Domande e risposte sulle carte "a spendibilità limitata"

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L'ottico del quartiere mi ha proposto di acquistare una carta coupon prepagata, sulla quale posso caricare i miei soldi da spendere in negozio nei successivi 12 mesi. Ma può farlo? Io ero convinta che solo gli intermediari autorizzati potessero emettere carte prepagate…

Durante il lockdown diversi negozi hanno organizzato iniziative simili a quella descritta, per avere a disposizione fondi indispensabili per continuare la loro attività, nonostante si dovessero tenere le serrande chiuse. Si tratta di una possibilità prevista dalla normativa europea sui servizi di pagamento: il negoziante incassa i fondi ed emette una carta prepagata che il cliente potrà utilizzare solo presso quello specifico negozio, eventualmente entro specifici limiti di tempo, per gli importi che ha precaricato. In passato, strumenti di questo tipo - detti "a spendibilità limitata" per distinguerli dalle carte di pagamento come la carta di debito, cd. bancomat, la carta di credito o anche la prepagata, che possono essere spese ovunque e per qualunque genere di bene o servizio - venivano emessi dalle grandi catene commerciali e hanno avuto un discreto successo: recentemente, complice il lockdown, molti esercizi commerciali vi hanno fatto ricorso, associandovi anche delle condizioni di acquisto più vantaggiose (sotto forma di sconti), proprio per premiare la fiducia di chi li sottoscrive.

Quindi, se ho capito bene, è un'operazione utile al negoziante, che incassa subito i fondi precaricati sulla carta, ma ci sono rischi per il cliente che accetta di aderire all'iniziativa?

Bisogna tenere presente, come dicevamo, che strumenti "a spendibilità limitata", come quello che propone l'ottico, sono ammessi ma operano in deroga rispetto alla disciplina in materia di strumenti di pagamento. Ecco perché la cosa più importante per chi li sottoscrive è avere fiducia nel negoziante che li propone: queste carte non sono emesse da un intermediario autorizzato come le carte di debito, di credito e, anche le prepagate, di conseguenza non operano le stesse garanzie, ad esempio il diritto al rimborso del denaro precaricato oppure la protezione in caso di furto o smarrimento della carta; questo significa che se l'attività commerciale dovesse chiudere o fallire, oppure se si perde la carta, il recupero dei fondi potrebbe essere estremamente difficoltoso.

Ci sono altri aspetti di attenzione da tenere presente?

Un altro aspetto cui prestare attenzione è l'eventuale scadenza prevista per l'utilizzo dei fondi dal momento che, dopo questa data, l'eventuale residuo presente sulla carta potrebbe non essere restituito. Per decidere se accettare la proposta e quale importo precaricare, è necessario tenere conto del tipo di beni che potremo acquistare e delle nostre abitudini di spesa: vado spesso in quel negozio? quanto spendo, in media, ogni volta che ci vado? nel prossimo futuro avrò esigenze particolari legate a quel particolare bene (ad esempio, devo fare un regalo)?

Posso utilizzare la carta prepagata che mi ha dato l'ottico presso altri negozi?

No. Il punto è proprio questo: la carta prepagata emessa da un negoziante potrà essere utilizzata solo presso quello specifico negozio; per questo è importante - quando decidiamo l'importo da caricare - valutare bene le condizioni di utilizzo della carta e le nostre abitudini di spesa presso quell'esercente. Carte a spendibilità limitata, dicevamo, vengono emesse anche dalle grandi catene commerciali: in questi casi, la carta può essere utilizzata in tutti i negozi della filiera, ovunque si trovino; ma questa maggiore libertà di spesa, se ci pensiamo bene, dipende solo dalle dimensioni dell'esercente che ha emesso la carta. Allo stesso modo ci sono carte che possono essere spese soltanto all'interno di un centro commerciale e che vengono emesse in base a un accordo tra tutti i negozi presenti.

Che differenza c'è con le carte-punti, ovvero quelle carte legate a operazioni promozionali che permettono di raccogliere punti per ottenere premi?

Quando parliamo di strumenti a spendibilità limitata, parliamo di veri e propri strumenti di pagamento, cioè di carte che possono essere utilizzate al posto dei soldi - o delle carte di pagamento - per concludere un acquisto senza però quelle garanzie legate all'emissione da parte di un intermediario autorizzato e sottoposto alla Vigilanza della Banca d'Italia delle quali abbiamo fatto alcuni esempi. Le carte-punti, invece, non hanno questa funzione e non possono essere usate per pagare: più semplicemente, permettono di partecipare a concorsi a premi, raccogliere "punti" o "bollini" in base agli importi spesi, per poi ritirare sconti o premi al raggiungimento di determinate soglie.

Tutti i negozianti possono emettere strumenti di pagamento a spendibilità limitata?

Si, purché siano rispettate le condizioni previste dalla normativa in merito alla loro limitata spendibilità: come dicevamo, queste carte possono essere utilizzate o soltanto presso il negozio che le ha emesse, per i beni o servizi da lui forniti, oppure presso una rete definita di esercizi commerciali, oppure per l'acquisto di una gamma ristretta di beni e servizi, come avviene per le chiavette che utilizziamo ai distributori automatici o le carte carburante per comprare la benzina. Gli strumenti di pagamento a "spendibilità generalizzata" invece - carte di credito, di debito e prepagate - possono essere emesse solo da un intermediario autorizzato e sottoposto alla Vigilanza della Banca d'Italia.

Gli emittenti di uno strumento di pagamento a spendibilità limitata devono comunque rispettare obblighi normativi? Qualcuno li controlla?

Dal momento che questi strumenti operano in deroga alla normativa sui servizi di pagamento, i soggetti che li emettono non sono sottoposti a forme di vigilanza. Solo i soggetti che emettono questo tipo di strumenti per importi superiori a un milione di euro devono notificare una volta all'anno all'Autorità competente - in Italia, la Banca d'Italia - alcune informazioni: in base a questa notifica, tali soggetti vengono poi iscritti in un'apposita appendice dell'albo di Vigilanza degli istituti di pagamento La Banca d'Italia, però, non ha nei loro riguardi poteri di vigilanza, né sono previsti obblighi in termini di requisiti patrimoniali o altri presidi operativi. Esiste anche un registro europeo che censisce tutti i soggetti iscritti nei singoli Paesi.

Nel momento della firma del contratto con l'emittente, a cosa devo prestare attenzione? Che tipo di diritti ho verso l'emittente?

In generale, i profili cui prestare attenzione sono quelli che disciplinano il funzionamento dello strumento: la scadenza, le condizioni di utilizzo, le eventuali condizioni di rimborso, eventuali obblighi in caso di furto, smarrimento, perdita; con l'avvertenza che, operando in deroga rispetto alla normativa generale che disciplina gli strumenti di pagamento, non si applicano, come dicevamo prima, le stesse garanzie. . Attenzione, quindi, all'importo caricato.