Lavoro e diversità di genere

Cosa ne sappiamo e cos'altro scoprire il 26 ottobre

Una recente ricerca esamina il divario tra uomini e donne nella partecipazione nel mercato del lavoro. L'esistenza di un divario di genere nella partecipazione nel mercato del lavoro è un fenomeno noto che riguarda tutti i paesi e le epoche. La percentuale di donne che hanno o sono in cerca di un lavoro retribuito - in gergo tecnico, le donne che "partecipano alla forza lavoro" - è più bassa rispetto a quella degli uomini.

Un recente lavoro di due ricercatrici - Ines Buono (Banca d'Italia) e Annalivia Polselli (University of Essex) - torna sulla questione approfondendone alcuni aspetti. Le autrici sottolineano che il divario di genere nella partecipazione alla forza lavoro è non solo più eterogeneo, ma nel complesso più ampio  nei paesi a reddito medio-basso che in quelli a reddito alto. Solo in questi ultimi, peraltro, il divario si è ristretto in misura notevole nel corso degli ultimi trent'anni grazie a una crescente partecipazione delle donne.

 

Il divario di genere nella partecipazione alla forza lavoro

nei paesi ad alto reddito e a reddito medio-basso

divario di genere nella partecipazione alla forza lavoro

Anche in Italia la partecipazione femminile al mercato del lavoro è cresciuta ma rimane ancora molto più bassa rispetto alla media degli altri paesi avanzati.

Il lavoro, inoltre, mostra che nei paesi ad alto reddito l'aumento dell'occupazione femminile è spiegato principalmente dall'espansione del settore dei servizi, in cui la percentuale di lavoratrici donne è più alta. È sempre nei paesi più ricchi, infine, che le politiche istituzionali per le pari opportunità (come i servizi di cura dell'infanzia, le misure di supporto per i genitori o gli incentivi all'imprenditorialità femminile) sembrano essere più efficaci nel favorire un aumento dell'offerta di lavoro delle donne.

Quanto agli effetti dell'epidemia di Covid-19, durante la quale è aumentata soprattutto la disoccupazione femminile, i risultati delle autrici sono in linea con la recente letteratura che sottolinea l'importanza dell'introduzione di orari di lavoro più flessibili e della possibilità di lavorare da remoto per incentivare, nel lungo periodo, la partecipazione delle donne alla forza lavoro.

La minore partecipazione delle donne al mercato del lavoro contribuisce a spiegare il divario di genere che osserviamo anche nei livelli di cultura finanziaria. Un lavoro di ricerca pubblicato nel 2020 trova infatti che le competenze finanziarie delle donne che hanno un lavoro retribuito non sono significativamente diverse da quelle degli uomini in analoga posizione. Con l'attività di educazione finanziaria, la Banca d'Italia contribuisce a colmare questo divario migliorando conoscenze, consapevolezza e atteggiamento delle donne in materia di finanza e economia. Tra i nostri programmi di educazione finanziaria ricordiamo "Le donne contano" disponibile online, ma anche diffuso sul territorio grazie alla collaborazione con le associazioni femminili, come Soroptimist International, e le associazioni professionali, come il Consiglio nazionale del Notariato. Inoltre, organizziamo eventi di sensibilizzazione sull'importanza dell'educazione finanziaria per le donne,  tra cui "Le donne e la cultura finanziaria: gli strumenti per avvicinarle", che il prossimo 26 ottobre (nell'ambito del Mese dell'Educazione finanziaria) potrà essere seguito online da chiunque sia interessato.

Le donne e la cultura finanziaria - diretta video

Hai trovato utile questo contenuto?