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Aumenta il numero di donne per la prima volta a capo di un'istituzione, un'università ed enti di ricerca. Senz'altro un progresso, ma ancora troppe volte accade che a una donna con ruoli di responsabilità venga chiesto come concilierà il lavoro con la famiglia. Nessuno si preoccupa, intervistando un astronauta padre in partenza per lo spazio, di porre la domanda su come se la caverà il coniuge con i figli.
Torna l'8 marzo, la Giornata internazionale dei diritti della donna e in Italia e nel mondo le maniche restano rimboccate per l'equità di genere. In Italia, i più recenti dati Istat mostrano per esempio che a oggi il tasso di occupazione delle donne è inferiore di circa 18 punti percentuali a quello degli uomini (51,9 a fronte del 69,7 tra i 15-64 anni).
Il 10 marzo, dalle 10 alle 13, vi invitiamo a seguire online a questo link il convegno L'importanza della cultura giuridico-finanziaria per le donne fragili, organizzato in collaborazione con il Consiglio Nazionale del Notariato e i Consigli Notarili dei Distretti Riuniti di Roma, Velletri e Civitavecchia. Parleremo di come costruire un buon rapporto con il denaro possa aiutare le donne a essere più libere e indipendenti, in famiglia e sul lavoro, oltre stereotipi e vincoli culturali.
La Banca d'Italia ha realizzato Le Donne Contano, un percorso di educazione finanziaria, in quattro moduli, pensato per le donne. Con un linguaggio chiaro e semplice affrontiamo i temi della pianificazione, degli strumenti di pagamento, dell'home banking, della sicurezza informatica e dell'indebitamento.
La Banca d'Italia ha inoltre stretto collaborazioni con l'associazione femminile Soroptimist International, con il Consiglio Nazionale del Notariato e con altre realtà associative e centri antiviolenza per sensibilizzare e diffondere i temi della finanza personale di base. Nelle varie regioni, inoltre, le nostre Filiali promuovono e formano su questi temi con diverse iniziative, in particolare nel Mese dell'educazione finanziaria.
Secondo gli ultimi studi della Banca d'Italia, le donne sanno meno di finanza rispetto agli uomini; è un dato preoccupante, perché nel nostro Paese il livello medio di cultura finanziaria è molto basso. Non è solo un problema generazionale: in base all'indagine internazionale "OCSE/PISA" di INVALSI, le ragazze hanno un punteggio inferiore ai loro coetanei per l'alfabetizzazione finanziaria (469 contro 484). A conferma degli stereotipi di genere che pervadono la nostra cultura: in casa si parla di soldi più con i figli che con le figlie.
Un basso livello di cultura finanziaria limita la possibilità di sfruttare le opportunità offerte dalla digitalizzazione - pensiamo all'home banking o ai nuovi strumenti di pagamento - ma anche di tutelarsi da eventi economici imprevisti come la perdita del lavoro, grazie ad assicurazioni e risparmio precauzionale. Espone inoltre a diversi rischi, dalla possibilità di essere vittima di frodi finanziarie fino alla violenza economica. L'educazione finanziaria ha poi un ruolo importante nell'eliminazione di alcuni stereotipi e dà più sicurezza nel gestire il denaro. Infine, più si sa di finanza, più è probabile che si abbia un lavoro.