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Negli ultimi anni le famiglie hanno ridotto gli investimenti in obbligazioni - titoli di debito - emesse dalle banche. Le ragioni sono numerose. Dal lato dell'offerta, la dinamica dei prestiti è stata debole: le banche non hanno avuto incentivi a offrire titoli ai clienti per finanziare l'aumento, lento, dei prestiti. Dal lato della domanda, le obbligazioni bancarie non sono coperte dal sistema di assicurazione dei depositi.
All'interno delle obbligazioni bancarie è cresciuto il peso delle emissioni di certificates (si veda il documento della Banca d'Italia "Un'analisi dei titoli di debito").
I certificates sono titoli di debito emessi dalle banche che comprendono una componente derivativa: il loro valore è collegato ad altre attività finanziarie sottostanti, come azioni, indici azionari, tassi di interesse, valute e materie prime.
A giugno del 2024 i certificates posseduti dalle famiglie avevano un valore di 56 miliardi di euro, contro 44 miliardi a giugno del 2023 (cfr. Rapporto sulla stabilità finanziaria, novembre 2024): dopo i titoli pubblici - come i BTP e i BOT - i certificates sono le obbligazioni più importanti nel portafoglio delle famiglie. Secondo l'indagine sui bilanci delle famiglie condotta dalla Banca d'Italia, circa il 10 per cento dei nuclei familiari investe in certificates. Si tratta in gran parte di famiglie con una buona situazione reddituale e patrimoniale.
I certificates possono essere acquistati e venduti sul mercato dei capitali e assumono forme diverse. Possono essere a capitale totalmente o parzialmente protetto; ma possono anche essere a capitale non protetto o addirittura "a leva", cioè in grado di amplificare i guadagni (e le perdite!) delle attività sottostanti. Per gli strumenti non protetti, la complessità dei contratti e le oscillazioni dei prezzi che possono colpire i prodotti espongono i risparmiatori a perdite quando hanno luogo eventi avversi. Solo investitori sofisticati devono avvicinarsi ai certificates. Chi li compra deve comprenderne il profilo rischio-rendimento e conoscere la struttura delle commissioni richieste dalle banche.