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A partire dai primi mesi dello scorso anno i tassi di interesse hanno iniziato a crescere dopo anni in cui erano stati prossimi allo zero, come si vede nel grafico nel caso del rendimento offerto dai Buoni Ordinari del Tesoro (BOT) con scadenza 1 anno (linea tratteggiata grigia, scala destra). Nello stesso periodo la crescita dei depositi delle famiglie italiane si è progressivamente ridotta e dai primi mesi del 2023 i depositi hanno iniziato leggermente a diminuire rispetto ai 12 mesi precedenti (linea blu nel grafico, scala sinistra).
Fig. 1
Variazione dei depositi delle famiglie italiane
e rendimenti dei Buoni Ordinari del Tesoro con scadenza 1 anno
(valori percentuali)
Fonte: Base dati statistica della Banca d'Italia, Bloomberg.
Per scoprirlo, proviamo a ragionare per assurdo.
Secondo la Banca d'Italia la quantità di moneta (depositi e banconote) detenuta dalle famiglie italiane era pari, alla fine del 2021, a 1.626,5 miliardi di euro. Immaginiamo ora che tutti i depositi siano infruttiferi, come le banconote, e che quindi il guadagno totale degli italiani derivante dalla detenzione di questa quantità moneta sia pari a zero. Cosa accadrebbe, invece, se oggi investissero tutti questi soldi in BOT, cioè in strumenti finanziari che possono essere considerati quasi-moneta? Dati i tassi attuali, pari a circa il 4%, dopo un anno guadagnerebbero quasi 60 miliardi di euro, al netto della tassazione (che per i titoli di Stato italiani è pari al 12,5%). Una bella somma!
E se i tassi restassero al 4% per 10 anni e le famiglie continuassero a mantenere l'ammontare di moneta che avevano nel 2021 investito in BOT? Dopo 10 anni rinuncerebbero a 683 miliardi di euro. Una montagna di soldi!
In finanza questo mancato guadagno viene chiamato "costo opportunità", cioè il costo di rimanere con il contante o lasciare i soldi sui conti correnti, ottenendo poco o nulla in cambio, invece di investire e ottenere un guadagno. Quando salgono i tassi il costo opportunità di detenere moneta cresce e non è realistico pensare che le persone rimangano indifferenti rinunciando a possibilità di guadagno. In altre parole, le persone si accorgono dell'aumento dei tassi di interesse e spostano progressivamente i propri soldi dal contante ai mercati finanziari affinché i propri risparmi possano crescere nel tempo.
L'aumento dei tassi di interesse crea infatti un disequilibro che viene pian piano ristabilito dalle decisioni di investimento di famiglie e imprese: via via che i tassi di interesse aumentano le persone scambiano i propri soldi con strumenti di investimento. Questo processo, per quanto possa essere lento, è inevitabile e alla fine il mercato finanziario dopo l'aumento dei tassi di interesse raggiungerà un nuovo punto di equilibrio in cui sarà minore la quantità di moneta detenuta (depositi e banconote) e maggiore l'ammontare degli investimenti.
Molti di noi ricorderanno sicuramente la celebre frase con cui affermava di poter sollevare il mondo se avesse avuto a disposizione una barra, una leva, abbastanza lunga e un punto di appoggio.
Per cercare di capire meglio le ragioni per le quali può avvenire questo scambio tra denaro depositato sui conti e denaro investito in strumenti finanziari possiamo chiedere aiuto proprio ad Archimede e immaginare il sistema finanziario come una gigantesca leva.
Lo studio delle leve ha rivoluzionato la vita dell'uomo e ha permesso di compiere sforzi fino a quel momento inimmaginabili. Con una leva abbastanza lunga ad esempio ciascuno di noi sarebbe in grado di sollevare perfino un elefante!
Il funzionamento della leva è molto semplice e necessita di due oggetti:
Più il fulcro (F) è vicino al peso che si vuole sollevare (l'elefante), minore è la forza che dobbiamo applicare per compiere questo sforzo (il peso dell'uomo). Posizionare il fulcro ci consente di modificare la forza che serve per sollevare un certo peso e raggiungere un punto di equilibrio in cui nessuno dei due pesi (l'uomo e l'elefante) prevale sull'altro e la leva rimane in posizione orizzontale.
L'immagine della leva è utile per capire i rapporti di forza non solo in fisica ma anche in finanza. Al posto dell'elefante possiamo immaginare una pila di banconote, cioè i 1626,5 miliardi di euro detenuti dalle famiglie italiane, e al posto dell'uomo una pila di strumenti di investimento, come ad esempio i Buoni Ordinari del Tesoro (BOT). E il fulcro?
Possiamo pensare al fulcro come il tasso di interesse di mercato. Quando aumenta il tasso di interesse, il fulcro si sposta verso gli investimenti finanziari e per mantenere l'equilibrio le persone aumentano gli investimenti in strumenti finanziari riducendo la quantità di moneta, banconote e depositi, detenuta. Viceversa, quando il tasso di interesse diminuisce il fulcro si sposta verso la moneta e le persone vendono attività di investimento in cambio di banconote.
È la banca centrale che, per controllare l'inflazione, stabilisce il livello dei tassi di interesse di riferimento che a loro volta influenzano i tassi a cui le banche si prestano il denaro tra loro e i tassi che famiglie e imprese pagano quando si indebitano. Maggiore è il tasso di interesse, maggiore sarà quindi il costo del denaro e del debito e maggiore sarà quindi il guadagno per chi presta soldi, che nel nostro esempio sono le persone che acquistano attività finanziarie, come i BOT (che non sono altro che prestiti allo Stato!).
Immaginare il sistema finanziario come una leva ci consente di capire in modo semplice cosa succede alla moneta se la banca centrale aumenta i tassi di interesse. I tecnici, a cui piace inventare termini complicatissimi anche per descrivere concetti molto semplici, direbbero che si riduce la domanda di moneta e aumenta la domanda di attività finanziarie. Per noi invece l'aumento dei tassi di interesse non è altro che lo spostamento del fulcro verso destra e la trasformazione di banconote in titoli per mantenere la leva in equilibrio.