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Così lontani, così vicini: evoluzione della telefonia e dell'euro

Di carta o digitale, le due facce della stessa moneta

La Stipel installa la prima cabina telefonica in Italia a Milano, il 10 febbraio 1952; nonostante Meucci avesse iniziato a lavorare al telefono oltre un secolo prima, la tecnologia negli anni '50 era ancora elitaria con un bassissimo numero di abbonati. Le cabine telefoniche rappresentavano l'avvio di un processo di accessibilità ed inclusione per il paese: alla fine degli anni '70 erano circa 33mila per raggiungere il picco con oltre 130mila postazioni nel 2009.

“Non si è mai soli, quando sei vicino a un telefono” spot della SIP del 1977

Le cabine telefoniche erano distribuite in luoghi pubblici come strade, piazze e stazioni ferroviarie, consentendo alle persone di comunicare in modo conveniente in situazioni di emergenza o quando necessitavano di una comunicazione immediata.

Con l'avvento dei telefoni cellulari e la diffusione della telefonia mobile, l'uso delle cabine telefoniche è diminuito drasticamente. Le persone ora portano i loro telefoni con sé ovunque vadano, rendendo i telefoni pubblici obsoleti e poco utilizzati: oggi in Italia ci sono più schede SIM che persone, mentre nelle cabine telefoniche si telefona meno di una volta ogni tre giorni.

Recentemente, dopo aver verificato l'ampia copertura della rete mobile su tutto il territorio, l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AgCom) ha deliberato che la rete di cabine telefoniche potrà essere smantellata. Eppure, i telefoni pubblici dovranno comunque essere garantiti nei "luoghi di rilevanza sociale": gli ospedali con almeno 10 posti letto, le caserme con almeno 50 occupanti stabili, le carceri e dove non arriva la copertura della rete mobile, come i rifugi di montagna.

Cosa c'entra questo breve excursus nel campo della telefonia con l'euro di carta e l'euro digitale?

Le banconote non sono obsolete come le cabine telefoniche; gli italiani, per esempio, ancora preferiscono il contante alle carte di pagamento ma i cittadini europei pagano sempre di più con strumenti digitali. Uno di questi, in futuro, potrà essere l'euro digitale.

Proseguendo nel progetto per la creazione della nuova versione della moneta, lo scorso 28 giugno la Commissione europea ha presentato due proposte legislative:

  • La prima per salvaguardare il ruolo del contante, cioè fare in modo che per le persone sia facile prelevare banconote (ad esempio monitorando il numero di ATM e sportelli bancari) e utilizzarle per pagare (assicurandosi che siano sempre accettate nei negozi) e
  • La seconda, per definire il quadro giuridico di un possibile euro digitale, una moneta pubblica digitale gratuita, ampiamente accettata e che garantisca la privacy degli utilizzatori, che verrebbe introdotta a integrazione delle banconote e delle monete in euro come alternativa in più rispetto all'offerta degli intermediari (ad esempio carte e bonifici).

Il pacchetto legislativo proposto dalla Commissione rappresenta solo il primo passo di un percorso che si annuncia lungo; si tratta tuttavia già di un traguardo importante per tutta l'Unione Europea. Infatti, con queste due proposte, la Commissione vuole da un lato assicurarsi che il contante rimanga un mezzo di pagamento sempre a disposizione di chi preferisce utilizzare banconote e monete; dall'altro istituisce un quadro normativo per la digitalizzazione delle banconote al fine di offrire una scelta in più ai cittadini europei che richiedono un servizio al passo con i tempi. Inoltre, l'euro digitale rappresenterà un importante strumento di inclusione e partecipazione per quegli oltre 13 milioni di cittadini europei che, attualmente al di fuori del sistema finanziario, non possono beneficiare della innovazione e digitalizzazione della moneta bancaria.

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