Italiani e mezzi di comunicazione digitali. La sicurezza passa anche per le competenze finanziarie
Ormai usiamo Internet per informarci, comunicare, guardare video, fare acquisti e lavorare. Ma siamo davvero pronti a farlo in modo sicuro e consapevole? Un'indagine promossa dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM)) ha evidenziato le principali difficoltà degli italiani nell'uso consapevole di internet, dei social media e delle tecnologie digitali. Il quadro che emerge mostra anche luci, ma con significative differenze tra generazioni, livelli di istruzione e abitudini d'uso.
Cosa serve per essere cittadini digitali consapevoli
Secondo il rapporto AGCOM, molte persone usano ogni giorno mezzi di comunicazione digitali, ma senza conoscere davvero come funzionano. Non basta saper usare lo smartphone o un social network: è necessario capire anche se una notizia è vera o falsa, se un contenuto è affidabile o meno, se un algoritmo ci sta mostrando sempre lo stesso tipo di contenuti.
Oggi è fondamentale avere capacità di giudizio critico per distinguere tra opinioni e fatti; essere consapevoli di come funzionano le piattaforme digitali; conoscere l'importanza della protezione dei dati personali e della sicurezza online; saper riconoscere e segnalare contenuti dannosi o falsi.
Queste competenze non sono diffuse in modo uniforme: i giovani, ad esempio, usano molto internet ma lo fanno spesso per intrattenimento; gli anziani, invece, sono meno presenti online, ma più vulnerabili alle truffe e alla disinformazione.
Quando internet diventa un rischio
Gli italiani intervistati hanno indicato tra i rischi principali:
- la diffusione di fake news e informazioni fuorvianti;
- il cyberbullismo, che colpisce soprattutto i più giovani;
- la violazione della privacy e il furto dei dati;
- le truffe online;
- l'esposizione a contenuti violenti, discriminatori o inappropriati.
Il problema è che molte persone non sanno come difendersi. La fruizione delle notizie avviene spesso in modo accidentale, scorrendo i social senza cercare attivamente informazioni. Questo porta a una comprensione superficiale dei fatti e rende più facile la diffusione di disinformazione.
I pericoli per i più giovani
I minori sono molto attivi online, soprattutto su piattaforme come TikTok, YouTube e Instagram. Qui trovano contenuti creati da altri utenti, che a volte promuovono comportamenti pericolosi: sfide estreme, disturbi alimentari, autolesionismo, odio verso determinati gruppi sociali. Questi contenuti, spesso mascherati da intrattenimento, possono avere un impatto serio sullo sviluppo emotivo e sociale dei ragazzi. Eppure, i genitori non sempre usano strumenti di controllo o dialogano con i figli sull'uso consapevole dei media.
Gli algoritmi decidono cosa vediamo
Un'altra questione poco conosciuta riguarda gli algoritmi. Sono i meccanismi automatici che decidono quali contenuti ci appaiono sui social, nei motori di ricerca o nelle piattaforme di streaming. Quasi nessuno sa come funzionano né come modificarne le impostazioni. Così ci imbattiamo spesso solo in contenuti in linea con i nostri interessi o le nostre opinioni. Rischiamo di chiuderci in una bolla informativa che limita la nostra capacità di confrontarci con idee diverse, riduce il pensiero critico e indebolisce la capacità di dialogo con chi la pensa diversamente da noi.
Il nuovo rischio: i deepfake
Tra i pericoli emergenti segnalati nel rapporto ci sono anche i deepfake, cioè video o audio creati con intelligenza artificiale che imitano perfettamente una persona, facendole dire o fare cose mai accadute. Oggi poche persone sanno riconoscerli.
Cosa possiamo fare
Il report conclude che serve un grande sforzo collettivo per aiutare i cittadini a diventare utenti consapevoli. Questo significa:
- investire nell'educazione digitale nelle scuole, fin dalla primaria;
- coinvolgere le famiglie in percorsi di formazione;
- rendere più chiare e accessibili le informazioni offerte dalle piattaforme;
- proteggere i minori e le persone più fragili dai contenuti dannosi.
Essere alfabetizzati digitalmente non è solo saper usare la tecnologia: è anche e soprattutto saperla comprendere, valutare e usare responsabilmente. Solo così potremo davvero partecipare alla società digitale, in modo attivo, critico e sicuro.
L'educazione finanziaria contro la disinformazione
La disinformazione online interessa anche i temi che riguardano la gestione dei nostri soldi. Notizie false, ingannevoli o distorte su questi temi possono avere conseguenze anche gravi per la nostra sicurezza economica. La disinformazione finanziaria è facilmente amplificata da social media, siti ingannevoli e contenuti generati da intelligenze artificiali: promesse di guadagni sugli investimenti irrealistici, notizie false sui titoli quotati in borsa, fino ad arrivare a vere e proprie truffe - casomai commesse grazie all'uso di video deepfake con noti esperti di finanza perfettamente imitati e campagne mirate su Telegram o WhatsApp - che ci spingono a trasferire denaro ai truffatori.
Con l'educazione finanziaria, che facciamo anche attraverso questo sito, possiamo acquisire le conoscenze necessarie per non cadere nella trappola della disinformazione e difenderci dalle truffe. Le persone con conoscenze di base di economia e finanza sono meno facilmente ingannabili e meno propense a compiere scelte dannose per i propri risparmi.
Quando si parla di denaro, la disinformazione non è solo un problema culturale: è un rischio concreto per la nostra sicurezza economica.