• sei qui: Home
  • Notizie
  • Harry Markowitz, premio Nobel per l'economia, ci ha lasciato la scorsa settimana

Harry Markowitz, premio Nobel per l'economia, ci ha lasciato la scorsa settimana

Cosa ci ha insegnato?

Per usare le sue parole Markowitz ci ha insegnato che "un buon portafoglio è più di un lungo elenco di buone azioni e obbligazioni. È un insieme equilibrato, che fornisce all'investitore protezioni e opportunità rispetto a un'ampia gamma di contingenze. Per ridurre il rischio è necessario evitare un portafoglio i cui titoli siano tutti altamente correlati tra loro. Cento titoli i cui rendimenti aumentano e diminuiscono quasi all'unisono offrono poca protezione rispetto al rendimento incerto di un singolo titolo".

Harry Markowitz è morto il 22 giugno all'età di 95 anni È stato il papà della cosiddetta "moderna teoria di portafoglio" che ha rivoluzionato il modo di investire. Il suo primo lavoro sull'argomento è del 1952 ("Portfolio Selection") poi espanso nel 1959 con il famoso articolo sulla diversificazione efficiente degli investimenti ("Portfolio Selection: Efficient Diversification of Investments"). Nel 1990 grazie a questi contributi e ai loro impatti pratici sulla gestione degli investimenti fu insignito del prestigioso riconoscimento, insieme a Merton H. Miller and William F. Sharpe.

Qual è stata la rivoluzione di Markowitz?

Prima di Markowitz si compravano semplicemente le azioni delle società che si pensava avessero le migliori prospettive (quelle con il rendimento atteso più alto), dopo di lui si è tenuto conto anche di come le azioni si muovono l'una rispetto all'altra (la "correlazione"). Markowitz dimostrò, infatti, che il rischio di un portafoglio d'investimento, un insieme di azioni, ad esempio, dipende più dalla relazione tra le azioni che lo compongono che dal rischio delle singole azioni. È stato il primo a quantificare in modo rigoroso i benefici della diversificazione, cioè i vantaggi del non mettere tutte le uova nello stesso paniere, dimostrando come sia possibile ridurre il rischio complessivo del portafoglio senza penalizzare il rendimento fino a raggiungere il portafoglio "efficiente" o "ottimo", cioè quello con il rendimento più alto possibile a parità di rischio (l'insieme di questi portafogli "ottimi" prende il nome di "frontiera efficiente"). Quello che ci ha insegnato, quindi, è che non basta comprare le azioni delle migliori società, ma bisogna comprarne tante e tali che non si muovano all'unisono, cioè tutte sempre nella stessa direzione (in termini tecnici devono avere una bassa correlazione).

La correlazione

Che significa in pratica bassa correlazione?

Le azioni di una compagnia aerea sono poco correlate con quelle di una società petrolifera, perché quando il prezzo del petrolio diminuisce, la compagnia aerea guadagna di più per la diminuzione dei costi per il carburante e la società petrolifera guadagna di meno (scendono i ricavi) e viceversa quando il prezzo del petrolio sale.

E alta correlazione cosa significa in pratica?

Ad esempio, i prezzi delle azioni di una società petrolifera e di una società mineraria sono molto correlati perché si muovono spesso nella stessa direzione. Il valore di entrambe le società dipende, infatti, dai prezzi delle materie prime (petrolio e, ad esempio, alluminio) che a loro volta salgono e scendono spesso insieme.

Markowitz nella realtà

Meno noto è il fatto che Markowitz ha anche ispirato i padri della "finanza comportamentale" Daniel Kahneman and Amos Tversky, con un lavoro sempre del 1952, "The Utility of Wealth", dove teorizzava che la propensione al rischio non dipende da quanto siamo ricchi ma cambia al variare della ricchezza (se ricevo un'inaspettata somma di denaro, sono più disposto ad investirla in azioni o comprare un biglietto della lotteria, cioè a correre più rischi).

Forse lo ha "aiutato" il fatto che anche lui è stato soggetto a distorsioni comportamentali! Negli anni subito dopo la sua seminale pubblicazione sulla teoria del portafoglio non investiva ancora secondo le regole da lui stesso teorizzate (trascurava la correlazione tra gli investimenti!) In un'intervista di Jason Zweig, un giornalista del Wall Street Journal, Markowitz affermò: "ho visualizzato il mio dolore quando il mercato azionario saliva e io non c'ero o quando scendeva io ero dentro completamente. La mia intenzione era di minimizzare il mio futuro rimpianto [non di costruire un portafoglio efficiente!]. Quindi ho diviso il mio portafoglio tra il 50% obbligazioni e 50% azioni". Solo più tardi iniziò ad aggiustare il portafoglio in accordo con la sua teoria.

Visualizzazione del dolore e minimizzazione dei rimpianti

Secondo il giornalista non dovremmo meravigliarci che un economista affermato, perfettamente razionale, fondatore della moderna teoria di portafoglio, prendesse decisioni di investimento dettate dalle emozioni e non dalla razionalità dei modelli. Era un essere umano, come Newton che abbiamo incontrato qui.

Lo stesso Markowitz affermò che "il compito più importante di un consulente finanziario è portare i propri clienti nel posto giusto sulla frontiera efficiente dei loro portafogli... ma il loro compito numero due, molto vicino, è quello di creare portafogli con cui i clienti si sentano a proprio agio. È qui che entra in gioco la variabile del comportamento umano"

Ancora una volta emerge il ruolo importantissimo che giocano le emozioni, che possono mettere a rischio il nostro benessere e i nostri progetti e spesso ci portano lontano da scelte razionali. Conoscere la finanza quindi non basta, ma per fare scelte di investimento consapevoli bisogna conoscere anche le proprie emozioni!

Hai trovato utile questo contenuto?