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Elisabetta II, 70 anni di regno e di cambiamenti sociali

Come eravamo e come siamo?

Elisabetta divenne regina del Regno Unito il 6 febbraio del 1952, settanta anni fa. Gli italiani dell'epoca seppero della notizia della morte di Giorgio VI e dell'inizio del lungo servizio della regina nei confronti del suo popolo molto probabilmente dalla radio o da uno dei più di cento quotidiani stampati in Italia in quegli anni: non c'erano ancora i telegiornali (il primo sarebbe stato trasmesso sette mesi dopo, e in pochi avevano la fortuna di poterlo vedere).

Era un mondo, e un paese, molto diverso da quello di oggi. Per esempio, il Governatore della Banca d'Italia dell'epoca, Donato Menichella, analizzava nelle Considerazioni finali di quell'anno (una tradizione iniziata qualche anno prima da Luigi Einaudi, e portata avanti senza troppe rivoluzioni, un po' come il corso della monarchia britannica!) gli effetti sull'economia della guerra di Corea e del piano Marshall per il recupero delle economie europee.

Quante cose sono cambiate mentre il regno della regina Elisabetta si sviluppava lungo decenni? Come erano gli italiani nel loro rapporto con il lavoro, con l'istruzione e con le banche?

 

  • Come eravamo nel 1952?

Gli italiani erano 47 milioni, di cui uno su cinque sotto i 20 anni. Oggi siamo 13 milioni in più ma solo uno su dieci ha meno di vent'anni.

La maggioranza degli italiani dell'epoca aveva la licenza elementare: parliamo di 25 milioni di persone, quasi il 70% della popolazione sopra i sei anni. Gli analfabeti erano 5 milioni, mentre 7 milioni persone erano privi di titolo di studio ma sapevano leggere e scrivere. Quattro milioni avevano la licenzia media o il diploma e solo quattrocento mila persone avevano preso la laurea. Le statistiche rivelano che oggi la popolazione è molto più istruita.  Ad aver concluso gli studi universitari sono quasi 8 milioni di persone, due su dieci; 20 milioni hanno un diploma o la maturità.

Dei 17 milioni di italiani con un lavoro, poco meno della metà lavorava nel settore agricolo, mentre i restanti nell'industria e nei servizi. Oggi l'occupazione degli italiani si è spostata verso il terziario: dei 25 milioni di lavoratori, la larghissima maggioranza - circa 2 su 3 - lavora nei servizi e meno di un milione di persone si occupano del settore agricolo.

L'Italia era un paese molto più povero. Se dovessimo confrontarci con il PIL pro capite del 1952 vedremmo che il contributo medio individuale sarebbe di 137 euro. Oggi il PIL pro capite è di 27.000 euro. Ovviamente dentro questo numero ci sono tanti, tantissimi fattori (cosa produciamo, come e in quali quantità, ma anche l'inflazione…).

Una curiosità

Avete presente quel detto che gli Italiani amano il mattone? Nel 1952 solo il 40 per cento viveva in una casa di proprietà! Soltanto dal 1971 i rapporti tra casa in affitto e di proprietà si sarebbero ribaltati a favore dei secondi, ed ora quasi tre italiani su quattro vivono in un appartamento che possono dire loro!

 

  • Quanti soldi avevamo e, soprattutto, come pagavamo?

Nel '52 in Italia le famiglie avevano nei conti correnti bancari e postali l'equivalente di un miliardo e ottocentomila euro ai prezzi di oggi. Oggi le famiglie hanno depositati mille e cinquecento miliardi.

Per pagare, gli italiani del 52 avevano a disposizione pochi strumenti di pagamento oltre al contante: c'erano gli assegni e i vaglia - oggi poco utilizzati. Non esistevano  sportelli automativi per prelevare i contanti (gli ATM):  il primo venne installato a Milano solo venti anni dopo, nel 1976. Per prelevare era necessario fare la fila in Banca o in Posta. In Italia non c'erano ancora le carte di credito: la prima carta per come la conosciamo è nata negli Stati Uniti nel 1958. L'Italia dovrà aspettare diversi anni prima di poterla usare.

A quel tempo, pagare era più scomodo e meno immediato. Oggi, per pagare abbiamo una pletora di strumenti e conoscerli tutti ci aiuta a scegliere quello più adatto alle nostre esigenze. La tecnologia ci aiuta molto nel fare transazioni veloci e sicure, ma bisogna sempre fare attenzione alle truffe.

 

  • Le pensioni

Pochi erano i percettori di pensione nel 1952: era un paese molto giovane, che si stava riprendendo dalle fatiche e dai lutti della guerra; proprio nel 1952 l'INPS introduceva la pensione minima (ma bisogna aspettare il 1968 per la pensione di anzianità). Secondo l'Istat venivano erogate circa 3 milioni di pensioni che, ai prezzi di oggi, corrisponderebbero a 1.300 euro.

Il calcolo dell'assegno pensionistico e l'età pensionabile sono cambiati molto soprattutto tra la fine degli anni 90 e l'inizio del nuovo millennio: per questo motivo, soprattutto per chi entra nel mondo del lavoro in questi anni, o chi non è riuscito ad avere rapporti di lavoro stabili, può essere utile seguire i consigli della COVIP - Commissione di vigilanza sui fondi pensione, per investire in un fondo pensione complementare.

Insomma, mentre Elisabetta II regnava, il mondo e l'Italia hanno registrato cambiamenti inimmaginabili.

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