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La scorsa settimana è stata rilasciato il dato dell'inflazione annua per il mese di giugno per gli Stati Uniti. Il tasso del 9,1 per cento è stato superiore a quello che si attendevano gli economisti (8,8 per cento). Per lo stesso mese, la stima dell'inflazione per l'area dell'euro è dell'8,6 per cento. Sembrano valori non molto distanti. Sta accadendo esattamente la stessa cosa sulle due sponde dell'Atlantico?
Non proprio. Sull'inflazione nell'area dell'euro ha inciso in misura maggiore la crescita dei prezzi dell'energia e dei beni alimentari causata dalle interruzioni dell'offerta dovute alla guerra in Ucraina. Questa differenza appare in tutta la sua evidenza, se per il confronto si utilizza un'altra misura dell'inflazione, la cosiddetta inflazione di fondo o, inglese, inflazione core.
Nel mese di giugno l'inflazione di fondo, cioè l'inflazione al netto degli andamenti dei prezzi dei beni alimentari e dell'energia negli Stati Uniti, 5,9 per cento, è stata, infatti, molto più alta di quella nell'area dell'euro, pari al 3,7 per cento (stima).
L'inflazione dell'area dell'euro è soprattutto un'inflazione importata dall'estero, dovuta a fattori relativi all'offerta di beni e servizi; quella negli Stati Uniti, invece, ha una maggiore componente domestica, dovuta a un eccesso di domanda aggregata rispetto all'offerta e all'aumento del costo del lavoro.
L'inflazione da domanda avviene quando tante persone vogliono acquistare dei beni o servizi, la cosiddetta domanda, ma non ce ne sono in quantità sufficienti. In questi casi i prezzi aumentano e verranno soddisfatti solo coloro che sono in grado di pagare di più. La domanda di beni e servizi può eccedere l'offerta, perché questa non è in grado di aumentare con la stessa velocità della domanda. Questo è un po' quello che sta accadendo negli Stati Uniti.
Ma l'aumento dei prezzi può essere dovuto a problemi dal lato dell'offerta. Basti pensare all'aumento del prezzo delle materie prime necessarie per produrre un bene - ad esempio il petrolio, il gas o l'energia elettrica. In questi casi gli imprenditori, per mantenere invariato il loro profitto a fronte di un aumento dei costi, aumentano i prezzi dei prodotti. Un altro esempio di inflazione dovuto a fattori di offerta è quando l'offerta cala improvvisamente per fattori più o meno temporanei come la guerra in Ucraina o le restrizioni dovute al Covid che provocano interruzioni della produzione nelle fabbriche e problemi nei trasporti.
Nel caso dell'area dell'euro, sono più questo tipo di fattori, dal lato dell'offerta, piuttosto che una veloce crescita della domanda, a spiegare l'aumento dell'inflazione.
Cosa accadrà in futuro, lo scopriremo col tempo. L'inflazione è spesso un fenomeno globale, come l'aumento del prezzo delle materie prime, ad esempio, che negli scorsi mesi ha interessato tutti i paesi del mondo, anche se non esattamente nella stessa misura. Per ora, comunque, le possibilità che l'inflazione diminuisca sembrano maggiori nel caso dell'area dell'euro rispetto a quello degli Stati Uniti.