esperimenti effettuati con la collaborazione di studenti e comuni cittadini incontrati per i vicoli veneziani.
Prima di guardare i video, prova a rispondere a queste tre domande e ricorda che nelle prossime settimane ritorneremo su questo tema.
A. Un mutuo a tasso fisso
B. Un mutuo a tasso variabile
C. È indifferente
D. Non saprei
La risposta esatta è la B.
Ricerche hanno messo in evidenza che chi contrae un mutuo sembra concentrarsi sui vantaggi di breve termine, ma non sufficientemente sui pericoli di lungo termine. Spesso, infatti, si opta per il fisso quando i tassi sono già molto elevati, per paura che aumentino ulteriormente. Dato che nel lungo periodo i tassi sembrano seguire un andamento inverso, è probabile che scegliendo il tasso fisso in tali momenti ci si stia vincolando a un tasso molto elevato, destinato tuttavia a scendere negli anni a seguire. La paura, dunque, fa prendere una decisione errata
A. Vinci 1500 euro senza fare nulla
B. Lanci una moneta: se esce testa vinci 1950 euro, se esce croce vinci (solo) 1050 euro.
C. Pagare 750€
D. Lanci una moneta: se esce testa devi pagarne solo 525 euro, se esce croce invece devi pagarne 975 euro.
Risposta più probabile: A+D
In una situazione come quella rappresentata molti individui scelgono di accettare i 1.500 euro sicuri nel primo caso per via dell'avversione al rischio, mentre nel secondo preferiscono il lancio della moneta per cercare di diminuire la perdita certa, mostrando una maggiore propensione al rischio. In teoria, se a guidare la scelta fosse solo la propria propensione al rischio, non ci sarebbe motivo di comportarsi diversamente rispetto ai due problemi. Questa evidenza mostra che le persone hanno un atteggiamento nei confronti del rischio diverso a seconda che stiano valutando una prospettiva di guadagno o di perdita, perché in generale il dispiacere causato da una perdita è maggiore rispetto al piacere che deriva da un guadagno di pari ammontare: perdere 100 euro ci rende molto più infelici di quanto ci farebbe contenti vincerne 100! Questo tipo di incoerenza nel comportamento, molto diffusa, è stata descritta per la prima volta dal noto economista francese Maurice Allais ("paradosso di Allais").
A. 500 euro con certezza
B. 1000 euro se lanciando una moneta uscirà testa e zero se uscirà croce
Cosa scegli?
C. Restituirgli 500 euro
D. lanciare una moneta: se esce testa devi pagarne 1000 euro, se esce croce il debito sarà saldato.
Risposta più probabile: A.
Di solito, nel primo caso si preferisce l'utile certo e nel secondo la perdita eventuale. In altre parole, la maggioranza dimostra di preferire A a B (quando invece il valore atteso è il medesimo), ma le preferenze del certo sull'incerto si ribaltano nel secondo caso, dove l'opzione D è, di norma, preferita all'opzione C. Queste evidenze sono state riscontrate per la prima volta grazi ad un esperimento condotto da Kahneman e Tversky. I due studiosi osservarono che gli individui posti di fronte ad una scelta si comportano in maniera differente a seconda di come la scelta e le opzioni vengono presentate loro, mostrando un'avversione al rischio (opzione A o B) o una propensione ad esso (scelta tra C e D).