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La settimana scorsa una delle principali piattaforme per lo scambio delle criptovalute, FTX, è fallita mettendo a rischio i soldi che gli utenti avevano depositato presso di essa e provocando un terremoto sul mercato delle criptovalute. Come conseguenza, nel corso della settimana il prezzo del Bitcoin - che è la criptovaluta più conosciuta - è diminuito di oltre il 20 per cento. Eppure a gennaio scorso la piattaforma era stata valutata 32 miliardi di dollari, più del valore della società che gestisce la Borsa di Francoforte, o del NASDAQ, la società che gestisce l'omonimo mercato azionario statunitense, dove sono quotate molte società tecnologiche. Un mese fa FTX stringeva un accordo con VISA per permettere alle persone di acquistare beni e servizi con le criptovalute attraverso una carta di debito (un "'bancomat"').
Tutto è iniziato da alcune indiscrezioni sui rapporti di finanziamento tra FTX e una società collegata. Il valore della criptovaluta FTT, emessa dalla piattaforma, è crollato e gli utenti, spinti dalla paura, hanno iniziato a ritirare le somme depositate presso la piattaforma. Infatti, le piattaforme come FTX, oltre a consentire gli scambi, detengono i portafogli di criptovalute e i dollari degli utenti, al pari delle banche che detengono i risparmi dei cittadini.
In un primo momento si pensava che Binance potesse salvare la piattaforma rivale. Ma non è stato così; Binance ha fatto un passo indietro. FTX ha quindi cercato di raccogliere liquidità per 8 miliardi di dollari per fronteggiare le richieste di clienti e creditori. Ogni tentativo è stato vano. Alla fine della settimana FTX ha aperto una procedura fallimentare negli Stati Uniti. Gli scambi sulle varie piattaforme gestite sono bloccati e, soprattutto, gli utenti non sono più in grado di trasferire le criptovalute presso altre piattaforme o convertirle in moneta legale.
Di fatto, abbiamo assistito a una corsa agli sportelli digitale: al posto di una banca con i clienti in fila per ritirare i depositi, c'è una piattaforma di criptovalute con gli utenti che cercano di convertire le criptovalute stesse in moneta legale (euro ad esempio) ovvero di trasferirle in una piattaforma più sicura. C'è una differenza importantissima tra una banca e una piattaforma digitale in cui si scambiano criptovalute. Le banche sono assoggettate a un quadro normativo che ne disciplina in modo puntuale l'esistenza in vita, l'attività che svolgono e l'eventuale fuoriuscita dal mercato. Le banche sono anche sottoposte alla vigilanza delle Autorità di controllo, come ad esempio la BCE. Nel complesso, un insieme di norme e regole che riduce al minimo il rischio delle corse agli sportelli e le perdite per i risparmiatori. Vigilanza sul sistema bancario, assicurazione dei depositi, credito di ultima istanza (sono le banche centrali a fornire la liquidità necessari alle banche in difficoltà), regole per la risoluzione delle crisi bancarie e per la tutela dei risparmiatori (in questo video una panoramica) sono alcuni degli elementi di questo quadro.
Per le piattaforme in cui si scambiano le criptovalute non c'è nulla di tutto questo. Al momento, manca un sistema di norme e regole e manca una tutela per gli investitori. La moneta bancaria (gli euro depositati in banca) è estremamente più sicura delle criptovalute.
FTX non è la prima società del mondo delle cripto-attività a fallire e, probabilmente, non sarà l'ultima. Il mercato delle cripto-attività, come abbiamo visto e più volte ricordato, non è regolato e il valore delle criptovalute è altamente volatile, cioè soggetto a forti oscillazioni. Si può guadagnare molto, ma anche perdere tutto nel giro di poco tempo; non ci sono autorità pubbliche che possano tutelare i piccoli (e grandi) investitori. Se proprio vuoi partecipare al mercato delle criptovalute, ricorda di farlo solo con i soldi che puoi permetterti di perdere.