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Acquistare azioni significa acquistare il diritto a ricevere una parte degli utili futuri delle società in cui abbiamo deciso di investire: il loro prezzo riflette in ogni momento quello che gli investitori pensano potranno essere questi utili futuri, le cosiddette aspettative. Queste aspettative, o previsioni, cambiano nel tempo e con esse cambia il valore di mercato delle azioni.
Se il giorno dopo il nostro investimento in azioni venisse diffusa una cattiva notizia, come ad esempio un aumento improvviso dei tassi di interesse o una crisi economica, il prezzo delle azioni probabilmente scenderebbe e subiremmo una perdita inattesa. Al contrario, l'annuncio di utili superiori alle attese potrebbe spingere le quotazioni al rialzo e realizzeremmo un guadagno inatteso.
Nel complesso, sui prezzi azionari agiscono innumerevoli fattori e in futuro il valore del nostro investimento oscillerà su e giù - un po' come avviene nell'elettrocardiogramma - anche se fosse destinato a crescere nel tempo.
In finanza questa oscillazione dei prezzi prende il nome di volatilità ed è una delle misure principali per misurare il rischio di perdita: se il prezzo di un'azione storicamente oscilla poco intorno al suo valore medio il rischio è minore in quanto possiamo sperare di rivenderla senza subire molte perdite. Al contrario, una volatilità elevata indica uno strumento più rischioso perché il prezzo di vendita potrebbe assumere valori molto inferiori a quelli di acquisto.
La volatilità in finanza assume quindi il ruolo di "osservato speciale". Non solo è diversa da azione ad azione, ma cambia anche nel corso del tempo per una stessa azione e per il mercato azionario nel suo complesso. Una volatilità di mercato elevata, cioè una forte oscillazione giornaliera dei prezzi di molte azioni, è spesso sintomo di paura e incertezza sui mercati finanziari. Data la sua importanza, quindi, sono stati elaborati degli indicatori che riassumono la volatilità presente sui vari mercati. Il più famoso è il CBOE Volatility Index, VIX per gli amici, che viene chiamato anche "indice della paura" per il ruolo che ha la volatilità come indice di incertezza.
Questo indice viene pubblicato dalla Chicago Board Option Exchange (CBOE), una delle principali borse valori americane in cui vengono scambiati strumenti finanziari chiamati derivati.
Semplificando, il VIX è una misura della volatilità attesa nei successivi 30 giorni per l'indice azionario statunitense S&P500, cioè una previsione della variabilità del prezzo delle azioni delle principali società quotate degli Stati Uniti.
Un valore ridotto dell'indice indica che gli investitori si attendono oscillazioni contenute e sedute di borsa poco movimentate. In altre parole, gli investitori sono tranquilli. Al contrario, un valore elevato del VIX indica attese di variazioni anche significative dei prezzi: gli investitori hanno paura.
Anche se una volatilità elevata dal punto di vista strettamente tecnico significa solo che i prezzi oscillano di più sia in aumento che in diminuzione, l'esperienza mostra che periodi di volatilità alta e in crescita quasi sempre coincidono con periodi di diminuzione dei prezzi e perdite per gli investitori, mentre periodi di calma sui mercati e valori contenuti del VIX coincidono con un aumento del valore delle azioni.
Guardando all'andamento del VIX possiamo trovare conferma di questo comportamento.
Il VIX è sicuramente una misura dell'incertezza e del rischio sui mercati in un dato momento, ma quanto possa essere utilizzato per anticipare i rischi è dibattuto. Prevedere il futuro sui mercati finanziari è un esercizio molto complesso e farlo con esattezza è un lavoro riservato a maghi e cartomanti.
Oggi l'indice della paura è leggermente in aumento rispetto agli ultimi mesi ma rimane su valori in linea con la media di lungo periodo. Cosa accadrà in futuro però è difficile dirlo. Una delle poche certezze su cui possiamo contare è che a un maggior rendimento corrisponde sempre un maggior rischio. Se compriamo azioni per sperare in un rendimento più elevato dei titoli di Stato o dei depositi bancari, dobbiamo essere disposti a correre più rischi!