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Dialogo tra un grande scienziato e un abile investitore

La paura e l'avidità giocano brutti scherzi, anche in finanza

Warren Buffet: "Negli investimenti più che l'intelligenza è importante il controllo delle emozioni".

Isaac Newton: "hai perfettamente ragione!"

Questo scambio di battute ovviamente non è mai esistito ma potrebbe aiutarti a riflettere su alcuni aspetti che riguardano il nostro comportamento quando investiamo, vediamo il perché.

Londra 1711

Con l'intento di alleviare le finanze pubbliche inglesi gravate dal peso di un importante debito pubblico contratto per sostenere due guerre combattute contemporaneamente, viene fondata la Compagnia del Mare del Sud. La compagnia si accolla parte del debito pubblico, avendo in cambio il privilegio del monopolio sui ricchi mercati marittimi del Sud America a quel tempo però controllati dagli spagnoli. I vecchi creditori del debito inglese sarebbero stati trasformati in azionisti mentre il governo avrebbe continuato a pagare la sola quota interessi sul debito.

Londra 1720

Le azioni della compagnia iniziano a gonfiarsi: da gennaio ad agosto la quotazione registrò un incremento di oltre il 680% per effetto di forti speculazioni e promesse di rendimento anche della stessa società, derivanti dallo sviluppo dei mercati marittimi del nuovo mondo. Toccato il valore di 1.000 sterline per azione il prezzo inizia a crollare per ritornare prima della fine dell'anno intorno a 100 sterline per azione.

Cosa c'entra Isaac Newton?

È piuttosto noto il coinvolgimento del celeberrimo scienziato nel tracollo della compagnia ed uno studio del 2018 dell'università del Minnesota ha provato a fare maggiore chiarezza sulla vicenda. Dallo studio si evince che prima dello scoppio della bolla Isaac Newton avesse già in portafoglio azioni della compagnia, oltre a titoli di Stato.

All'inizio del 1720 liquidò la maggior parte delle sue azioni per un profitto di circa 20.000 sterline (circa 20 milioni di euro attuali!). Tuttavia, poche settimane dopo, sembra che sia tornato sul mercato e abbia speso tutti quei soldi per riacquistare le azioni al doppio del prezzo a cui le aveva vendute. Così facendo ha commesso alcuni tra i più tipici errori di finanza comportamentale. Infatti, nonostante avesse già guadagnato somme ingenti, spinto da emozioni difficili da controllare, come l'avidità e la paura di perdere ulteriori facili guadagni, ha seguito il comportamento dei più che continuavano ad acquistare (contribuendo a creare quella che in gergo si chiama appunto una bolla). In altre parole, ha ceduto al canto delle sirene (l'euforia del mercato), e ha buttato in mare tutti i sui guadagni.

Secondo la stima più prudente, le sue perdite alla fine dello scoppio della bolla, quasi sicuramente superavano le 10.000 sterline mentre stime comunque plausibili raddoppiano tale valore.

 "Posso calcolare il movimento delle stelle, ma non la follia degli uomini"

La storia spesso narrata vuole Newton in rovina mentre lo studio afferma che Newton comunque morì ricco ma perché era tale già prima della dinamica speculativa: le perdite registrate furono comunque ingenti.

Il QI e l'insegnamento di Warren Buffett

Sembra che Isaac Newton avesse un QI stimato pari a 190 collocandolo tra le menti più intelligenti della storia, eppure non fu abbastanza per salvarlo da una manovra sconsiderata per i suoi investimenti. A proposito di intelligenza e comportamento, il noto investitore americano Warren Buffett ha affermato in una intervista nel 2022 che non bisogna essere un genio per diventare un investitore come lui ma occorre temperamento, il giusto orientamento e ragionare sul lungo termine.

Siamo sicuri che anche Isaac Newton oggi sarebbe d'accordo con lui!

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