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Nell'ambito del Festival dello Sviluppo Sostenibile si è svolto ieri il webinar Come contrastare la violenza economia sulle donne: l’innovazione dà una mano? Si è parlato di violenza economica sulle donne, espressione - spesso nascosta e inconsapevole - di disuguaglianza di genere rispetto alla disponibilità di risorse economiche. L'evento si colloca nell'ambito delle attività dell'ASVIS - Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile - volte a attuare l'obiettivo n.5 dell'Agenda per lo sviluppo sostenibile definita dalle nazioni Unite: ridurre le disparità di genere.
In linea con lo slogan del festival: È ora di agire, ai partecipanti è stato chiesto di discutere di azioni positive per far emergere e ridurre la violenza economica, un fenomeno assai sottovalutato e pure presente in diversi ambiti: in famiglia, sul lavoro e nell'accesso ai finanziamenti. Per ciascuno di essi si possono e si debbono trovare delle soluzioni concrete, subito. L'innovazione e la tecnologia possono aiutare - la pandemia lo ha messo bene in evidenza - purché siano inclusivi e non amplifichino retaggi culturali e stereotipi legati all'idea della donna dedicata soprattutto a compiti di cura della famiglia. Possono aiutare nel facilitare una relazione neutra con i finanziatori; attraverso le piattaforme di crowdfunding; nel conciliare meglio vita e lavoro; nel consentire di usare il web per avviare una propria attività imprenditoriale.
Proprio al mondo dell'imprenditoria femminile e al mancato accesso al credito, Magda Bianco - capo del neonato Dipartimento Tutela della clientela ed educazione finanziaria della Banca d'Italia e membro del Comitato di educazione finanziaria - ha dedicato il suo intervento. Le imprese femminili in Italia sono una su cinque; secondo diverse indagini queste imprese hanno un accesso più limitato al credito rispetto a quelle guidate da uomini, e quando ottengono credito ricevono maggiori richieste di garanzie. I motivi sembrano essere due: un effetto "scoraggiamento" (lato domanda di credito), le donne non chiedono perché pensano di ricevere una risposta negativa e un effetto "discriminazione" (lato offerta di credito), chi finanzia vuole più rassicurazioni. Le azioni positive possono andare in due direzioni: strumenti di sostegno al finanziamento e programmi di alfabetizzazione finanziaria. Le donne non solo hanno un livello di alfabetizzazione più basso rispetto agli uomini, sottostimano anche, di più rispetto ai maschi, le competenze che hanno, con due conseguenze importanti: hanno una minore capacità di usare gli strumenti che la finanza mette a disposizione e partecipano meno al mondo finanziario. È su questi due aspetti che occorre lavorare, in modo mirato, per ricostruire la self-confidence e assicurare le competenze di base che consentano di utilizzare al meglio le opportunità offerte dalla "buona" finanza.
Proprio per questo, la Banca d'Italia ha avviato un programma di educazione finanziaria pensato per le donne che verrà presentato nel corso del mese dell'educazione finanziaria; un primo passo di un percorso strutturato che mira a fornire risposte a bisogni concreti e a costruire consapevolezza e competenza.