• sei qui: Home
  • Notizie
  • Tassi di interesse e barrette di grafite

Tassi di interesse e barrette di grafite

Ecco cosa hanno in comune banche centrali e centrali nucleari

La produzione di energia elettrica attraverso le centrali nucleari avviene attraverso una serie di reazioni a livello subatomico: le particelle di uranio o di plutonio, i combustibili delle centrali, si scontrano le une con le altre generando energia. Maggiori sono gli scontri tra queste particelle, maggiore è l'energia prodotta dalla centrale nucleare. Per chi avesse visto il recente film sulla vita di Robert Oppenheimer è più facile immaginare come avvenga una reazione nucleare.

Questo processo è molto delicato e porta con sé grandi rischi: se le reazioni tra le particelle diventano troppo numerose la produzione di energia va fuori controllo, il nucleo del reattore della centrale si surriscalda e le conseguenze possono essere disastrose. Chi progetta centrali nucleari è ben consapevole di questo pericolo ed è per questo che ha come primo pensiero quello di prevedere strumenti in grado di controllare la reazione nucleare. In ogni centrale c’è infatti una sala di controllo che decide di aumentare o ridurre la produzione di energia attraverso strumenti che favoriscono o riducono gli scontri tra le particelle. Tra gli strumenti che vengono utilizzati troviamo le barre di grafite, che per le loro proprietà chimiche sono in grado di ridurre gli scontri tra gli atomi. Maggiori sono le barre di grafite che vengono inserite all'interno del nucleo del reattore, minore sarà la quantità di energia prodotta dalla centrale. Funzionano un po’ come un freno, servono a controllare la reazione e, soprattutto, a evitare il surriscaldamento della centrale.

Cosa c'entra la banca centrale?

Nel tenere a bada l'inflazione, le banche centrali sono un po' come le sale operative delle centrali nucleari che controllano l'energia prodotta (la crescita economica) dalle particelle subatomiche (famiglie e imprese) per evitare che il nucleo si surriscaldi (l'inflazione).

Infatti, così come la produzione di energia deve fare i conti con il calore prodotto dalla reazione nucleare, così la crescita economica deve fare i conti con l'inflazione. Per evitare che la crescita dei prezzi si surriscaldi fino ad andare fuori controllo, la banca centrale utilizza i tassi di interesse come la sala di controllo utilizza le barre di grafite per controllare la reazione. Più alti sono i tassi di interesse, maggiore è il numero delle barre di grafite che vengono inserite all'interno del "reattore". In questo modo la banca centrale evita che la crescita dei prezzi vada fuori controllo.

Tenere sotto controllo la crescita dei prezzi ha purtroppo degli effetti negativi: come inserire le barre di grafite all'interno del reattore riduce la quantità di energia prodotta dalla centrale, così l'aumento del tasso di interesse riduce la crescita economica. Gli investimenti diventano più costosi ed è più difficile per le famiglie e le imprese indebitarsi, le attività finanziarie perdono di valore, il tasso di cambio si apprezza penalizzando le esportazioni, peggiorando il bilancio dello Stato e così via. In breve, gli scontri tra le particelle si riducono.

Perché aumentare i tassi di interesse se gli effetti negativi sono così numerosi?

Se la temperatura del reattore è elevata la banca centrale non ha margine di manovra: se estraesse tutte le barre di grafite e stimolasse al massimo la produzione di energia riducendo a zero il livello dei tassi di interesse, il reattore nucleare si surriscalderebbe e l'inflazione esploderebbe. In casi estremi si potrebbe arrivare all'iperinflazione, cioè alla fusione del nocciolo del reattore, l'evento più grave per la centrale, con conseguenze potenzialmente disastrose per l'economia.

L'iperinflazione e i suoi effetti sul sistema economico

Se una inflazione bassa e controllata è fondamentale per il buon funzionamento dell'economia, un'elevata inflazione ha conseguenze economiche negative, soprattutto per le fasce più povere della popolazione, e, in casi estremi, può sfociare nell'iperinflazione.

Secondo l’economista P. Cagan si parla di iperinflazione quando i prezzi crescono del 50% al mese e, quindi, più che raddoppiano ogni due mesi. Nei casi di iperinflazione più gravi i prezzi possono anche raddoppiare di giorno in giorno.

L'iperinflazione è pericolosa e danneggia gravemente la moneta che, nei casi più estremi, perderebbe addirittura le proprie funzioni:

  • 1) unità di conto: la moneta ci aiuta a confrontare i beni tra loro. Ad esempio, se oggi un chilo di pane costa 4 euro e una piccola automobile 10 mila euro questo significa che dobbiamo scambiare 2.500 chili di pane per avere un'auto. Se l'inflazione fosse molto alta i prezzi cambierebbero di giorno in giorno e per noi sarebbe più difficile fare questi confronti e capire a quali beni rinunciare in cambio di altri
  • 2) mezzo di scambio: le banconote perderebbero di valore fino a non venire più accettate per le compravendite;
  • 3) riserva di valore: l'indebitamento diventerebbe molto costoso e i risparmi accumulati nel corso della vita andrebbero in fumo.

Insomma, i danni per l'economia sarebbero enormi.

Un esempio di iperinflazione è quello che è accaduto in Venezuela tra la fine del 2017 e la fine del 2021. A dicembre 2018 il tasso di inflazione rispetto a un anno prima è stato pari al 130.060%, cioè un aumento dei prezzi pari al 2% al giorno. Questo significa che se oggi un chilo di pane costa 4 euro, con questo tasso di inflazione domani costerebbe 8 centesimi in più, tra un mese 7 euro e 21 centesimi e tra un anno più di 5.200 euro!

Per fare un esempio di ciò che è realmente accaduto, ad agosto 2018 erano necessari 2,6 milioni di bolivar per comprare un rotolo di carta igienica e ben 14,6 milioni per comprare un pollo! Gli effetti dell'iperinflazione sono stati devastanti e hanno distrutto i risparmi e il potere d'acquisto della popolazione tanto che perfino oggi, nonostante l'inflazione sia diminuita, non è in grado di acquistare in molti casi nemmeno i beni essenziali. Da giugno, ad esempio, solo chi è così fortunato da avere una targa con i numeri finali uguali a quelli estratti potrà permettersi il lusso di comprare benzina ai distributori a prezzi sussidiati dallo Stato, nonostante il Venezuela sia tra i maggiori produttori di petrolio.

Controllare il calore prodotto dalla reazione nucleare, cioè la crescita dei prezzi, fare in modo che si mantenga su un certo livello è quindi l'obiettivo principale delle banche centrali. Nell'Eurosistema questo livello obiettivo è stato stabilito nel 2% annuo nel medio termine, un livello che agevola la crescita economica e al tempo stesso preserva le funzioni della moneta, evitando pericolosi squilibri. Queste decisioni sono così importanti e delicate che vengono prese dal Consiglio direttivo della Banca centrale europea, il principale organo della BCE composto da sei membri del Comitato esecutivo e dai Governatori delle Banche centrali che hanno adottato l'euro come moneta.

Compatibilmente con questo obiettivo la banca centrale ha come obiettivo secondario quello di sostenere la "produzione di energia", cioè la crescita economica, e può ridurre "il numero di barre nel nucleo", cioè i tassi di interesse, per stimolarla se la "temperatura del reattore", l'inflazione, non è elevata.

Hai trovato utile questo contenuto?