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Seguire programmi di educazione finanziaria è utile?

I programmi di educazione finanziaria hanno l'obiettivo di trasmettere competenze in grado di aiutare le persone a fare scelte finanziarie consapevoli e coerenti con le proprie esigenze di vita.

È legittimo chiedersi, prima di dedicarvi tempo e energie, se questi programmi aiutano davvero a tenere comportamenti di gestione del denaro adeguati. È legittimo chiederselo sia dal lato della domanda (chi pensa di seguirli) sia dal lato dell'offerta (coloro che li propongono).

Per questo, molti lavori scientifici hanno studiato l'effetto dei programmi di educazione finanziaria sul miglioramento delle conoscenze e sulle scelte finanziarie degli individui. I risultati non sono univoci.

Ora uno studio, fatto da alcuni economisti di fama internazionale, cerca di fare il punto sui molti risultati ottenuti dagli studi precedenti e, diciamolo subito, ci incoraggia a dedicare un po' del nostro tempo a migliorare la nostra cultura finanziaria, perché può funzionare.

Il lavoro, che vi proponiamo in fondo a quest'articolo, è stato scritto, tra gli altri, da Annamaria Lusardi, Direttrice del Comitato nazionale di Educazione Finanziaria ed è stato pubblicato in aprile nel sito del National Bureau of Economic Research, noto centro di ricerca economica degli Stati Uniti. L'articolo considera 76 lavori di ricerca che hanno studiano altrettante iniziative di educazione finanziaria, svolte in 33 paesi di tutto il mondo, e che hanno coinvolto 160.000 individui. Gli autori trovano che in media le persone partecipanti a programmi di educazione finanziaria risultano aumentare le loro conoscenze e migliorare i loro comportamenti. Secondo lo studio, gli impatti delle iniziative sarebbero addirittura analoghi a quelli di interventi educativi per accrescere le capacità di matematica o lettura e delle campagne di sensibilizzazione su salute e ambiente.

Gli autori mettono in guardia sui limiti degli studi esaminati: a) essi guardano principalmente gli effetti di breve periodo dell'educazione finanziaria, mentre sarebbe utile conoscere anche gli impatti di più lungo periodo delle iniziative; b) molti dei contributi esaminati si basano su auto-valutazioni degli individui, per mancanza di informazioni più affidabili (tipo quelle provenienti dai dati cosiddetti amministrativi). Anche considerando questi limiti, il risultato di questo ultimo studio suona come molto incoraggiante per chi, come questo portale, crede molto nell'educazione finanziaria!

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