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Con il famoso attore americano Tom Cruise che si porta via la bandiera olimpica in preparazione delle prossime Olimpiadi del 2028 a Los Angeles, si chiude anche formalmente la trentatreesima edizione dei giochi olimpici, che si sono tenuti a Parigi dal ventisei luglio all'undici agosto. Tante le emozioni vissute in questi giorni, ma quali erano le aspettative alla vigilia dell'accensione del braciere olimpico? Si sono realizzate?
Il più autorevole medagliere virtuale è quello di Nielsen-Gracenote, che per l'Italia aveva prospettato un rientro a casa con 46 medaglie: 11 ori, 19 argenti e 16 bronzi. Con il primo oro olimpico della storia della pallavolo italiana, domenica 11 agosto, una delle ultime medaglie assegnate da questa olimpiade, il medagliere dell'Italia è invece stato di 12 ori, 13 argenti, 15 bronzi. Le previsioni sono state realizzate con un elaborato algoritmo, che misura le prestazioni dei singoli atleti nelle ultime competizioni sportive, mette in conto le previsioni meteo e la predisposizione all'infortunio dei partecipanti. La previsione è risultata nel complesso piuttosto accurata, a parte l'exploit del Giappone che ha preso sette ori in più di quanto previsto. Ma cosa ci può insegnare questo confronto tra aspettative e prestazioni reali?
Una delle regole di base in ambito finanziario! I dati del passato possono aiutarci a comprendere il presente, e a farci un'idea di quello che può succedere, ma non è affatto detto che il futuro replichi il passato.
Restando a Parigi, l'algoritmo aveva previsto, tra gli 11 ori dell'Italia, quello di Gianmarco Tamberi al salto in alto: nessuna formula matematica poteva immaginare che la notte precedente avesse dolorose coliche renali che ne avrebbero inficiato le prestazioni poche ore dopo. O che la marciatrice Antonella Palmisano, anche lei medaglia d'oro a Tokyo, contraesse il Covid e non potesse mostrare tutto il suo potenziale anche a Parigi.
Analogamente, quando decidiamo di investire i nostri risparmi per farli fruttare e preservarli dall'inflazione, guardare l'andamento delle azioni di una società per esempio, ci aiuta a capire quanto sia "solida" e affidabile, ma nulla ci mette al sicuro dal rischio di poter subire perdite in futuro; se negli ultimi tempi quella società ha avuto buoni profitti e le sue azioni sono state redditizie, potremmo essere invogliati ad acquistarle nell'erroneo convincimento di conseguire un rendimento certo. Niente di più facile che le nostre aspettative rimangano deluse, se anche investitori grandi e famosi hanno visto andare in rovina i loro risparmi.
Infatti, sui prezzi azionari agiscono innumerevoli fattori e in futuro il valore del nostro investimento oscillerà su e giù - un po' come avviene nell'elettrocardiogramma - anche se fosse destinato a crescere nel tempo. In finanza questa oscillazione dei prezzi prende il nome di volatilità ed è una delle misure principali per valutare il rischio di perdita: se il prezzo di un'azione storicamente oscilla poco intorno al suo valore medio il rischio è minore in quanto possiamo sperare di rivenderla senza subire molte perdite. Al contrario, una volatilità elevata indica uno strumento più rischioso perché il prezzo di vendita potrebbe assumere valori molto inferiori a quelli di acquisto.
In ogni caso, proprio per contenere i rischi di oscillazione del valore dei nostri investimenti e limitare l'incertezza, una delle regole di base è diversificare, cioè non mettere tutte le uova nello stesso paniere. In questo modo potremo compensare eventuali perdite in un settore economico con guadagni in un altro.
Nello sport l'incertezza rende davvero tutto più avvincente e interessante, con vittorie e sconfitte consumate all'ultima stoccata, o al photofinish. Per le nostre finanze, per i nostri risparmi, ridurre l'incertezza invece serve a vivere più serenamente, a fare progetti più solidi, a immaginare il futuro con più certezze!