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Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), questo sconosciuto.

Eppure ci riguarda direttamente.

Questa settimana è toccato all'Auditorium Parco della Musica di Roma ospitare la serie Italia Domani - Dialoghi sul Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), ciclo di incontri che si stanno svolgendo in tutto il paese con i quali la Presidenza del Consiglio illustra ai cittadini, imprese e autorità, il Piano e in particolare le ricadute sul territorio.

Sono stati fatti esempi pratici dei progetti del Comune di Roma finanziati nell'ambito del PNRR e che portano benefici per i cittadini. Le aree di intervento previste nel Piano sono diverse: per avere un'idea, nell'ambito del tema "innovazione, cultura e turismo" sono previsti progetti per la revisione dei servizi digitali per il cittadino, la creazione di un'app per usufruire in maniera integrata dei trasporti pubblici, interventi su musei e monumenti storici, il rilancio di Cinecittà, la creazione di un polo tecnologico università-imprese per l'innovazione. Nell'ambito dell'area della "sostenibilità", il Comune prevede di riqualificare alcuni parchi e ville storiche, riforestare i parchi urbani, acquistare autobus elettrici, potenziare le linee dei tram, investire negli impianti di gestione dei rifiuti e nei centri di raccolta, intervenire su edifici scolastici. Infine sotto il tema dell'"inclusione", i progetti spaziano dalla riqualificazione dell'edilizia nelle periferie a progetti per le persone non auto-sufficienti, con disabilità o senza fissa dimora.

Ma facciamo un passo indietro e vediamo cos'è il PNRR.

Il Piano, che è stato approvato lo scorso luglio dal Consiglio dell'Unione europea, è la parte principale del programma Next Generation EU (NGEU), lo strumento fondamentale dell’Unione europea per la ripresa dalla pandemia. Il Piano prevede interventi per 222,1 miliardi nel periodo 2021-26, di cui 191,5 miliardi finanziati dall'Unione europea - 68,9 con sovvenzioni a fondo perduto e 122,6 con prestiti - e 30,6 miliardi finanziati direttamente dallo Stato (Piano nazionale per gli investimenti complementari al PNRR). Se si considerano anche i 13,5 miliardi dell'altra componente del NGEU, il programma denominato Assistenza alla ripresa per la coesione e i territori d'Europa (Recovery Assistance for Cohesion and the Territories of Europe, React-EU) le risorse complessive raggiungono i 235,6 miliardi, di cui circa 82 sono costituiti da sovvenzioni a fondo perduto.

Quali effetti può avere il PNRR sulla ripresa economica?

Il 12 febbraio scorso, in occasione del suo intervento al Forex, il Governatore della Banca d'Italia ha ricordato come sia importante che gli investimenti e le riforme previsti nel PNRR siano fatti velocemente e bene. Il Piano ha l'obiettivo di rimediare alle principali debolezze storiche dell'Italia. La cornice è la strategia europea per rispondere alle sfide poste dai cambiamenti climatici e dalla rivoluzione digitale che richiederanno l'aumento degli investimenti pubblici e privati, la formazione dei lavoratori e il potenziamento delle capacità tecnologiche e organizzative delle imprese e delle pubbliche amministrazioni.

Gli investimenti, le riforme e gli incentivi alla ricerca e all'innovazione previsti dal PNRR potrebbero portare a un aumento del livello del Prodotto Interno Lordo (PIL) del 9 per cento nel prossimo decennio, quasi l'1 per cento all'anno, che si aggiungerebbe al potenziale di crescita dell'economia italiana. In totale sarebbero 200 miliardi circa di PIL aggiuntivo, come se un'altra regione con le dimensioni economiche del Lazio si aggiungesse al nostro Paese.

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