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Oggi è importante saper usare il computer e le altre tecnologie digitali per raccogliere informazioni, valutarle e crearle. Lo è anche saper risolvere i problemi con un approccio "informatico": scomporli se complessi, riconoscere schemi, generalizzare soluzioni e sviluppare algoritmi per la loro soluzione. Un'indagine internazionale, ICILS, mostra che gli studenti italiani ben figurano nel confronto con altri Paesi su queste capacità - le competenze digitali e quelle di pensiero computazionale - utili anche per gestire bene il denaro.
L'indagine ICILS (International Computer and Information Literacy Study) valuta le competenze digitali e di pensiero computazionale degli studenti. È promossa dall'International Association for the Evaluation of Educational Achievement (IEA) e per l'Italia è curata da INVALSI. Alla rilevazione hanno preso parte più di 130mila studenti fra i 13 e i 14 anni provenienti da 34 Paesi, di cui oltre 3mila dall'Italia. I risultati sono stati presentati il 12 novembre.
Le competenze digitali (Computer and Information Literacy, CIL) si riferiscono alla capacità degli studenti di usare in modo critico e responsabile le tecnologie digitali per raccogliere, gestire, valutare e creare informazioni, comprendendo allo stesso tempo le implicazioni sociali ed etiche legate al loro uso.
Gli studenti italiani hanno fatto registrare un notevole miglioramento rispetto alla rilevazione precedente: nel 2023 hanno ottenuto un punteggio medio di 491 punti sulla scala CIL, segnando un aumento di 30 punti rispetto al 2018. Grazie a questo progresso, gli studenti italiani si sono collocati sopra la media internazionale (476 punti), un importante passo in avanti nelle loro competenze digitali e un impegno concreto nel migliorare l'educazione digitale nelle scuole.
Come spesso accade, i dati nazionali celano però disparità tra aree geografiche e gruppi socioeconomici. In Italia gli studenti del Nord Ovest, del Nord Est e del Centro hanno risultati significativamente superiori rispetto alla media nazionale, mentre i loro coetanei del Sud e del Sud Isole ottengono risultati inferiori. Il contesto familiare, misurato attraverso il grado di istruzione dei genitori e il numero di libri presenti in casa, incide sulle competenze digitali in Italia e negli altri Paesi oggetto di rilevazione: in generale, gli studenti provenienti da contesti socioeconomici più avvantaggiati ottengono punteggi più alti nella scala CIL (la correlazione è pari a 0,30 in Italia e a 0,33 nella media internazionale).
Una delle notizie più incoraggianti che emerge dal rapporto ICILS riguarda il superamento del divario di genere nelle competenze digitali: le ragazze si sono dimostrate più competenti dei ragazzi. In Italia le studentesse hanno ottenuto un punteggio medio di 500 punti, contro i 482 degli studenti maschi. Questo risultato evidenzia non solo l'impegno crescente delle studentesse, ma anche un cambiamento positivo nelle dinamiche scolastiche per ridurre le disparità di genere.
Per la prima volta nell'ambito della rilevazione, l'Italia ha partecipato alla valutazione delle competenze di pensiero computazionale. Dal 2018 i Paesi che prendono parte all'indagine ICILS hanno infatti la possibilità di studiare la capacità di pensiero computazionale (Computational Thinking, CT), definito come la capacità di risolvere problemi reali attraverso l'uso di concetti e processi tipici dell'informatica.
Con un punteggio medio di 482 sulla scala CT, gli studenti italiani sono allineati alla media internazionale, dimostrando una preparazione simile a quella di Paesi come Austria, Germania, Norvegia, Portogallo e Svezia. A differenza delle competenze digitali, dove le ragazze ottengono punteggi superiori rispetto ai ragazzi, nelle competenze di pensiero computazionale non si rileva una differenza significativa tra i generi.
I risultati dell'indagine ICILS 2023 ci danno una buona notizia sul presente e sul futuro dei giovani italiani. Le competenze digitali e il pensiero computazionale sono abilità trasversali fondamentali per affrontare le sfide di un mondo sempre più digitalizzato. Questi saperi hanno un'implicazione anche per l'educazione finanziaria: in un contesto in cui le scelte finanziarie quotidiane passano frequentemente attraverso interfacce digitali, avere una solida preparazione in questo campo facilita l'acquisizione anche di competenze di finanza digitale.