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Lo scorso mercoledì, alla vigilia del Mese per l'educazione finanziaria, l'Autorità Bancaria Europea (EBA) ha organizzato un seminario internazionale, invitando rappresentanti delle istituzioni europee, professori universitari, membri di società private e associazioni senza scopo di lucro per parlare di Educazione Finanziaria digitale ai tempi della pandemia da Covid-19, lo stesso argomento di cui sentiremo parlare durante tutto il mese di ottobre.
È stato un momento di incontro denso di idee proprio perché erano rappresentati molti punti di vista, a volte in conflitto l'uno con l'altro. La professoressa Lusardi, Direttore del Comitato nazionale di educazione finanziaria, ha portato i dati delle sue ricerche degli ultimi anni, segnalando l'esistenza di una relazione tra fragilità finanziaria delle persone e scarse conoscenze economiche di base. Chi ha un basso livello di alfabetizzazione finanziaria, in momenti di crisi economica, fa più fatica a sostenere uno shock finanziario rispetto a chi è più attrezzato. Per l’europarlamentare Maydell, il ruolo dell’Europa è quello di creare regolamenti per difendere i cittadini, ma anche di investire in modo massiccio nell’educazione finanziaria della popolazione europea. La direttrice Goyens, presidente dell’associazione dei consumatori europea, ha provocato gli altri interlocutori ricordando che bisogna prima affrontare a livello europeo la forza delle banche e delle istituzioni finanziarie private, perché "invece di più scelte c’è bisogno di scelte migliori", e che “bisogna cambiare i prodotti prima di cambiare i consumatori”.
Alle quattrocentocinquanta persone che hanno partecipato all'evento è stato proposto un sondaggio con domande sul ruolo dell’EBA nell’educazione finanziaria in generale: per la platea l’Autorità Bancaria Europea dovrebbe cercare di investire tempo e risorse nel prossimo futuro creando una piattaforma comune per i vari attori (associazioni consumatori, istituzioni europee e banche) e impegnandosi in campagne paneuropee di sensibilizzazione.
Facciamo nostre le parole della professoressa Lusardi, che siano un buon auspicio per il prossimo futuro: "non torniamo alla normalità, perché la normalità non era abbastanza (buona)".