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Non è nostro compito dare consigli di investimento ma, come sempre facciamo, proviamo a dare un piccolo contributo per rafforzare conoscenze e competenze dei nostri utenti. Parliamo in particolare di due modalità di investimento, più semplici di quanto si possa pensare.
Innanzitutto niente panico, è semplice. PIC e PAC stanno rispettivamente per Piano di investimento di capitale e Piano di accumulo. Si tratta di due modalità diverse di fare un investimento finanziario che possono essere offerte dalle banche o da altri intermediari specializzati nella gestione dei risparmi.
I PIC corrispondono al tradizionale investimento fatto in un'unica soluzione affidando all'intermediario una somma da far fruttare. In sostanza equivalgono alla sottoscrizione di un fondo comune ordinario o negoziato in borsa (ETF). In realtà, non ci sarebbe stato nessuno bisogno di inventare questo acronimo se non in contrapposizione al PAC. Quest'ultimo termine ha, infatti, più ragione di esistere, anche se il suo significato è altrettanto semplice. I Piani di accumulo, infatti, sono investimenti fatti "a rate" anziché versando un capitale in un'unica soluzione. Con il PAC ci si impegna, in altre parole, a fare un investimento diluito nel tempo a scadenze prefissate (ad esempio, ogni mese o ogni tre mesi).
Investire a rate, cioè in momenti diversi, ha essenzialmente tre vantaggi. Il primo è quello di ridurre il rischio di investire tutto il capitale nel momento sbagliato, quando i prezzi delle azioni e delle obbligazioni sono molto alti. Gli acquisti fatti in tempi diversi permettono di beneficiare, in termini tecnici, della diversificazione temporale: si compra in più momenti, a prezzi alti e a prezzi bassi, e alla fine il prezzo di acquisto sarà una media. I PAC sono quindi particolarmente adatti agli investimenti più rischiosi, soggetti a fluttuazioni più elevate, come le azioni.
Gli altri due vantaggi sono di tipo psicologico. Siccome facendo un PAC ti sei più o meno legato a un piano prefissato, potrai più facilmente evitare che le reazioni emotive ai movimenti di breve termine del mercato ti portino a decisioni sbagliate e soprattutto costose. Il terzo vantaggio è che un PAC ti "costringe" a risparmiare. Con il PAC, infatti, decidi in anticipo che una certa somma, ad esempio, 100 euro al mese, sia prelevata dal tuo conto per un certo periodo di tempo, ad esempio due anni, e utilizzata per investire. Insomma, esagerando un po', dopo che avrai fatto un PAC sarai come Ulisse legato dai compagni all'albero maestro della nave per non farsi incantare dalle sirene, che nel nostro caso sono la paura nei momenti di crisi del mercato, l'euforia nei momenti di boom e la tendenza a spendere invece che risparmiare!
Ovviamente, dove ci sono dei vantaggi ci sono pure dei costi, a cui bisogna sempre stare molto attenti. Se hai già dei risparmi, investire a rate significa lasciare sul conto corrente delle somme infruttifere, o comunque con rendimenti molto contenuti, per un certo periodo di tempo potenzialmente anche lungo. Poi ci sono i veri e propri costi che possono essere più elevati di quelli sopportati nel caso degli investimenti in un'unica soluzione. La sottoscrizione di un PAC, infatti, comporta dei costi fissi non solo all'apertura e al momento del disinvestimento (la vendita del fondo), come nel caso della sottoscrizione di un fondo in unica soluzione (un PIC!), ma anche al versamento delle rate. Questi costi sono di solito di importo relativamente trascurabile (es. 10 euro all'apertura e al disinvestimento del PAC/PIC e un euro per ogni versamento delle rate di un PAC), ma possono incidere nel caso di PAC effettuato per cifre molto basse (ad esempio un investimento di 50 euro al mese per un anno).
Di solito non esistono altre forme di penalizzazione in caso di chiusura anticipata del PAC e le commissioni di uscita, cioè quelle pagate alla vendita delle quote del fondo, sono meno diffuse di quelle d'ingresso, sia per I PIC che per i PAC. È comunque sempre indispensabile accertarsi dell'eventuale esistenza anche di questi costi, chiedendo ai consulenti e, soprattutto, leggendo i prospetti informativi (cosa che, va riconosciuto, non sempre è facile!).
Infine ricordiamo che i fondi hanno sempre delle commissioni di gestione, PIC o PAC che siano, e a volte sono molto elevate.
Come sempre, occhio ai costi!