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Dante Alighieri, i falsari e l'educazione finanziaria

Il 25 marzo è Dantedì, la giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri. La memoria va ai banchi di scuola e ci fa scorgere nei versi del sommo poeta riflessioni sulla moneta.

Ivi è Romena, là dov' io falsai

la lega suggellata del Batista;

per ch'io il corpo sù arso lasciai.

(La Divina Commedia - Canto XXX: VIII cerchio, X bolgia, vv. 17-30)

Si racconta che i Conti Guidi di Romena, i fratelli Guido, Alessandro e Aghinolfo, sul finire del duecento avessero incaricato un certo Mastro Adamo da Brescia di falsificare i fiorini della Signoria di Firenze "tosando" le monete di ventiquattro carati d'oro e sostituendoli con metalli vili, all'ombra discreta dalle possenti mura del loro castello a Romena, in Toscana.

Molti personaggi della Divina Commedia sono tipici del momento storico in cui Dante ha vissuto: ci sono papi, conti, principi, ...e anche falsari.

Nell'inferno dantesco, distante appena due livelli da Lucifero, il poeta incontra proprio Mastro Adamo da Brescia: la sua pena in tempo di morte è l'idropisia, il trovarsi col ventre gonfio d'acqua (come un "liuto") e tormentato dalla sete. La condanna ricevuta in vita per il reato di contraffazione era stata la pena di morte per rogo. Il giudizio morale di Dante riflette le norme sociali dell'epoca per le quali contraffare una moneta, svilendola del suo valore, era un peccato tra i più gravi che si potessero immaginare.

Riconoscere un fiorino falso, all'epoca, non era semplicissimo: bisognava pesare le monete, grattarle, cercare insomma di verificare che la quantità di metallo e la sua qualità fossero giuste. Oggi riconoscere una banconota falsa è più semplice, grazie a un insieme di caratteristiche che possiamo notare al tatto, ad una prima indagine visiva, e muovendo le banconote: il metodo "tocca, guarda, muovi".

Per approfondire le caratteristiche, uniche per ciascuna delle banconote in euro, guarda la sezione del sito della Banca Centrale Europea.

Nel 2020 la Banca d'Italia ha riconosciuto false 65.229 banconote euro ritirate dalla circolazione (-27,7 per cento rispetto al 2019). Si tratta del dato più basso registrato dopo il 2002, anno in cui l'euro ha cominciato a circolare come moneta fisica.

Cosa fare quando si è in possesso di una banconota che non siamo sicuri sia autentica?

Una persona che abbia dei dubbi sulla legittimità di una banconota in suo possesso non deve tentare di spenderla, perché questo comportamento costituirebbe un reato; deve invece farla esaminare da addetti agli sportelli delle banche commerciali o degli uffici postali o delle Filiali della Banca d'Italia.

Se la banconota viene giudicata sospetta di falsità, viene ritirata dalla circolazione e trasmessa al Centro Nazionale di analisi delle banconote sospette di falsità della Banca d'Italia. Del ritiro viene redatto un verbale consegnato anche a chi ha presentato la banconota. Se la Banca d'Italia successivamente accerta la legittimità della moneta, l'esibitore viene rimborsato, senza alcuna trattenuta. In caso contrario all'esibitore non è dovuto alcun rimborso.

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