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Cosa vuol dire avere una cultura finanziaria di base? A livello internazionale è stata condivisa una metodologia per misurare i livelli di cultura finanziaria degli adulti che indaga tre dimensioni: le conoscenze di concetti economici di base, l'adozione di comportamenti finanziari adeguati (per esempio l'abitudine a coprire le spese correnti senza ricorrere al debito) e l'attitudine a formulare decisioni orientate al lungo periodo (per esempio a risparmiare). I dati raccolti dalla Banca d'Italia hanno messo in evidenza che gli italiani hanno un livello di conoscenze finanziarie ancora insufficiente nel confronto con la media OCSE.
E tu quanto ne sai? In questa sezione ti vengono proposte alcune domande relative ai concetti di base che è indispensabile conoscere per orientarsi nella gestione del denaro.
Hai ricevuto in regalo 1.000 euro ma li potrai spendere solo tra un anno. Immagina che il tasso di inflazione annuo sia pari all'1%. Tra un anno, con la somma potrai comprare esattamente le stesse cose che compreresti adesso.
Risposta corretta: FALSO. Eh si, è proprio falso! Nelle economie di mercato i prezzi di beni e servizi possono subire variazioni in qualsiasi momento: alcuni aumentano, altri diminuiscono. Si parla di inflazione quando si registra un rincaro generale, che non si limita a singole voci di spesa. In presenza di inflazione un'unità di moneta (ad esempio 1 euro) consente di acquistare una minore quantità di beni e servizi: il valore reale (effettivo) dell'unità di moneta risulta inferiore rispetto al passato o, in altre parole, più inflazione riduce il potere di acquisto del denaro.
Il compito principale del Sistema europeo di banche centrali (SEBC) è mantenere la stabilità dei prezzi, che secondo la definizione scelta corrisponde a un tasso di inflazione sui 12 mesi inferiore ma prossimo al 2 per cento (vedi il sito della BCE).
Supponi di prestare 25 euro a un tuo amico una sera. Il giorno dopo il tuo amico ti restituisce esattamente 25 euro. Il tuo amico ti ha pagato sulla somma ricevuta in prestito un interesse dell'1%.
Risposta corretta: FALSO. Eh si è proprio falso! Il tasso di interesse è il prezzo del denaro. Si esprime con una percentuale e rappresenta il costo sostenuto da chi utilizza una somma di denaro per un certo periodo di tempo. Nella situazione proposta il tuo amico ti ha restituito la stessa somma ricevuta in prestito, dunque senza pagare alcun interesse.
La legge pone dei limiti (cosiddetti tassi soglia) oltre i quali il tasso di interesse si configura come usura e diventa illegale. I tassi soglia non sono fissati dalla Banca d'Italia ma determinati da un automatismo stabilito dalla legge, a partire dai tassi medi di mercato rilevati trimestralmente dalla Banca d'Italia e pubblicati dal Ministero dell'Economia e delle Finanze.
Verifica sempre che chi ti propone un finanziamento sia autorizzato all'esercizio dell'attività finanziaria.
Supponi di avere, al 1° gennaio del 2018, 100 euro in un conto di deposito e che la banca si impegni a corrispondere sulle somme depositate un tasso di interesse garantito del 2% annuo. Su questo conto non sono effettuate altre operazioni, né di deposito né di prelievo. Sul conto alla fine del primo anno, dopo il pagamento degli interessi e senza considerare le eventuali spese addebitate, ci sono 102 euro.
Risposta corretta: VERO. È vero! Facciamo i conti.
Il 1° gennaio 2018 hai depositato 100 euro (capitale) sul quale maturano nel corso dell'anno interessi al tasso del 2% su base annuale.Data | Capitale | Tasso | Mesi | Interessi | Somma a disposizione |
---|---|---|---|---|---|
1° Gennaio 2018 | €100 | ||||
31 Dicembre 2018 | €100 | 2% | 12 | €2 | €102 |
E dopo 5 anni, se su questo conto non saranno effettuate altre operazioni, né di deposito né di prelievo, non ci saranno spese e se la banca continuerà a corrispondere un tasso di interesse del 2% annuo, ci saranno 110 euro.
