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Bitcoin e i suoi fratelli. Che cosa sta succedendo nel mercato delle criptoattività?

Nei giorni scorsi il valore di un Bitcoin è crollato sotto i 30.000 dollari, tornando ai livelli del luglio 2021. La criptoattività ha perso circa la metà del suo valore rispetto ai picchi raggiunti lo scorso novembre.

I bitcoin ci hanno abituati a grandi variazioni di prezzo: ci hanno suggerito l'idea delle montagne russe, quando ne abbiamo parlato a proposito delle quotazioni da record raggiunte nelle prime settimane del 2021.

Adesso registriamo un ribasso importante. Una delle cause principali della caduta del prezzo di Bitcoin è stato il rialzo dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve, la banca centrale degli Stati Uniti. A questo si aggiunge l'aumento dell'incertezza sulle prospettive dell'economia globale, che rende gli investitori meno propensi ad acquistare attività molto rischiose.

Ma qual è il legame tra il prezzo di un'attività rischiosa, come il Bitcoin, e i tassi di interesse fissati dalle banche centrali?

Quando i tassi di interesse sono molto bassi, come è accaduto negli ultimi anni, gli investitori sono spinti ad acquistare attività rischiose, alla ricerca di un rendimento per i propri risparmi. Ricordiamo la regola di base che a un maggior rischio corrisponde un maggior rendimento.

Quello che sta accadendo da qualche mese - ne avevamo parlato già in questo articolo - è esattamente l'opposto: il rialzo dei tassi della Federal Reserve incentiva gli investitori a liberarsi di strumenti finanziari rischiosi, come il Bitcoin, per ritornare su titoli più sicuri, che comunque garantiscono un rendimento più alto rispetto al passato.

Ma Bitcoin non è stata l'unica criptoattività a fare le spese del rialzo dei tassi di interesse. Di criptoattività ne esistono migliaia e il crollo degli ultimi giorni è stato generalizzato. È emersa, ancora una volta, l'estrema volatilità di questi strumenti finanziari. E di nuovo a farne le spese sono soprattutto piccoli investitori, poco consapevoli dei rischi che corrono acquistando queste attività.

Non ci stancheremo mai di ripeterlo: è bene che i piccoli risparmiatori non convertano in criptoattività più denaro di quanto possano permettersi di perdere!

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