IBAN

Fare un bonifico diventa un piccolo esercizio di pazienza quando arriva il momento di inserire l'IBAN, ma c'è un motivo se questo codice è così lungo. Vediamo cos'è questa sequenza composta da numeri e lettere, a cosa serve e perché devi fare molta attenzione quando la inserisci.

Cos'è il codice IBAN

Il codice IBAN è un codice che identifica ogni conto corrente attraverso una serie di numeri e lettere, in modo univoco e inconfondibile, come fa la targa per le auto. "IBAN" è una sigla inglese che sta per "Numero di conto bancario internazionale" (International Bank Account Number). Conoscere questo codice è indispensabile per fare bonifici e per autorizzare il pagamento automatico delle bollette (la "domiciliazione bancaria").

Puoi considerare il codice IBAN come l'indirizzo di un conto corrente. Per fare un bonifico, infatti, hai bisogno di inserire il codice IBAN del conto a cui intendi mandare il denaro - insieme al nome del beneficiario, al motivo ("causale") del pagamento e alla somma da trasferire ("importo").

Sbagliare anche solo una cifra può far arrivare la somma a un destinatario diverso, come sbagliare il numero civico quando spedisci un pacco.

L'IBAN è stato adottato da molti Paesi, primi fra tutti quelli dell'Unione europea. È molto diffuso, ma non è possibile considerarlo un sistema universalmente usato: alcuni grandi Paesi, come gli Stati Uniti, la Cina e il Brasile, usano sistemi di identificazione bancaria differenti.

Il codice IBAN ha una lunghezza variabile nel mondo, dai 15 caratteri della Norvegia ai 31 di Malta. In Italia ha 27 caratteri così suddivisi:

codice IBAN

La struttura del codice IBAN

La sequenza indica il Paese (i primi due caratteri), la banca (con il suo codice ABI di cinque cifre), l'agenzia o la filiale della banca (con il suo codice CAB di cinque cifre) e il numero di conto corrente (dodici cifre). Subito dopo la sigla del Paese - nel nostro caso "IT" - ci sono due numeri e una lettera che compongono il codice CIN, un codice di controllo verificato in automatico prima di ogni operazione.

Anche le carte prepagate possono avere il codice IBAN. In questo caso sono chiamate carte conto o carte ibanizzate e offrono alcuni servizi propri del conto corrente, come fare bonifici, pagare in automatico le bollette (la "domiciliazione bancaria") e ricevere lo stipendio.

I rischi

Cosa succede se inserisci il codice IBAN sbagliato? Dipende. Se il codice non esiste, il trasferimento del denaro non avviene e ti sarà segnalato un errore, per cui avrai modo di fare la correzione; se esiste, invece, il denaro viene trasferito sul conto corrispondente, diverso da quello che avresti voluto.

Nel caso di trasferimento al conto sbagliato, la banca è tenuta a fare il possibile per recuperare il denaro, ma non è considerata responsabile dell'errore: la responsabilità è di chi ha inserito il codice IBAN scorretto. Inoltre, se la persona che ha ricevuto il denaro per errore decide di trattenerlo, non puoi fare nulla per recuperarlo, se non ricorrere per vie legali.

Da ottobre 2025 banche e Poste sono obbligate a offrire ai propri clienti la verifica della corrispondenza tra il nome e l'IBAN del beneficiario. Dal 2027 questo obbligo riguarda anche gli altri intermediari che offrono servizi di pagamento, cioè gli Istituti di pagamento (IP) e gli Istituti di moneta elettronica (IMEL). Questa previsione può salvarci dagli errori ma non sempre dalle frodi, a cui dobbiamo continuare a prestare la massima attenzione.

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