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Nel campo dell'ecologia, gli scienziati usano classificare gli animali in generalisti o specialisti, in base a come interagiscono con il proprio ambiente. I primi, per sopravvivere, possono mangiare una grande varietà di cibi e prosperare in una vasta gamma di habitat; i secondi invece possono fare affidamento solo su pochi tipi di alimenti e sopravvivono in ambienti più limitati. Vale anche per le piante, quelle generaliste riescono a prosperare negli ambienti più vari (anche per chi ha il pollice nero!) e quelle specialiste invece hanno bisogno di un ambiente specifico, ad esempio con temperature particolari.
Gli orsetti lavatori sono un esempio perfetto di specie generalista perché possono vivere in un vasto areale (foreste, montagne e grandi città) e sono onnivori, tra quelli più onnivori del mondo secondo uno scienziato, potendo banchettare con qualsiasi cosa: frutta, insetti, piccoli vertebrati, piante e persino rifiuti! Essendo estremamente versatili, quando le condizioni ambientali cambiano, gli esseri viventi generalisti sono in grado di adattarsi.
Sicuramente una delle immagini più note anche a chi ha poca familiarità con la natura è quella del koala, vera e propria icona del continente australiano, un marsupiale che è strettamente legato alle foreste con prevalenza di eucalipto, le cui foglie sono pressoché la sua unica fonte di alimentazione. Come se non bastasse, è talmente specializzato che predilige solo 20 tra le oltre 600 specie di eucalipto che vivono lì.
Purtroppo tra il 2019 e il 2020 in Australia sono divampati impressionanti incendi che hanno distrutto milioni di ettari di foreste di eucalipto. Oltre 60.000 koala sono morti e la specie d'improvviso si è ritrovata a rischio di estinzione. In questo caso, il cambiamento ambientale è una grande minaccia per chi occupa un posto preciso e solo quello nel mondo, cioè una nicchia ecologica.
Il mondo degli investimenti può essere suddiviso in classi di attività finanziarie, in inglese asset class; con questa espressione si identificano gruppi di strumenti finanziari dotati di caratteristiche simili e con comportamento analogo sui mercati. Una prima semplice lista di asset class, solo parziale, può essere: azioni, obbligazioni, e strumenti finanziari che replicano l'andamento del mercato immobiliare (i cosiddetti REITS).
Se per esempio consideriamo la prima categoria, le azioni, e ci dotiamo di una immaginaria lente di ingrandimento, possiamo ulteriormente suddividerla per area geografica (America, Europa, Giappone, paesi emergenti…) o per dimensione d'impresa (piccola, media o grande) o una combinazione delle due. Aumentando al massimo la potenza della nostra lente andremmo a vederne i singoli componenti, cioè le azioni delle singole società. Se per qualche motivo decidiamo di acquistare una o un ristretto numero di azioni, con una scarsa diversificazione, diventiamo un po' come i koala, ossia, nel nostro caso, un investitore iperspecializzato con tutti i rischi che ne conseguono! Più saremo specializzati, più le sorti dei nostri risparmi dipenderanno dall'andamento di uno o pochi titoli e più diventerà facile che un cambiamento inaspettato nell'"ambiente" (l'incendio delle foreste di eucalipto o l'insorgere di una recessione economica) metta a rischio la nostra sopravvivenza finanziaria (che è la prima cosa per avere successo, come insegna anche Warren Buffet!).
È facile trovare in rete delle vere e proprie "tavole" che riportano i rendimenti delle varie asset class anno per anno. Si può notare come questi rendimenti oscillano nel tempo tra perdite e guadagni e, soprattutto, di solito non si muovono all'unisono.
Un esempio di rendimento di alcune asset class
(valori percentuali)
Se aumentiamo la diversificazione dei nostri investimenti, cioè compriamo, ad esempio, non solo azioni, (di tutto il mondo!) ma anche obbligazioni, non solo quelle emesse dai governi, i titoli di Stato, ma anche emesse dalle imprese (societarie, in inglese corporate), piano piano iniziamo a diventare generalisti e possiamo meglio sopravvivere agli shock di mercato perché una forte perdita su una asset class non avrebbe effetti devastanti sui nostri risparmi.
Attenzione però che anche la diversificazione talvolta può non bastare per evitare del tutto delle perdite, se limitiamo l'osservazione nei singoli anni solari. Ad esempio il 2018 e il 2022 sono anni in cui un po' tutto è andato male (di converso il 2017 e il 2019 sono stati anni molto positivi per tutte le attività finanziarie).