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Competenze economiche e finanziarie e distorsioni cognitive

Più volte abbiamo sottolineato come le conoscenze finanziarie degli italiani siano modeste. Gli italiani sono però più consapevoli di altre popolazioni delle loro basse conoscenze. Fra il 2017 e il 2020 la percezione di possedere scarse capacità sui temi finanziari si è rafforzata. La percentuale di individui che ritengono di avere conoscenze sotto la media è superiore di circa 20 punti percentuali rispetto alla media OCSE. La tendenza a sottostimare le proprie conoscenze è più forte tra le donne: nel 2020 una intervistata su tre valuta il proprio livello di conoscenza finanziaria sotto la media, mentre in realtà realizza un punteggio sopra la media; tra gli uomini la quota scende a uno su quattro.

Soggetti che valutano le proprie competenze sotto la media pur conseguendo punteggi sopra la media


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Si può dire che gli italiani cadono meno nell'insidioso cortocircuito mentale - cosiddetto effetto Dunning-Kruger, dal nome dei due ricercatori della Cornell University che l'hanno descritto per primi - che condanna chi è poco esperto in un campo, non solo a conclusioni errate e a scelte sfortunate dovute alla propria ignoranza, ma addirittura a non accorgersi della propria incompetenza al punto da arrivare al paradosso di sopravalutare le proprie abilità.

All'origine di tutto c’è questa storia.

La storia dell'uomo invisibile o "La sindrome dell'impostore"

È il 1995. A Pittsburgh (Stati Uniti d'America, Pennsylvania) un uomo di quarantacinque anni in un solo pomeriggio svaligia due banche, a volto scoperto e senza nessun tentativo di travestirsi o di nascondere i suoi connotati. Nel giro di poche ore, guardando le immagini di sorveglianza, la polizia riesce a rintracciarlo e quindi arrestarlo.

McArthur Wheeler, il rapinatore, è incredulo. Non si spiega come il suo piano perfetto sia potuto fallire in questo modo. Eppure aveva calcolato tutto, avrebbe dovuto essere invisibile!

Pochi giorni prima, infatti, Wheeler aveva visto come un suo amico avesse reso invisibile delle scritte usando al posto dell'inchiostro del succo di limone; solo il calore aveva svelato il contenuto della lettera che aveva scritto. Così, illuminato dal potere della scienza, si era cosparso il volto di succo di limone, e per essere certo della sua teoria si era scattato un selfie con una polaroid, le prime macchine fotografiche istantanee. Caso volle che - come accadeva talvolta - la pellicola non si impressionasse correttamente e la foto risultasse di un indistinto alone bianco. La sua intuizione era corretta! La sua unica precauzione doveva essere quella di non avvicinarsi a fonti di calore, o di toccarsi la faccia, e sarebbe potuto entrare e uscire dalle banche senza poter essere riconosciuto o il suo volto restare impresso nelle immagini di video sorveglianza!

Due ricercatori di psicologia sociale della Cornell University, David Dunning e Justin Kruger, ne sono particolarmente colpiti. L'ipotesi di Dunning era che Wheeler era troppo stupido per rendersi conto di ciò che aveva fatto: in un certo senso la sua stupidità gli aveva nascosto la sua stessa stupidità. Per cercare di dimostrare questo assunto, i due colleghi riunirono un gruppo di volontari per compiere un esperimento: ogni partecipante avrebbe dovuto valutare le sue competenze in tre differenti aree (grammatica, ragionamento logico e umorismo) e in seguito essere sottoposto a dei test per verificare quanto realmente fosse preparato su questi tre argomenti.

L'esperimento confermò le loro ipotesi: chi aveva i livelli di competenza più bassi nelle tre aree si autodefiniva spesso "molto competente"; al contrario, coloro che avevano livelli di competenza medi o elevati tendevano a sottovalutarsi. I risultati dell’esperimento da allora portano il loro nome.

fiducia-competenza

Dunning spiega così il fenomeno: per ogni competenza, esistono persone esperte, mediamente esperte, o senza alcuna reale esperienza. L'effetto Dunning-Kruger consiste in questo: le persone pochissimo esperte hanno una scarsa consapevolezza della loro incompetenza. Fanno errori su errori, non imparano da essi, ma tendono comunque a credere di cavarsela. Un breve e divertente video della collana Ted-ed, spiega l'effetto in una manciata di minuti.

Cosa c'entra tutto questo con l’educazione finanziaria?

Sono distorsioni cognitive come queste che possono indurci in errore quando dobbiamo fare scelte di gestione delle nostre finanze. Prendiamo la decisione di investire parte dei nostri risparmi! Siamo davvero così in gamba da poterlo fare? Se avete risposto sì a cuor leggero, forse, è proprio una buona ragione invece per chiedere aiuto!

La fiducia in noi stessi è importante, ci porta a essere attivi e a creare positività anche nei confronti degli altri. Il problema, soprattutto in finanza, può nascere quando la fiducia diventa eccessiva perché ci porta a sottovalutare i rischi.

Per esempio, negli ultimi mesi sono aumentate le ricerche online nel tentativo di capire qualcosa su titoli come derivati e future ed è aumentata la consultazione dei social per avere informazioni sulla compravendita di titoli. Non è forse eccesso di autostima? Non sottende forse, questo comportamento, l'errata convinzione di poter comprendere facilmente, da soli, dinamiche finanziarie che nei casi più complessi possono non essere intuitive anche per chi ha fatto specifici studi in questa materia?

Questi sono solo alcuni esempi, tra i più ricorrenti, ma l’economia comportamentale, la scienza che applicando la psicologia cognitiva alla economia comportamentale ha studiato le distorsioni cognitive e emotive che caratterizzano il processo decisionale di tutti, ne ha documentati diversi. Per approfondire puoi cliccare qui e qui.

La buona notizia è che queste distorsioni sono prevedibili e per questo, se riconosciute, in certa misura controllabili. L'educazione finanziaria è anche disseminazione di questa consapevolezza.

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