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Quanto costa la gestione degli investimenti

Una piccola guida per scoprire quanto può costare un investimento

Quando investiamo paghiamo costi e commissioni di varia natura, spesso senza esserne pienamente consapevoli. I costi sostenuti per investire sono a fronte di servizi di consulenza e di gestione che possono avere un'utilità anche elevata. La finanza può essere complicata e il parere o l'aiuto degli esperti non può essere gratuito.

Ne scriviamo perché il rischio di non notare i costi dei nostri investimenti è elevato, in quanto non appaiono come una spesa esplicita sul conto corrente. Le commissioni vengono infatti quasi sempre detratte direttamente dal valore degli investimenti e per questo sono meno visibili.

Abbiamo quindi pensato a una breve guida per capire come scoprire quanto paghiamo e valutare sei i costi possono essere considerati adeguati all'investimento che vogliamo fare o abbiamo fatto.

Come scoprire quanto paghiamo

C'è un documento chiave da consultare per farsi una idea dei costi prima di investire. Per fare una stima di quanto ci potrebbe costare un certo prodotto di investimento, ad esempio un fondo comune, possiamo, in particolare, consultare il cosiddetto KID (Key Information Document), cioè il "Documento contenente le Informazioni Chiave". Questo documento, che deve essere fornito all'investitore prima dell'acquisto di un prodotto, offre anche altre preziose informazioni, ad esempio quelle sul profilo rischio/rendimento dell'investimento.

Dopo l'acquisto del prodotto, i costi effettivamente sostenuti potrebbero essere diversi da quelli stimati inizialmente, ad esempio nel caso di applicazione di sconti o agevolazioni. Per sapere quanto abbiamo effettivamente speso per investire possiamo consultare un altro documento che le banche ci devono mettere a disposizione almeno una volta all'anno, il rendiconto su costi e oneri. Questo documento, non solo riporta il costo effettivamente sostenuto per gli investimenti effettuati attraverso fondi e polizze, ma fornisce un quadro sintetico di riepilogo di tutti i costi sostenuti, come per esempio i costi di custodia e amministrazione dei titoli, le spese per l'acquisto e la vendita di titoli e quelli per la consulenza e gestione. Le banche e gli intermediari sono obbligati a inviare il rendiconto entro il 30 di aprile di ogni anno per le spese sostenute nell'anno solare precedente. Il rendiconto ha l'obiettivo di garantire maggiore trasparenza e tutela per gli investitori, permettendo loro di capire esattamente quanto stanno pagando per i prodotti e i servizi acquistati.

Come è fatto il rendiconto?

Non esiste un formato standard per il rendiconto: ogni banca o intermediario adotta un proprio modello. Anche il nome del documento può cambiare da banca a banca. Ma in ogni caso deve riportare tutte le tipologie di costo indicate dalla normativa e riassumerle in categorie, come ad esempio:

  1. servizi di investimento e accessori: possono essere i costi pagati alla banca per i servizi di consulenza in materia di investimenti e per la custodia e amministrazione dei titoli, le attività di analisi e monitoraggio del portafoglio, ecc.;
  2. prodotti finanziari: le commissioni che vanno agli emittenti dei prodotti di investimento, come fondi e polizze;
  3. costi di distribuzione: la parte dei costi dei prodotti finanziari che la banca riceve dalle società emittenti.

Nel rendiconto saranno quindi indicati il totale dei costi sostenuti dall'investitore, l'informazione sui costi retrocessi alle banche dai gestori di fondi e polizze e una ripartizione per categorie. Talvolta il rendiconto contiene anche un'altra utilissima informazione: il rendimento complessivo lordo e al netto dei costi degli investimenti. Se si desiderano informazioni o spiegazioni più dettagliate, si ha sempre il diritto di chiederle alla propria banca.

L'effetto dei costi sugli investimenti: l'importanza della consapevolezza

Forse già sappiamo che l'interesse composto è una forza potente che nel tempo sembra agire quasi come una magia sul valore dei nostri investimenti, consentendo ai guadagni reinvestiti di generare ulteriori guadagni. Anche i costi che sosteniamo per investire sono soggetti alla stessa potente forza, che in questo caso agisce purtroppo a nostro svantaggio: accumulandosi nel tempo i costi possono erodere notevolmente il valore dei nostri investimenti.

Facciamo un esempio pratico. Immaginiamo di avere un capitale investito di 20.000 euro che rende il 3,5% all'anno, cioè 700 euro il primo anno. Dopo vent'anni il nostro capitale avrà raggiunto circa 40.000 euro. Se però avremmo pagato, per la consulenza ricevuta o per il prodotto acquistato, costi annui pari all'1,5% del capitale, 300 euro il primo anno, alla fine dei vent'anni, il nostro capitale non supererà i 30.000 euro. Quello che sembra un piccolo sacrificio annuale accumulandosi nel tempo può fare una grande differenza. E se nei vent'anni il rendimento lordo del nostro capitale sarà stato pari a zero - purtroppo sui mercati finanziari le cose a volte possono andare storte -  a causa dei costi sostenuti ci ritroveremmo alla fine del periodo meno di 15.000 euro, un quarto in meno di quanto inizialmente investito.

In conclusione

Essere a conoscenza dei costi legati agli investimenti è essenziale per evitare di vedere eroso il proprio capitale nel tempo. Il KID e il rendiconto costi e oneri MiFID II sono strumenti preziosi per ottenere informazioni chiare sui costi, ma sta al risparmiatore leggerli con attenzione, discuterne con i propri consulenti e tenere sempre uno sguardo aperto a altre offerte disponibili sul mercato. Un piccolo investimento in conoscenza può fruttare molto nel tempo e consentire di raggiungere i propri obiettivi finanziari con meno sacrifici.

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