Don Luigi Ciotti a "In Viaggio": l'educazione, anche finanziaria, incomincia dalla relazione
Coinvolgimento ed emozione ha suscitato l'intervento di Don Luigi Ciotti in occasione dell'evento centrale della nona tappa del progetto In Viaggio con la Banca d'Italia, intitolato "Non siamo soli: la Banca d'Italia per la tutela della legalità". Cultura finanziaria, persone e istituzioni: i tre binari su cui corre il treno di quest'iniziativa hanno attraversato in pieno lo spazio e le sensibilità del folto pubblico radunato all'interno dell'Oratorio San Filippo Neri di Bologna, nella mattina di mercoledì 24 ottobre. Si è discusso delle nuove forme della criminalità che minacciano l'economia (e i nuovi investimenti pubblici forti dei fondi europei del PNRR) e dei presidi da opporre, a partire da livelli di alleanza più solidi tra i soggetti - oltre a enti e Autorità, anche cittadini, imprese e associazioni - impegnati in questa faticosa battaglia.
A precedere la tavola rotonda ha avuto luogo l'appassionato intervento di Don Luigi Ciotti, Presidente di Libera e in prima fila da decenni con la sua Fondazione Abele nella lotta alle mafie, e al disagio, alla povertà, alle diseguaglianze e alle ingiustizie economiche e sociali che quelle producono e propagano.
Il suo contributo nell'incontro ha gettato una luce trasversale e potente su diversi argomenti: la legalità da intendere come strumento di giustizia e non di una vuota retorica, il passaggio dal crimine organizzato mafioso a quello "normalizzato", frutto dell'indifferenza e di una violenza culturale difficile da estirpare perché avvinghiata a un'ignoranza troppo comune nella nostra società. "C'è un analfabetismo di ritorno impressionante in Italia, secondo i dati; io lo dico con sofferenza e fatica, in Europa siamo agli ultimi posti per dispersione scolastica e al primo posto per povertà educativa". Don Ciotti ha esaltato la funzione benefica dell'educazione, anche finanziaria; ma un'educazione che va disegnata intorno a un preciso paradigma. "Educare vuol dire stare nel mondo, ascoltarlo, cogliere le grandi questioni che oggi lo attraversano. Il mondo di oggi è diverso e in continua trasformazione, corre a una velocità impressionante. Allora educare non è conformare a certi principi, ma vuol dire dare a ciascuno gli strumenti per diventare se stessi con gli altri". Infine, per offrire una prospettiva integrata alla discussione, Don Ciotti ha sottolineato: "non dobbiamo mai dimenticare che educare i poveri alla finanza rischia di suonare come una presa in giro, se allo stesso tempo non ci impegniamo ad educare la finanza alla giustizia".
Il modello di educazione di cui abbiamo bisogno, soprattutto quello diretto alle persone che soffrono disagio economico e di esclusione, non è trasmissivo passivo; piuttosto, implica un processo di "rigenerazione collettiva", dove educare "è un processo relazionale, di reciprocità e di cambiamento, con quelle persone che si vanno a incontrare, che vivono la situazione di frammentazione, di disagio, di povertà. Si educa, ma si è anche educati. Sono loro a farci un po’ da maestri, e noi dobbiamo metterci nei loro panni: l'educazione incomincia dalla relazione, che è l'essenza della vita". Parole che sono giunte con grande forza, che liberano nuove energie e investono di nuova responsabilità chi, come noi, è impegnato ogni giorno nell'educazione finanziaria di tutte le fasce di popolazione e in particolare dei più fragili. Quando Don Ciotti ci dice che "l'impegno dell'educazione finanziaria è rendere protagoniste e partecipi le persone che sono più povere di risorse economiche e culturali, fornendo loro gli strumenti per gestire in modo consapevole, vorrei dire dignitoso, la propria vita", il pensiero corre soprattutto al nuovo programma Tu e l'economia, diretto proprio ai destinatari descritti in questo messaggio, e che ne raccoglie pienamente lo spirito. Da ieri ne abbiamo la certezza: possiamo contare su un compagno di viaggio in più.
Video Youtube
"In viaggio con la Banca d'Italia" a Bologna (Video integrale)
"In viaggio con la Banca d'Italia" a Bologna (Pillola Don Ciotti)