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All'inizio di dicembre, la BCE ha pubblicato una nuova indagine, aggiornata alla fine del 2019, sulle abitudini di pagamento dei consumatori nell'area dell'euro.
Il contante rimane lo strumento di gran lunga più utilizzato nei negozi: il 73 per cento dei pagamenti è fatto usando banconote e monete. Queste transazioni, tuttavia, riguardano poco meno della metà del valore dei beni e servizi acquistati a conferma che il contante è utilizzato soprattutto per spese di modesto ammontare.
Nel 2016, sempre secondo l'indagine della BCE, il contante era ancora più importante: veniva usato infatti per il 79 per cento delle transazioni, corrispondenti al 54 per cento del valore degli acquisti.
A fronte di una riduzione dell'uso del contante, tra il 2016 e il 2019 i consumatori hanno aumentato soprattutto il ricorso alle carte per i pagamenti presso i punti vendita: il loro utilizzo è infatti salito di 5 punti percentuali, passando dal 19 per cento al 24 per cento (41 per cento in termini di valore degli acquisti). Nel 2019 quasi quattro operazioni con carta su dieci sono state effettuate con tecnologia contactless.
Per comprendere il potenziale impatto della pandemia sulle abitudini di pagamento dei consumatori, la BCE ha integrato lo studio del 2019 con un'indagine svolta nel luglio 2020. Quattro partecipanti su dieci hanno risposto che, dall'inizio della crisi da Covid-19, hanno utilizzato il contante con minore frequenza. Benché la maggior parte di essi preveda di continuare a usare di meno il contante anche dopo la pandemia, l'impatto a lungo termine sulle abitudini di pagamento è ancora incerto.
Anche una recente ricerca della Banca d'Italia ha analizzato i cambiamenti indotti dalla pandemia nelle abitudini di pagamento dei consumatori italiani. Lo studio si è concentrato proprio sull'utilizzo delle carte di pagamento, che rappresentano il sostituto principale del contante negli acquisti al dettaglio. È stato inoltre valutato l'effetto della pandemia sulla circolazione di banconote.
I risultati dell'analisi indicano che la pandemia avrebbe indotto un maggior uso dei mezzi di pagamento diversi dal contante, in particolare per l'aumento degli acquisti su siti e-commerce e di quelli con tecnologia contactless presso i negozi. Inoltre, questi cambiamenti emersi durante il lockdown della scorsa primavera si sarebbero confermati anche nei mesi successivi, quando le misure di contenimento della pandemia sono state gradualmente ridotte. Lo studio, quindi, suggerisce che il ricorso a strumenti di pagamento elettronici ha sostenuto le spese degli italiani negli scorsi mesi, alleviando di fatto gli effetti della recessione economica indotta dalla pandemia sia per i consumatori sia per le imprese.
Con riferimento alla circolazione delle banconote, infine, la ricerca evidenzia una crescita della domanda di contante da parte dei cittadini. È probabile che questo aumento sia dovuto a esigenze di risparmio precauzionale, data la forte incertezza delle prospettive economiche.
I pagamenti digitali, quindi, possono rendere l'economia più resistente a shock avversi. Rimane comunque essenziale garantire canali di accesso al contante, per garantire il buon funzionamento dell'economia e per finalità di inclusione.