I limiti ai pagamenti in contante

Dal primo luglio in Italia è stato portato a 2.000 euro il limite per i pagamenti in contante. A stabilirlo è il Decreto fiscale 2020. È possibile dunque consegnare del denaro contante (e titoli al portatore in euro o in valuta estera ad altro soggetto), solo entro tale cifra, anche se si tratta di donazioni o se le somme sono a favore di parenti.

L'inosservanza del divieto comporta sanzioni amministrative pecuniarie elevate, per chi trasferisce la somma e per chi la riceve.

Il precedente divieto era di 3.000 euro. Ora è sceso a 2.000 e sarà fissato a 1.000 euro a partire dal 2022, tornando così alla misura stabilita originariamente nel 2011. In vari paesi europei sono previste soglie analoghe: 500 euro in Grecia, 1.000 in Francia e Portogallo, 2.500 in Spagna, 3.000 in Belgio. In altri paesi, ad esempio in Germania, non esiste un limite (per maggiori dettagli clicca qui).

Il limite ai pagamenti in contante è solo una delle misure che il Governo ha previsto per favorire un utilizzo maggiore dei mezzi di pagamento elettronici. Sempre dal 1° luglio, gli esercenti - negozianti, liberi professionisti, artigiani - con ricavi inferiori a 400.000 euro possono godere di un credito di imposta del 30 per cento delle commissioni addebitate dagli intermediari per l'accettazione delle transazioni di pagamento elettroniche effettuate da consumatori.

La norma del decreto fiscale del Governo si completa con due provvedimenti attuativi: uno, della Banca d'Italia, l'altro, dell'Agenzia delle Entrate.

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