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La BCE mette mano alla cassetta degli attrezzi

La Banca centrale europea (BCE) ha di recente annunciato alcune modifiche al proprio assetto operativo per l'attuazione della politica monetaria, concludendo così un periodo di revisione iniziato nel dicembre 2022.

Cerchiamo innanzitutto di capire cosa è l'assetto operativo della BCE

L'assetto operativo della BCE (operational framework) consiste in un insieme di strumenti di politica monetaria con cui la banca centrale influenza i tassi di interesse a breve termine del mercato monetario (il mercato dove le banche e gli altri intermediari prestano e prendono a prestito denaro per periodi fino a 12 mesi). Questi strumenti costituiscono una sorta di "cassetta degli attrezzi" con cui la BCE persegue il suo obiettivo primario: la stabilità dei prezzi, cioè un'inflazione del 2% nel medio termine.

Lo strumento principale per immettere liquidità sul mercato (e influenzare i tassi di interesse) è rappresentato dalle "operazioni di mercato aperto". Tra queste troviamo le operazioni di rifinanziamento principale (main refinancing operations), condotte dalla BCE ogni settimana per concedere alle banche prestiti della durata di sette giorni. Vi sono poi le operazioni di rifinanziamento a più lungo termine, che possono avere una durata di 3 mesi o più lunga. Per aggiudicarsi gli importi le banche devono sempre dare in cambio un'adeguata garanzia e devono pagare il tasso di rifinanziamento principale, attualmente fissato dalla BCE al 4,5%.

A queste operazioni si affiancano le operazioni attivabili su iniziativa delle banche, due strumenti che la BCE mette a disposizione delle banche commerciali per gestire gli squilibri di liquidità giornalieri:

  1. se al termine della giornata lavorativa una banca ha bisogno di liquidità può chiedere un prestito alla BCE per un giorno ricorrendo all'operazione di rifinanziamento marginale (marginal lending facility). Il tasso di rifinanziamento marginale, attualmente pari al 4,75%, costituisce un tetto per i tassi a breve termine del mercato monetario: nessuna banca infatti sarebbe disposta a pagare un tasso di interesse più alto per prendere a prestito fondi a breve termine sapendo di potersi finanziare presso la BCE al 4,75%.
  2. al contrario, se al termine della giornata lavorativa la banca ha liquidità in eccesso, come accade da anni per il sistema bancario nel complesso, può depositarla presso la BCE con l'operazione di deposit facility a un tasso che attualmente è pari al 4%. Per ragioni analoghe a quelle del tasso di rifinanziamento marginale, questo tasso sui depositi costituisce un limite inferiore per i tassi a breve termine.

Il tasso di rifinanziamento marginale e quello sui depositi creano quello che la BCE definisce "corridoio dei tassi", cioè un limite minimo (tasso sui depositi) e un limite massimo (tasso di rifinanziamento marginale) al cui interno si muovono i tassi di mercato a breve termine, cioè i tassi a cui le banche si scambiano denaro tra di loro. Modificando il limite minimo e il limite massimo del corridoio, insieme al valore del tasso di rifinanziamento principale che ricade al suo interno, la BCE riesce a influenzare il costo del denaro all'interno dell'area dell'euro per perseguire l'obiettivo di un tasso di inflazione del 2% nel medio termine.

Corridoio dei tassi dal 2019 ad oggi

Testo per accessibilità: il grafico mostra l’andamento del tasso sui depositi, di rifinanziamento principale e marginale dal settembre 2019 all’aprile 2024. Dopo un lungo periodo di stabilità in cui i tre tassi erano pari, rispettivamente, a -0,5%, 0% e 0,25%, il grafico mostra una crescita “a scalini” a partire del luglio 2022, data a partire dalla quale i tassi hanno iniziato a crescere progressivamente fino a raggiungere nel settembre 2023 il 4%, 4,5% e 4,75% rispettivamente.

Fonte: BCE

Come è cambiato l'assetto operativo?

Una delle modifiche che la BCE ha annunciato riguarda proprio il tasso di rifinanziamento principale. Al momento il tasso è pari al 4,5%, cioè più alto del tasso sui depositi che è pari al 4%. Ciò significa che la BCE presta denaro ad un tasso più elevato rispetto a quello che paga alle banche per i loro depositi e questa differenza (spread in inglese) è stata fissata allo 0,50% fin dal settembre del 2019.

La BCE il 13 marzo scorso ha deciso di ridurre questo spread, che passerà dallo 0,50% allo 0,15% a partire dal prossimo 18 settembre. Perché questa decisione? Per limitare il potenziale margine di variabilità dei tassi a breve termine del mercato monetario. Cerchiamo di capire meglio.

Le operazioni di rifinanziamento principale sono state storicamente lo strumento fondamentale per controllare i tassi a breve. Tuttavia, a seguito della crisi finanziaria, la BCE ha effettuato anche operazioni straordinarie (cosiddette "non convenzionali") per immettere un grande ammontare di liquidità sul mercato: prestiti a lungo termine alle banche e acquisti diretti di titoli. Grazie all'elevato ammontare di liquidità disponibile sul mercato, da diversi anni il tasso di riferimento per la formazione dei tassi di interesse di mercato non è più il tasso di rifinanziamento principale ma quello sui depositi presso la BCE. È con questo tasso, infatti, che attualmente la BCE comunica l'orientamento della politica monetaria. Quando riduce questo tasso sta attuando una politica espansiva per favorire crescita e inflazione; quando, invece lo aumenta, mette in atto una politica restrittiva, con la finalità di rallentare la crescita dell'inflazione.

A partire dalla seconda metà del 2022, per riportare sotto controllo l'inflazione, la BCE ha gradualmente aumentato i tassi di interesse di politica monetaria. L'ammontare di liquidità in eccesso, cioè i depositi delle banche commerciali presso la BCE, anche se rimane significativo, è di conseguenza diminuito.

Proprio in vista della riduzione graduale della liquidità in eccesso, la BCE ha deciso di ridurre lo spread tra il tasso di rifinanziamento principale e quello sui depositi, con l'obiettivo di incentivare il ricorso da parte delle banche alle operazioni di rifinanziamento principale e contribuire a mantenere i tassi a breve termine del mercato monetario vicini al tasso di interesse sui depositi. Al tempo stesso, uno spread dello 0,15% lascerà spazio all'attività sul mercato monetario e incentiverà le banche a finanziarsi sul mercato.

Riassumendo

La BCE influenza il costo e la disponibilità di denaro attraverso la propria "cassetta degli attrezzi" e, tra questi, i tassi di politica monetaria rivestono un'importanza fondamentale. La montagna di liquidità in eccesso che la BCE ha creato, soprattutto attraverso le operazioni di acquisto di titoli, nel corso degli anni per fronteggiare una inflazione bassa si sta riducendo, anche se è ancora significativa. Per limitare il potenziale margine di variabilità dei tassi a breve termine del mercato monetario, la BCE ha preso la decisione di ridurre la differenza tra il tasso delle operazioni di rifinanziamento principale e il tasso sui depositi. La banca centrale ha di fatto affilato uno degli strumenti che le consentono il controllo dei i tassi a breve per il perseguimento dell'obiettivo finale della stabilità dei prezzi, cioè un'inflazione del 2% nel medio termine.

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