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Piccolo viaggio nell'Economia Comportamentale - Seconda tappa

L'ultimatum e la contabilità mentale

Il denaro è un bene perfettamente fungibile: 100 euro di stipendio, 100 euro ricevuti in eredità o trovati nel fondo di una tasca dovrebbero avere esattamente lo stesso valore. In realtà, per molti di noi non è affatto così perché accade che spendiamo in modo molto diverso i soldi a seconda del contesto (per esempio se siamo in vacanza siamo più disposti a spendere) e della loro provenienza (soldi che provengono dal nostro lavoro o ricevuti in eredità o vinti alla lotteria).

Perché questo accade? Questo fenomeno è noto come contabilità mentale ovvero la tendenza a dividere il denaro che possediamo in diverse partizioni, in diversi conti mentali appunto.

Ad ogni conto mentale sembra essere associata una diversa tolleranza al rischio. Per esempio, per il conto mentale "pensione" tendiamo a essere più avversi al rischio perché quello è il denaro che mettiamo via per quando saremo vecchi e vogliano essere certi di averne abbastanza.

Oppure, è stato dimostrato che quando utilizziamo le carte di credito non solo spendiamo di più, ma siamo anche disposti a pagare di più per gli stessi beni o servizi, rispetto a quando paghiamo in contanti. Il motivo è che quando paghiamo con la carta di credito non dobbiamo fisicamente "tirare" fuori i soldi dal nostro portafoglio, soldi che magari abbiamo guadagnato con fatica.

Il probabile motivo dell'esistenza della contabilità mentale è che ci aiuta a gestire la complessità delle scelte finanziarie.

Mettiti alla prova con il gioco dell'ultimatum.

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