Risposta corretta: FALSO. Eh si è proprio falso! Vediamo perché. All'inizio del secondo anno i 2 euro di interesse vanno ad aggiungersi al capitale. Se le condizioni non mutano, alla fine del secondo anno la somma depositata produrrà interessi per 2 euro e 4 centesimi: i 4 centesimi rappresentano proprio l'interesse maturato sui 2 euro di interessi aggiunti al capitale iniziale alla fine del primo anno. Il meccanismo si ripete negli anni successivi (interesse composto), come descritto nella tavola seguente.
Data | Capitale | Tasso | Mesi | Interessi | Somma a disposizione a fine anno |
---|---|---|---|---|---|
1° Gennaio 2019 | €102 | 2% | 12 | €2,04 | €104,04 |
1° Gennaio 2020 | €104,04 | 2% | 12 | €2,0808 | €106,1208 |
1° Gennaio 2021 | €106,1208 | 2% | 12 | €2,1224 | €108,2432 |
1° Gennaio 2022 | €108,2432 | 2% | 12 | €2,1649 | €110,4081 |
Lo sai che secondo i risultati dell'indagine IACOFI condotta dalla Banca d'Italia meno della metà della popolazione è in grado di calcolare un tasso di interesse semplice, e che la percentuale di risposte corrette scende a meno di un quarto delle persone se si parla di interesse composto?
Saper calcolare la percentuale di un importo è quello che ti serve per comprendere il rendimento o il costo dei prodotti bancari più diffusi e più semplici. Ti serve infatti per calcolare l'interesse semplice e quello composto.
Gli interessi (I) su una somma sono calcolati sulla base di tre elementi: l'importo della somma o Capitale (C); il Tasso di interesse (R); il Tempo (T). Pertanto la formula da usare è I=CxTxR/100. Attenzione: il tasso deve essere espresso in modo coerente al tempo (tasso annuale per tempo misurato in anni; tasso semestrale per tempo misurato in semestri, etc...).
Facciamo un esempio. Ipotizziamo di dover calcolare l'interesse semplice su un solo anno.
Tasso | Tempo | Formula |
---|---|---|
Annuale | = 1 | I = C*R/100 |
Semestrale | = 2 | I = C*R*2/100 |
Trimestrale | = 4 | I = C*R*4/100 |
Mensile | = 12 | I = C*R*12/100 |
Un investimento con un rendimento elevato è probabilmente molto rischioso.
Risposta corretta: VERO. È vero! Nel mondo della finanza si dice che non esistono pasti gratis! Rendimenti elevati richiedono necessariamente l'assunzione di rischi elevati. Quando si valuta un investimento è bene raccogliere più informazioni possibile, per capire quanto è probabile che il rendimento effettivo sia diverso da quello atteso, e quanto è probabile incorrere in una riduzione del valore dell'investimento; è bene anche informarsi sulle condizioni e sui tempi in cui è possibile liquidare l'investimento (farsi restituire il denaro investito). Attenzione: il rendimento di un investimento deve essere valutato anche tenendo conto delle prospettive di inflazione.
Quando si investe il proprio denaro in attività finanziarie si incorre in una serie di rischi. Qui riportiamo i rischi principali, insieme a una loro sintetica definizione.
Inflazione elevata significa che il costo della vita cresce rapidamente.
Risposta corretta: VERO. È vero! Quando ragioniamo sulla nostra situazione futura, soprattutto se guardiamo a un orizzonte superiore ai 5 anni, è bene tenere conto degli effetti dell'inflazione.
Il valore di 1 euro oggi è maggiore del valore di 1 euro tra 5 anni se c'è inflazione. Quando stipuliamo dei contratti per prodotti o servizi finanziari dobbiamo avere chiaro se quanto dobbiamo pagare dipende anche dall'evoluzione generale dei prezzi.Per esempio, nel lungo periodo la sostenibilità di un mutuo a rata costante deve tenere conto anche dell'effetto dell'inflazione: col passare degli anni, infatti, il peso di una rata fissa sullo stipendio tende a ridursi tanto più quanto maggiore è il tasso di inflazione.
Allo stesso modo, i rendimenti offerti dai prodotti finanziari sono normalmente espressi in termini nominali, cioè non tengono conto della crescita del costo della vita. È necessario pertanto valutare qual è il rendimento reale (effettivo) al netto dell'inflazione.
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