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Un principio cardine della teoria economica tradizionale è che gli individui non risentono di condizionamenti emotivi: quando hanno tutte le informazioni necessarie per prendere una decisione avveduta sono in grado di massimizzare il loro guadagno elaborando razionalmente tutte le informazioni. L'economia comportamentale ha invece dimostrato che tutti, quando prendono decisioni, specie in campo finanziario, rischiano di comportarsi in modo non del tutto razionale cadendo in errori legati all'istinto e alle emozioni, molto più ricorrenti e radicati nelle persone di quanto immaginiamo.
La neuroeconomia e la neurofinanza, utilizzando un approccio interdisciplinare relativamente nuovo, hanno cercato di migliorare ulteriormente la comprensione dei processi decisionali in campo economico focalizzandosi sul funzionamento del cervello attraverso l'uso di tecniche di neuroscienze come il tracciamento oculare o la risonanza magnetica funzionale. Le ricerche in questo campo mostrano che fattori come le caratteristiche genetiche e anagrafiche, l'ottimismo, il sentirsi competenti e la componente emozionale hanno un ruolo rilevante sul modo in cui vengono elaborate le informazioni nelle scelte finanziarie.
Il genere di appartenenza, ad esempio, può giocare una parte importante.
Neuroscienze e tracciamento oculare: il racconto di un esperimento
Da un recente studio di alcuni ricercatori dell'Università di Tor Vergata e dell'Università Politecnica delle Marche emerge che uomini e donne osservano in maniera diversa le informazioni considerate pertinenti nella scelta di un prodotto finanziario e questo ha un impatto sulla sua valutazione. In particolare, nello studio è stata applicata la tecnica del tracciamento oculare, che permette di individuare dove un individuo guarda e per quanto tempo. Con questa tecnica sono stati analizzati i meccanismi di attenzione alle informazioni contenute in un documento previsto dalla normativa di trasparenza sugli investimenti finanziari, il Key Investor Information Document (KIID). Il KIID È un prospetto che riassume le informazioni chiave del prodotto: gli obiettivi dell'investimento, gli indicatori rischio/rendimento del prodotto, i costi e le spese e le performance passate.
I risultati evidenziano che gli uomini tendono a concentrarsi sulla sezione relativa agli obiettivi dell'investimento e ai risultati passati mentre le donne si soffermerebbero sul profilo rischio/rendimenti e sui costi. Inoltre l'evidenza empirica sembra suggerire che per formulare un giudizio su un prodotto finanziario gli uomini si basano maggiormente su una narrazione descrittiva del prodotto e sulla rappresentazione grafica delle performance passate; le donne, invece, considerano con più attenzione la sintesi dei rischi e dei rendimenti del prodotto e i costi associati. Questo diverso approccio tra i due generi potrebbe influenzare in senso critico la valutazione delle donne verso i prodotti e, più in generale, spiegare la loro minore propensione al rischio rilevata in alcuni studi.
Perché la neurofinanza può contribuire alla tutela dell'investitore
La trasparenza informativa nell'offerta dei prodotti finanziari è cruciale nel ridurre l'asimmetria informativa tra i soggetti che offrono prodotti finanziari e gli investitori e aiuta questi ultimi a fare scelte consapevoli. Tuttavia la modalità con cui si sceglie di redigere il documento informativo, può influenzare le scelte di investimento di uomini e donne. La posizione, il colore e la grandezza delle varie tipologie di informazioni fornite possono condizionare il giudizio su un prodotto. La neurofinanza può aiutare a migliorare la valenza informativa dei prospetti e più in generale il modo in cui vengono fornite le informazioni, anche a scopo didattico, e accrescere il livello di tutela e autotutela dell'investitore.