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Le vicende del gruppo Wirecard, delle quali abbiamo parlato ieri, hanno avuto conseguenze anche in Italia, con il blocco per fortuna temporaneo di migliaia di carte prepagate per un valore di diversi milioni di euro.
Cosa è successo? Come mai ci sono state ripercussioni anche in Italia?
L'Istituto di moneta elettronica SisalPay distribuisce in Italia le carte prepagate emesse da Wirecard Card Solutions Limited, un istituto di moneta elettronica inglese che fa parte del gruppo Wirecard. Le carte sono affiliate al circuito Mastercard e possono essere spese presso tutti gli esercenti, fisici e online, che espongono il marchio.
Sulla carta prepagata si legge SisalPay, ma l'emittente è Wirecard. In termini più tecnici si parla di co-branding per intendere un prodotto emesso da una società, nel nostro caso Wirecard, e distribuito da un'altra, nel nostro caso Sisalpay. È bene sapere che è l'emittente, e non il distributore, che si assume ogni responsabilità connessa all'utilizzo della carta.
La Financial Conduct Authority (FCA), l'autorità di vigilanza inglese che controlla Wirecard Card Solutions Limited, ha disposto Il blocco temporaneo dell'operatività di Wirecard, per le vicende che hanno interessato il gruppo tedesco, rendendo di fatto inutilizzabili le carte emesse.
SisalPay, anche se come distributore non era tenuta a coprire le obbligazioni dell'emittente, ha fatto sapere ai propri clienti che non subiranno alcuno danno economico, garantendo il trasferimento del saldo direttamente su una nuova carta prepagata o, in alternativa, il rimborso delle somme caricate sulle stesse. Nel frattempo la FCA ha anche sbloccato l'operatività delle carte emesse da Wirecard, che sono di nuovo utilizzabili.