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Definizione. In queste settimane si è tornati a parlare di inflazione, dopo molto tempo in cui il fenomeno non destava preoccupazione. Ma che cosa è l'inflazione? Per inflazione si intende un aumento progressivo del livello generale dei prezzi e quindi una diminuzione del potere di acquisto della moneta, cioè della quantità di beni che può essere acquistata con una determinata quantità di moneta.
Se oggi l'inflazione è elevata non possiamo comprare gli stessi beni con la stessa quantità di denaro che usavamo ieri. Come è possibile? 10 euro oggi non sono gli stessi 10 euro di ieri? Sì, ma se tra ieri e oggi i prezzi sono aumentati, con gli stessi 10 euro oggi possiamo comprare meno beni rispetto a ieri.
Chi calcola l'inflazione? L'Istituto Nazionale di Statistica - l'Istat - ha il compito di stimare mensilmente l'andamento dei prezzi al consumo di una serie di prodotti, il cosiddetto paniere dei prezzi al consumo, la cui composizione è aggiornata annualmente per tener conto di come cambiano nel tempo i comportamenti dei consumatori. I comportamenti si possono modificare anche per effetto di eventi eccezionali, come la pandemia di Covid-19, che condizionano le scelte d'acquisto e la struttura dei consumi. Nel 2021, per esempio, le mascherine FFP2 sono entrate nel paniere dei prodotti utilizzato dall'Istat per la stima dell'indice nazionale dei prezzi al consumo.
Perché l'inflazione e la deflazione sono dannose? L'inflazione mette in discussione la stabilità dei prezzi. La Banca centrale europea ha il compito - assieme alle Banche centrali nazionali dei paesi dell'area dell'euro, come la Banca d'Italia - di mantenere la stabilità dei prezzi. Il Consiglio Direttivo della BCE ha individuato una situazione di stabilità dei prezzi come quella in cui l'aumento sui dodici mesi dell'indice dei prezzi al consumo per l'area dell'euro è del 2 per cento nel medio termine, ovvero in un arco di tempo congruo perché non vi abbiano effetto le oscillazioni, verso l'alto o verso il basso, dovute a eventi eccezionali (per approfondimenti clicca qui )
La variazione dei prezzi deve essere positiva, perché si vuole evitare un'inflazione troppo vicina allo zero. La deflazione, un calo del livello generale dei prezzi, ha infatti effetti negativi sull'economia. Vediamo alcune delle conseguenze negative di inflazione e deflazione.
Se i prezzi salgono rapidamente tenderemo ad anticipare i nostri acquisti. Il comportamento farà salire i prezzi ancora di più, innescando una "spirale inflazionistica" che ridurrà il potere di acquisto della moneta. Le conseguenze di una iperinflazione sono disastrose, come mostrato dall'esperienza della Repubblica di Weimar negli anni Venti del Novecento.
Ma anche la deflazione produce effetti negativi. Se i prezzi scendono, tenderemo a ritardare i nostri acquisti, aspettandoci che i prezzi continueranno a diminuire nel tempo; i commercianti non riusciranno più a vendere i loro beni e saranno costretti ad abbassare i prezzi per invogliarci all'acquisto. Le nostre aspettative si saranno dunque rivelate corrette! E continueremo a ritardare ulteriormente i nostri acquisti. Ma se le aziende non vendono i propri prodotti saranno costrette a ridurre i salari degli operai, o a licenziarli, con conseguenze drammatiche sull'intera economia.
Il banchiere centrale si trova nelle stesse condizioni di un medico che deve controllare le oscillazioni della pressione di un paziente. Se la pressione è troppo alta, bisogna farla scendere, perché altrimenti il paziente va incontro al rischio di patologie. Ma se la pressione è troppo bassa, il paziente non si alzerà neanche dal letto. Entrambe le situazioni - pressione troppo alta o troppo bassa - vanno combattute, così come inflazioni o deflazioni eccessive.