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Cripto: piattaforma The Rock Trading bloccata, si indaga per frode

Un altro terremoto nel mondo delle cripto-attività, e questa volta in Italia! Ricordiamo che per le piattaforme in cui si scambiano questi strumenti manca un sistema di norme e regole e manca una tutela per gli investitori. Il valore delle cripto-attività è altamente volatile, cioè soggetto a forti oscillazioni. Si può guadagnare molto, ma anche perdere tutto nel giro di poco tempo; non ci sono autorità pubbliche che possano tutelare i piccoli (e grandi) investitori. Se proprio si vuole investire in questi strumenti, è utile considerare di farlo solo con i soldi che ci si può permettere di perdere.

Cosa è successo

Dal 17 febbraio i clienti della piattaforma italiana per lo scambio di cripto-attività The Rock Trading (Trt) attendono di scoprire se sono i nuovi caduti di un mercato che ancora sfugge a regole e controlli. Quel giorno Trt ha comunicato di aver interrotto le operazioni per "difficoltà riscontrate nella gestione della liquidità". Da allora è impossibile per gli investitori rientrare in possesso dei propri soldi, convertire in denaro le cripto possedute o trasferirle altrove, perché i portafogli virtuali che contengono le attività sono bloccati; si possono solo consultare saldo e movimenti. Mentre l'ansia montava fra le migliaia di clienti, alcuni di loro hanno denunciato il fatto alle Procure di Firenze e Milano, che ora stanno indagando per il sospetto di frode.

Come funzionava la piattaforma

Trt è la prima piattaforma per lo scambio di cripto-attività in Italia. È una srl con sede a Milano che ha avviato l'attività nel 2011 e dieci anni dopo aveva un fatturato di 2,4 milioni e un utile di 1,3 milioni. Quanti siano oggi i clienti non si sa per certo (sui giornali si è parlato di 34.000 persone) e neppure a quanto ammontino esattamente le attività in bilancio.

La funzione principale della piattaforma era consentire l'acquisto e la vendita di cripto-attività permettendo di scambiarle con moneta legale (ad esempio Bitcoin con euro o Bitcoin con dollaro) o con altre cripto-attività (ad esempio Bitcoin con Ethereum).

Le cripto-attività però, lo abbiamo ricordato più volte, non sono valute ma un bene speculativo, quindi un investimento molto rischioso. Non si possono considerare una forma di moneta perché non svolgono adeguatamente nessuna delle funzioni che la moneta deve svolgere: non misurano bene il valore di beni e servizi e non sono utili né come mezzo di pagamento né come riserva di valore perché il loro prezzo è soggetto ad ampie oscillazioni.

Secondo ricostruzioni di stampa, Trt consentiva ai propri clienti di "depositare" anche la liquidità non investita in cripto-attività. Qui va ricordato che mentre i soldi depositati in una banca sono protetti da regole che di fatto annullano il rischio per i piccoli risparmiatori, quelli in giacenza in un portafoglio elettronico di una piattaforma di e-trading non godono di alcuna forma di tutela. Proprio per questo motivo non è prudente lasciare le nostre disponibilità liquide su questo tipo di piattaforme: non c'è alcuna certezza di ottenerne la restituzione in caso di problemi.

Un mercato ad alto rischio

Il sistema di trasferimenti, acquisti e detenzione di valute virtuali opera attualmente in un contesto normativo appena abbozzato (attendiamo l'approvazione di un regolamento europeo) e in cui è necessario muoversi con circospezione in quanto non sono previste forme di supervisione o di controllo da parte delle Autorità di vigilanza né specifiche tutele. Chi è stato vittima di comportamenti fraudolenti può comunque rivolgersi all'Autorità giudiziaria. In attesa di una disciplina specifica, l'Italia ha introdotto - prima fra i paesi europei - alcune regole per chi opera in questo mercato. Le piattaforme di acquisto e vendita di cripto-attività devono conformarsi alla disciplina prevista per l'antiriciclaggio e devono iscriversi a un elenco speciale gestito dall'Organismo agenti e mediatori (OAM). Quest'ultimo, proprio in connessione con la vicenda TRT, ha precisato di non avere poteri di controllo sulla correttezza e trasparenza degli operatori in criptovalute nei confronti dei clienti né sul rispetto delle disposizioni antiriciclaggio.

Senza regole e controlli, chi investe in cripto-attività lo fa senza tutele.

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