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Nell'ordinamento italiano l'attività bancaria è definita come l'esercizio congiunto dell'attività di raccolta di risparmio tra il pubblico e dell'attività di concessione del credito (art. 10 del Testo unico bancario, d.lgs. 1 settembre 1993, n. 385 e successive modificazioni e integrazioni). La raccolta del risparmio presso il pubblico è prerogativa delle banche e viene definita come acquisizione di fondi con l'obbligo di rimborso, sia sotto forma di depositi sia sotto altra forma.
Coerentemente con l'ordinamento europeo, le banche possono esercitare oltre all'attività bancaria ogni altra attività finanziaria, fatte salve le riserve di attività previste dalla legge.
Ciò che distingue le banche dagli altri intermediari finanziari è la natura particolare delle loro passività (vale a dire, dei fondi che devono rimborsare a coloro che li hanno depositati): i clienti possono utilizzare le somme depositate sotto forma di conto corrente per effettuare "transazioni" (vale a dire, pagamenti) mediante strumenti di pagamento quali l'assegno, il bonifico o l'utilizzo di carte di debito (ad esempio, nei pagamenti a mezzo bancomat).
Poiché i depositi costituiscono una delle componenti quantitativamente più rilevanti della moneta, le banche svolgono un ruolo fondamentale nella trasmissione della politica monetaria dalla banca centrale all'intera economia.
Le banche raccolgono fondi attraverso i depositi ed emettendo obbligazioni (che consistono, in sostanza, nella promessa di rimborsare le somme ricevute, in una data stabilita e con un certo rendimento); mantengono una quota dei fondi raccolti in forma di cassa, per poter soddisfare le richieste di contante dei clienti, e investono concedendo prestiti e acquistando titoli.
Una parte della raccolta e degli investimenti può essere effettuata nei confronti di soggetti esteri (c.d. "attività e passività sull'estero"). Infine, nei sistemi bancari moderni, le banche acquistano e vendono fondi sul mercato interbancario (ossia, fra di loro).
La principale funzione economica svolta dalla banca consiste nel trasferire risorse finanziarie (ossia, moneta) dai soggetti che ne dispongono a quelli che invece ne difettano, ponendosi come controparte di ciascuno di essi. Questa funzione, detta di intermediazione, è esercitata attraverso la raccolta di fondi dai risparmiatori e la concessione di prestiti a imprese e famiglie, per le loro esigenze di investimento e consumo.
In un'economia senza intermediari finanziari un'impresa che ha bisogno di finanziamenti per un progetto di investimento dovrebbe raccogliere risorse finanziarie presso un grande numero di singoli risparmiatori, il che comporterebbe per l'impresa elevati costi.
A loro volta, i risparmiatori che eventualmente volessero investire le proprie risorse finanziarie direttamente, senza ricorrere all'ausilio di un intermediario finanziario, attraverso il finanziamento di un progetto di investimento di un'impresa, dovrebbero valutare individualmente la probabilità di successo del progetto stesso e la capacità del debitore di restituire il finanziamento (il c.d. "merito di credito"), seguire l'impresa nel corso della realizzazione dell'investimento e verificare il regolare andamento dei pagamenti degli interessi e la restituzione del capitale prestato.
La banca, in qualità di intermediario finanziario, si sostituisce a ciascun risparmiatore consentendo una riduzione dei costi di raccolta di informazioni, di valutazione e controllo. Inoltre, se il soggetto che chiede il prestito (detto anche "fido") ha un deposito presso la banca, quest'ultima ha il vantaggio di poter acquisire informazioni sul merito di credito dell'impresa attraverso l'esame della movimentazione del conto corrente. Una volta concesso il fido, l'andamento della relazione di credito tra banca e cliente ("affidato") produrrà ulteriori informazioni che potranno essere utilizzate dalla banca per il rinnovo o la concessione di altri fidi. Le imprese che hanno difficoltà ad accedere direttamente ai mercati finanziari, possono più facilmente ottenere finanziamenti dalle banche, proprio perché queste possono contare su un vasto patrimonio informativo derivante dalle loro relazioni con i clienti.
