Gli errori della mente che ci fanno indebitare troppo

Categoria: Sovraindebitamento
Tempo di lettura 3 minuti
Pubblicato il 12/11/2025

Un infortunio, una malattia, la perdita del lavoro: eventi imprevedibili che possono terremotare il nostro bilancio familiare, quando all'improvviso i soldi non bastano più per coprire le spese. Se fra queste ci sono anche le rate di prestiti e altri debiti, al danno si può aggiungere la beffa di ritrovarci sovraindebitati; una condizione di grave sofferenza, non solo economica, di cui purtroppo approfittano i criminali che prestano denaro a usura, con esiti catastrofici per la vita delle loro vittime.

A volte però siamo noi stessi a rovinare il nostro bilancio e spingerci al sovraindebitamento: contraiamo prestiti che non potremo ripagare perché abbiamo fatto male i conti o non li abbiamo fatti per nulla. Questo accade per mancanza di conoscenze su caratteristiche, rischi e opportunità di un prestito, ma anche per il modo in cui prendiamo decisioni non del tutto razionali, a causa ad esempio di scorciatoie mentali e percezioni errate. Chiamiamo questi inciampi della mente distorsioni cognitive o "trappole comportamentali".

Attenti alle trappole!

Molte distorsioni cognitive contribuiscono a farci indebitare troppo. La preferenza per il presente ci porta a soddisfare subito i bisogni sottovalutando i costi futuri dei prestiti. L'eccesso di fiducia ci fa sopravvalutare la nostra capacità di restituire i prestiti. L'effetto inquadramento e l'effetto ancoraggio ci fanno concentrare sull'informazione presentata in modo accattivante o sulla singola rata "sostenibile" anziché sul costo totale del debito. L'avversione alle perdite, ad esempio alla riduzione del tenore di vita dopo un calo di reddito o un imprevisto, ci spinge a indebitarci oltre alla nostra capacità di rimborso pur di evitare la perdita.

Dobbiamo fare attenzione a queste trappole, in particolare con gli strumenti di indebitamento caratterizzati da procedure di accesso semplificate, , come il Buy Now Pay Later o la carta di credito revolving. Il primo passo per evitare queste trappole è conoscerle. Ci aiutano due discipline che indagano il rapporto tra mente e denaro: l'economia comportamentale e la neurofinanza. La prima ci spiega come le distorsioni cognitive e le emozioni influenzano il modo in cui gestiamo i soldi; la seconda, come il cervello affronta il rischio, l'incertezza e le perdite.

Un esempio. Pagare con la carta è come pagare in contanti? La neurofinanza ci dice di no: usare la carta ci espone di più al rischio di spendere in modo impulsivo o compulsivo. Nel nostro cervello, infatti, si attivano meno le aree collegate alla valutazione delle azioni e al coinvolgimento emotivo; è un "effetto anestetico" che ci rende meno consapevoli di quanto costano davvero le nostre scelte di consumo.

Ma dove possiamo trovare informazioni sulle trappole? Non solo negli articoli scientifici. La Banca d'Italia diffonde queste conoscenze attraverso questo sito - nella sezione dedicata, Trappole comportamentali e nelle Notizie - e con le altre iniziative di educazione finanziaria, come i percorsi formativi.

Fabio Bernasconi, Vice Capo del Dipartimento Tutela della clientela ed educazione finanziaria della Banca d'Italia ha affrontato questi temi recentemente al Trentennale della Fondazione Salus Populi Romani della Diocesi di Roma, sottolineando anche come la rete delle comunità parrocchiali, dove la Caritas offre luoghi quotidiani di ascolto, sostegno materiale e vicinanza umana, possono essere trasformati in un sistema capillare di educazione finanziaria.

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