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Nel maggio scorso le criptoattività hanno subito forti riduzioni dei prezzi. In tutto il mondo è in corso un dibattito acceso su come regolamentarle, con l'obiettivo di tutelare i consumatori.
In Europa è in corso di definizione un regolamento sui mercati delle criptoattività ("Markets in Crypto-Assets Regulation", MiCA). In estrema sintesi MiCA contiene regole che riguardano tre fronti: regole sugli strumenti digitali basati sulla tecnologia blockchain, le "criptoattività" (punti 1, 2 e 3 di seguito); regole sui soggetti che li "emettono" o "offrono al pubblico" e regole sui soggetti che offrono servizi per conservarli o scambiarli (punto 4).
1. Il primo strumento, che il Regolamento chiama "e-money tokens" (EMT), corrisponde alla moneta elettronica, quella che già usiamo quando paghiamo con una carta prepagata. La sola differenza è che il nuovo strumento si basa sulla tecnologia blockchain. Come per le carte prepagate, questi strumenti rappresentano digitalmente moneta - ad esempio euro o dollari - che potrà essere trasferita in modo sicuro (crittografato) da un consumatore a un altro attraverso la blockchain. A questi strumenti si applicheranno nella sostanza le regole previste per la moneta elettronica, garantendone così la sicurezza.
2. Il secondo tipo di criptoattività comprende strumenti basati su un paniere di attività finanziarie o reali (ad esempio titoli o materie prime, come l'oro), il cui prezzo potrebbe variare nel tempo. Il Regolamento chiama questi strumenti "asset referenced tokens" (ART). Se il valore del paniere delle attività sottostanti varia, varierà anche il valore dell'ART. Chi li possiede sarà quindi esposto a un rischio, come quando compera un fondo d'investimento: tutto dipenderà dal tipo di attività sottostanti.
3. C'è poi la famiglia delle altre criptoattività, tra cui Bitcoin, ove talvolta è difficile individuare il soggetto emittente.
4. Il Regolamento ha scelto di applicare regole al soggetto che offre le criptoattività o che le scambia sul mercato. Le regole sugli emittenti (o offerenti) comprendono obblighi per chi emette o offre criptoattività, come avviene per gli strumenti finanziari tradizionali, ad esempio azioni o obbligazioni. Chi li emette deve essere legalmente identificabile - deve avere personalità giuridica - e deve descrivere il proprio progetto in un apposito documento denominato "white paper" (libro bianco). Deve inoltre rispettare i requisiti di correttezza, trasparenza e assenza di conflitti di interesse. Infine, ci sono le regole per i fornitori di servizi connessi allo scambio e al possesso delle criptoattività. Secondo il Regolamento, questi fornitori dovranno avere un patrimonio per fare fronte a eventuali crisi, rispettare regole di buon governo, separare le attività versate dai loro clienti da quelle proprie, rispettare requisiti di sicurezza informatica. In sintesi, se un soggetto vuole vendere o scambiare Bitcoin in modo professionale nei confronti del pubblico, deve avere una licenza e rispettare regole patrimoniali e di comportamento.
Anche nel mondo che verrà, con più regole sulle criptoattività, il consumatore dovrà comunque essere consapevole che il mercato di questi strumenti non solo resterà molto rischioso ma, per motivi tecnologici, non pienamente regolabile, e quindi con aree prive di tutela per gli utilizzatori.