L'attività di intermediazione svolta dalle banche avviene tramite la cd. trasformazione delle scadenze. La banca raccoglie risorse in forma di depositi presso il pubblico, tipicamente rimborsabili "a vista", ossia su richiesta del depositante, e li trasforma in attività finanziarie solitamente meno liquide, come i prestiti, che di solito hanno durata superiore all'anno.
Poiché non tutti i depositanti prelevano contemporaneamente i loro fondi, la banca è in grado di utilizzare parte della raccolta per finanziare attività anche a più lunga durata, come i prestiti alle imprese e i mutui alle famiglie, e consente ai risparmiatori di effettuare pagamenti o prelevamenti di risorse in qualsiasi momento.
Rispetto ai singoli risparmiatori, la banca ha il vantaggio di poter diversificare maggiormente i rischi. Molti risparmiatori che dispongono di fondi limitati non vorrebbero investire tutti i propri risparmi in un prestito a una sola impresa, poiché il rischio sarebbe troppo elevato. Le banche hanno invece una dimensione sufficiente per poter effettuare prestiti a molte imprese - di settori e luoghi diversi - in modo da limitare la probabilità che tutte quante possano trovarsi contemporaneamente in difficoltà. Oltre a concedere prestiti a imprese e famiglie, le banche, acquistano attività finanziarie di varia natura: detengono titoli, effettuano operazioni interbancarie, concedono finanziamenti ad altri intermediari finanziari.
I fenomeni che abbiamo descritto - vale a dire la riduzione dei costi di informazione e di gestione della liquidità e la maggiore diversificazione dei rischi - accrescono le risorse finanziarie disponibili per il sistema economico. Alcuni studi di confronto internazionale hanno evidenziato che sistemi finanziari più efficienti e sviluppati favoriscono la crescita economica.
Le caratteristiche delle passività bancarie, in larga parte prelevabili a vista e utilizzabili per effettuare pagamenti, sono alla base della fragilità intrinseca dei sistemi bancari. Se i depositanti decidono contemporaneamente di prelevare integralmente i loro fondi le banche possono trovarsi in difficoltà. Se questo accade a una singola banca, il resto del sistema può fornire la liquidità necessaria; se vengono invece coinvolte più banche, la crisi potrebbe divenire sistemica.
Nei sistemi bancari moderni esistono alcuni strumenti che difendono la stabilità del sistema bancario, come l'assicurazione dei depositi o il ricorso alla banca centrale come "prestatore di ultima istanza" (il che vuol dire che, in caso di mancanza di liquidità, le banche possono avere dei prestiti da parte della banca centrale).
La fiducia dei risparmiatori nella capacità delle banche di rimborsare le somme depositate è connessa con la percezione da parte del pubblico di alcuni elementi che dipendono anche dalla loro sana e prudente gestione: la qualità del loro attivo (tanto maggiore quanto più alta è la redditività degli investimenti e più contenuto il livello di rischio ad essi connesso), la liquidità, la capacità di assorbire squilibri temporanei. Per questo motivo, l'attività delle banche è regolata da norme diverse da quelle che riguardano gli altri intermediari: in particolare, tali norme regolano la costituzione dell'impresa bancaria e la gestione delle situazioni di crisi, la qualità degli attivi e la concentrazione dei rischi, il livello del patrimonio dell'impresa bancaria in rapporto ai rischi assunti.
Le banche hanno accresciuto progressivamente la loro presenza in settori diversi dalla tradizionale raccolta di depositi e offerta di prestiti. Attualmente offrono servizi di intermediazione connessi con i mercati finanziari, ad esempio il collocamento e la negoziazione di titoli e la gestione del risparmio. L'espansione dell'attività bancaria in nuovi mercati e l'innovazione finanziaria accrescono le opportunità per la clientela di accedere a nuovi prodotti ma aumentano i rischi e la complessità del sistema finanziario.