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#LaScuolaNonSiFerma. I PCTO online della Banca d'Italia attraverso le parole dei ragazzi che li hanno sperimentati

Beatrice vuole fare la pediatra.

Matteo ama la storia, le materie umanistiche in genere, ma potrebbe diventare ingegnere.

Due liceali che hanno passato un po' di tempo con noi della Banca d'Italia in uno dei Percorsi per le Competenze trasversali e per l'Orientamento (PCTO) che si sono conclusi alla fine di aprile.

Li abbiamo intervistati dopo la conclusione del percorso.

I PCTO costituiscono un'esperienza di scuola duale perché "si esce dall'aula", si sperimenta un'altra faccia dell'apprendimento attraverso un'esperienza sul campo. Per i ragazzi può esserci l'interesse a vedere dal vivo cosa vuol dire lavorare, produrre qualcosa, finalizzare competenze e abilità maturate nella scuola e poi perfezionate con l'esperienza. Per noi vuol dire raccontare i nostri mestieri, collegando a una simulazione comprensibile e replicable un piccolo pezzo di un grande lavoro complessivo che quotidianamente svolgiamo secondo le indicazioni di legge e le necessità delle diverse situazioni concrete. I PCTO servono anche a farci conoscere meglio dall'opinione pubblica, in particolare per le nostre funzioni meno note.

Come Autorità impegnata anche sul fronte dell'educazione finanziaria, i nostri percorsi hanno spesso l'effetto collaterale di trasmettere concetti e principi legati a questa nostra funzione.

Vediamo se è successo così anche per Beatrice e Matteo: sono al penultimo anno dell'indirizzo tecnologia-informatica di un Istituto di istruzione superiore di Roma.

In che cosa consisteva il loro percorso? Cosa hanno imparato, apprezzato e portato a casa? Cosa c'è da migliorare?

La loro scuola ha opzionato in autunno uno dei percorsi offerti dalla nostra Amministrazione centrale alle scuole romane. Il percorso era, come di regola, centrato sulla ospitalità "in presenza" presso gli uffici della struttura organizzatrice - il Servizio Tesoreria dello Stato - ma l'emergenza sanitaria ci ha costretto ad adattare l'incontro con loro e altri sei loro compagni in modalità online. Si sono occupati del tema "Il sistema dei pagamenti pubblici: l'evoluzione digitale e gli impatti per cittadini, imprese e P.A.".

Dopo aver familiarizzato con il sistema dei pagamenti pubblici e le funzioni della tesoreria, si sono esercitati per cinque pomeriggi sulle due piattaforme SPID Identità Digitale e PagoPA. Hanno lavorato in due gruppi con relatori giornalieri, condiviso e confrontato le singole scelte e il raggiungimento di obiettivi intermedi in riunioni plenarie di 40 minuti all'inizio e alla fine del pomeriggio (su piattaforma Skype della Banca) e interagito su altri device tra di loro e con i nostri due colleghi tutor per il resto delle altre ore a disposizione. Alla fine hanno presentato davanti ai docenti e a qualche collega della Banca il prodotto finale della loro fatica: una disamina accurata, puntigliosa e prospettica delle soluzioni tecniche e normative delle due piattaforme, suggerendo anche una campagna informativa per il grande pubblico.

Si sono sentiti seguiti e guidati, hanno apprezzato il rigore e la complessità del nostro lavoro ma hanno anche sperimentato un'accoglienza e un senso di vicinanza dell'Istituzione che non si aspettavano. Difficile è stato gestire il poco tempo a disposizione e mettere in fila ordinatamente le cose da fare.

Cosa pensano Beatrice e Matteo degli obiettivi di orientamento e competenze trasversali che il percorso si prefiggeva di raggiungere?

Per l'orientamento, abbiamo già anticipato che nel loro futuro non pensano di occuparsi di economia. Ma va bene lo stesso, ci dicono riflettendo insieme a noi, perché orientare è azione che può procedere nei due sensi opposti: appassionarsi alla materia attinente al percorso, oppure non studiarla affatto perché si è compreso che quella non è la "tua tazza di tè".

Le competenze trasversali sono ora il vero focus dell'alternanza: la sempre maggiore complessità del lavoro e la multiformità degli obiettivi professionali spingono a una maggiore attenzione ad un know-how passepartout, una serie di competenze e abilità che possono adattarsi a tutti i campi, prediligendo la duttilità e la flessibilità di una competenza "trasportabile" (trasversale) rispetto a una sola competenza specialistica, magari molto profonda, ma limitata quanto ad ambito e trasferibilità. Su questo i ragazzi ci dicono che il lavoro di gruppo - questo sconosciuto - è stata una sorpresa e una fatica perché in classe sono abituati a performance individuali. Anche il linguaggio si è dovuto adattare, optando ove necessario per un formalismo non fine a sé stesso ma rispettoso delle relazioni che si instaurano in un gruppo. Altro tema trasversale che è rimasto nelle loro riflessioni è l'esercizio della leadership: affascinante a parole, più dura e complessa nella realtà.

Alle prese con i pagamenti della Pubblica Amministrazione, cosa hanno appreso di educazione finanziaria?

Che esiste un "dietro le quinte" tecnologicamente avanzato ma che va presidiato con le regole; che economia e finanza dovrebbero interessare i cittadini più di quanto i cittadini si siano finora interessati; che essere più consapevoli dei meccanismi della finanza può aumentare il benessere di ciascuno. Anche fare esperienza diretta del lavoro di un'Autorità può dunque essere una via per l'educazione finanziaria: priva della struttura didattica frontale ma forte di un apprendimento diretto e fattuale, che ha possibilità di radicarsi più facilmente nella memoria perché "non ho soltanto ascoltato o guardato gli altri fare, ma ho proprio lavorato, anche io".

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