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Dopo il venerdì degli sconti arriva il cyber Monday: pagare in sicurezza!

Il Black Friday è alle spalle, oggi è il cyber Monday - letteramente il lunedì cibernetico - il giorno degli sconti dell'elettronica. Avete fatto (o farete) buoni acquisti ma se siete caduti nella trappola di un qualche truffatore? Questa è la notizia che fa per voi.

Vi abbiamo già ricordato lo scorso venerdì alcune indicazioni su come scegliere in sicurezza i siti di e-commerce, oggi ci concentriamo invece sui pagamenti. Anche se non è così frequente, pagando nell'e-commerce o utilizzando l'home banking, può accadere che i cyber-frodatori riescano a intrufolarsi nei nostri conti online.

Che fare in questi casi? Bisogna chiedere il rimborso delle somme sottratte alla nostra banca o intermediario (a volte le banche stesse forniscono sul loro sito un apposito modulo di disconoscimento) prima possibile, e comunque non più tardi di un anno e un mese dalla data dell'operazione. Una volta ricevuta la contestazione dell'operazione l'intermediario restituisce, di norma, le somme al cliente nel tempo massimo di un giorno. Nello stesso tempo avvia i controlli per verificare le operazioni denunciate dal cliente: se accerta che il cliente non aveva diritto al rimborso, potrà prelevare la somma dal conto del cliente, motivando adeguatamente.

In quali casi il cliente ha diritto al rimborso e in quali no? Il cliente ha sempre diritto al rimborso a meno che non abbia favorito lui stesso l'azione dei frodatori, agendo con disattenzione o abboccando a truffe molto note. Ecco alcuni principi utili:

  • Dopo la contestazione del cliente, è l'intermediario a dover provare di aver effettuato correttamente le transazioni, a lui spetta l'onere della prova: questa è una tutela per il consumatore!
  • La transazione è considerata correttamente effettuata se non ci sono stati malfunzionamenti tecnici e se la banca ha adottato le misure di sicurezza previste dalla legge, come la richiesta dei fattori per avviare il pagamento (ad esempio, il pin e il codice inviato sul cellulare). Se la banca non può provare che questo sia avvenuto (consultando i suoi sistemi di tracciatura dei pagamenti), il cliente è rimborsato!
  • Se, invece, la banca può provare che l'operazione disconosciuta era stata effettivamente autenticata (il cliente, o il truffatore, possedevano quindi il pin e il cellulare nel nostro esempio) e non ci sono stati problemi tecnici, allora è probabile che il cliente sia stato truffato o abbia agito con disattenzione.
  • Nei pagamenti digitali, agire con disattenzione spesso significa non custodire attentamente le credenziali di pagamento, consegnandole noi stesse ai malintenzionati. Per l'Arbitro Bancario Finanziario, cadere in cyber-trappole note e riconoscibili come il phishing, lo smishing e il vishing indica la colpa grave del cliente, che avrebbe dovuto rendersi conto della frode, ormai nota ai più (è perciò molto importante informarsi bene perché ormai alcune cose siamo tenuti a saperle! alcuni dettagli si trovano qui).

Ad esempio, in questi giorni stanno arrivando messaggi truffa come questo: il tuo pacco è stato trattenuto presso il nostro centro di spedizione: si prega di seguire le istruzioni qui: http://link

Questo messaggio è un chiaro esempio di smishing: cliccando sul link si avvia un processo con cui i frodatori cercano di carpire i nostri dati riservati.

  • Diverso è il caso delle truffe più sofisticate come lo spoofing (quando cioè i truffatori camuffano la provenienza dell'email, dell'sms o della chiamata in modo che il mittente sembri l'intermediario) o il sim swap, in cui il cliente difficilmente poteva rendersi conto di essere vittima di frode: in genere in questi casi, secondo l'Arbitro bancario finanziario, il cliente ha diritto al rimborso.
  • Questo, ovviamente, sempre che non siate voi stessi i frodatori e stiate cercando, con la richiesta di rimborso, di truffare la banca!

Informazioni anche più precise si trovano nella Guida in Parole semplici sui pagamenti nel commercio elettronico (ora anche in inglese)!

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