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E soprattutto…ha effetto sulle mie scelte finanziarie?
Lo spread sta tornando sotto i riflettori perché è in crescita da qualche mese, anche se rimane comunque molto al di sotto dei livelli più alti del passato. Il 14 febbraio ha raggiunto l'1,7 per cento circa. Allo scoppio della pandemia (marzo del 2020) è arrivato al 2,8 per cento. Il valore massimo è stato del 5,5 per cento nel novembre del 2011 durante la crisi dei debiti sovrani dell'area dell'euro.
L'andamento dello spread dal 2009
(valori percentuali)
Fonte: Bloomberg
Ma cos'è lo spread e perché si muove? Proviamo a fare chiarezza.
In finanza, spread è un termine generico che indica una differenza tra prezzi, rendimenti o tassi di interesse di due strumenti finanziari. Questa differenza può essere un indicatore molto utile per gli investitori. Se infatti, ad esempio, confrontiamo due obbligazioni con le stesse caratteristiche (scadenza, tipo tasso, valuta, ecc.) ma emesse da due soggetti diversi, lo spread rispecchia la diversa capacità dei due emittenti di rimborsare i soldi presi in prestito (o, meglio, la valutazione che gli investitori fanno nel tempo di questa capacità). Lo spread quindi è una misura del maggior rischio che ci si assume investendo nell'obbligazione con il rendimento più elevato.
Ma quando la stampa non specializzata parla di spread fa riferimento a una differenza molto precisa, quella tra il rendimento di un titolo di Stato italiano, un BTP che scade tra 10 anni, e il rendimento di un titolo tedesco, un Bund, con la stessa scadenza. Ricordiamo che più alto è il rendimento di un titolo più alto è il rischio che si assume. Se ad esempio il BTP rendesse il 2 per cento e il Bund lo 0,5 per cento, lo spread sarebbe pari all'1,5 per cento, o 150 punti base (100 punti base corrispondono all'1 per cento). La Germania è scelta come punto di riferimento (benchmark) in quanto è considerata il paese più affidabile dell'area dell'euro. Più è alto lo spread più il titolo italiano è considerato rischioso rispetto a quello tedesco. Lo spread è quindi una misura di quanto gli investitori percepiscano lo Stato italiano più a rischio della Germania nella capacità di rimborsare i soldi presi in prestito con l'emissione di titoli di Stato.
Ogni anno l'Italia emette circa 400 miliardi di nuovo debito e ogni anno qualcuno deve comprare quel debito, quei titoli di Stato: risparmiatori italiani, fondi pensione, assicurazioni, fondi di investimento. Se peggiora la loro percezione sulla capacità dello Stato di ripagare il debito, questi investitori chiederanno tassi di interesse più alti e lo spread, di conseguenza, tenderà ad aumentare.
Ma lo spread può variare anche se non cambia la valutazione degli investitori sulla capacità di rimborso del debito degli Stati. Questo accade nei periodi in cui gli investitori diventano più avversi al rischio, cioè meno disposti a subire perdite, tipicamente durante le crisi finanziarie quando c'è molta incertezza sulle prospettive dell'economia.
Lo spread ha iniziato ad aumentare nell'ottobre scorso per le incertezze degli investitori sull'evoluzione della politica monetaria nell'area dell'euro e sulle conseguenze che questo potrebbe avere per i paesi più indebitati. Nelle ultime settimane hanno contribuito all'aumento dello spread le preoccupazioni degli investitori a livello globale, dovute all'aumento dell'inflazione, ai possibili rialzi dei tassi di interesse e agli sviluppi geo-politici della crisi Ucraina.
Se hai già investito i tuoi risparmi in titoli di Stato, all'aumento dello spread corrisponde generalmente una diminuzione del valore dei tuoi titoli (quando salgono i rendimenti diminuiscono i prezzi dei titoli). Se invece stai valutando di acquistare un titolo di Stato, potresti ottenere un rendimento più alto di prima ma è importante capire quali siano i maggiori rischi che stanno provocando l'aumento dello spread.
Per chi ha un mutuo, invece, gli effetti di un aumento dello spread sono piuttosto limitati. Se il mutuo è a tasso fisso, per definizione le rate non cambiano per tutta la durata del prestito. Se il mutuo è a tasso variabile, l'aumento dello spread non comporta un automatico aumento della rata poiché i tassi di riferimento più utilizzati, ad esempio l'Euribor, non sono strettamente collegati all'andamento dello spread.