Abbiamo diritto ad avere un conto corrente?
Tra le lamentele presentate dai clienti delle banche con ricorsi all'ABF o con esposti alla Banca d'Italia, c'è il rifiuto da parte della banca o altro intermediario della richiesta di aprire un conto corrente, importante per la vita quotidiana e per l'integrazione nel contesto sociale ed economico.
È utile sapere che le banche e gli altri prestatori di servizi di pagamento in via generale non sono obbligati ad accettare le richieste di apertura di un conto di pagamento. Questa valutazione rientra nella loro sfera di autonomia, da esercitare nel rispetto delle regole di trasparenza e correttezza nei confronti dei clienti e delle cautele imposte alle banche dalla normativa antiriciclaggio. Ma c'è un'importante eccezione: il conto di base, ossia un conto che offre i servizi di pagamento fondamentali.
Se quindi non possiamo parlare di un vero e proprio diritto di accesso al conto generalizzato ed incondizionato, i consumatori hanno comunque il diritto ad ottenere un conto di pagamento con caratteristiche di base.
La disciplina del conto di base prevede un pacchetto prestabilito di operazioni e di servizi di pagamento fondamentali (ad esempio, la possibilità di depositare fondi, prelevare contante, eseguire e ricevere operazioni di pagamento), a fronte di un canone annuo ragionevole (per alcune categorie di soggetti il conto di base è gratuito). Le banche, Poste Italiane e gli altri soggetti che offrono servizi di pagamento possono rifiutare di aprire un conto di base solo se la persona non ha i requisiti previsti (se ha già un altro conto di pagamento in Italia o non agisce in qualità di consumatore o non soggiorna legalmente nell'Unione europea) o per assicurare il rispetto della normativa in materia di antiriciclaggio.