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I titoli di Stato sono obbligazioni (vedi scheda obbligazioni ) emesse dai Governi per il finanziamento del proprio Paese e delle sue attività istituzionali. Per questo motivo sono anche chiamate "obbligazioni sovrane". In Italia sono emessi dal Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF) attraverso il Dipartimento del Tesoro. Rappresentano in altre parole un prestito allo Stato da parte dei sottoscrittori.
I titoli di Stato possono essere acquistati sia in asta, cioè al momento dell'emissione (mercato primario), sia sul mercato secondario, dove vengono quotidianamente scambiati. In entrambi i casi, è necessario rivolgersi alla propria banca o a un intermediario finanziario abilitato. Il calendario annuale delle aste dei titoli di Stato è pubblicato sul sito del Ministero dell'Economia e delle Finanze - Dipartimento del Tesoro. È possibile prenotare titoli almeno un giorno prima della data fissata per l'asta.
Un decreto del Ministero dell'Economia e delle Finanze ha fissato in 10 articoli le norme per la trasparenza nel collocamento presso il pubblico dei titoli di Stato. Si tratta di un decalogo che le banche e gli intermediari finanziari sono tenuti a osservare con la clientela che acquista i titoli di Stato. È bene che l'investitore lo conosca per capire se il proprio intermediario si sta comportando correttamente. Clicca qui per maggiori dettagli.
In base al rendimento, i titoli di Stato si distinguono in:
Le caratteristiche delle diverse tipologie di Titoli di Stato sono riportate nel sito del MEF.
Ai Governi, perché i titoli di Stato sono una fonte di finanziamento per il paese e favoriscono investimenti pubblici.
Ai piccoli risparmiatori, perché hanno la possibilità di impiegare i propri risparmi in uno strumento poco rischioso, che:
I titoli di Stato sono strumenti agevolmente liquidabili grazie agli elevati quantitativi emessi e alle numerose proposte di acquisto e vendita. Hanno quindi il vantaggio di potere essere rivenduti facilmente, prima della scadenza e alle condizioni in quel momento prevalenti sui mercati regolamentati, permettendo così di fronteggiare eventuali esigenze finanziarie improvvise e immediate.
Trattandosi di un credito che il sottoscrittore concede allo Stato, il rischio maggiore è legato al verificarsi di una situazione di insolvenza, da parte dello Stato emittente, nel pagamento degli interessi o del capitale investito (cosiddetto "rischio paese"). Un indice a cui si fa spesso riferimento per le valutazioni di investimento è il rating, un giudizio sintetico sulla solvibilità dell'emittente del titolo assegnato da agenzie specializzate indipendenti.
Il rischio di inflazione (per i titoli con scadenze più remote) e il rischio di cambio (per i titoli in valuta estera) potrebbero avere effetti negativi sul rendimento dell'investimento.
I costi legati all'acquisto di titoli di Stato in asta riguardano le commissioni spettanti agli intermediari per custodia degli stessi (è necessaria l'apertura di un conto titoli). Solo per i BOT sono previste commissioni di collocamento, che variano in base al valore nominale sottoscritto e alla durata del titolo.
L'acquisto sul mercato secondario, invece, comporta la commissione a favore dell'intermediario interessato allo svolgimento dell'operazione (più alta rispetto a quelle pagate in sede di asta).
Qualsiasi forma di reddito generata dai titoli di Stato è sottoposta a imposizione fiscale.
Il sottoscrittore di questo strumento di investimento vanta un diritto di credito nei confronti dello Stato emittente relativamente alle cedole maturate periodicamente e al capitale rimborsato a scadenza.
Tutte le caratteristiche del titolo sono chiaramente diffuse ai potenziali investitori tramite pubblicazione sul sito internet del MEF. Inoltre, i mercati regolamentati nei quali questi strumenti sono quotati garantiscono livelli elevati di trasparenza e certezza di esecuzione delle transazioni.
Un investimento consapevole necessita di attenzione alle proprie esigenze e va inserito in un'adeguata pianificazione finanziaria. Titoli con scadenze molto lontane possono offrire rendimenti più elevati ma sono potenzialmente soggetti a oscillazioni di prezzo e all'andamento dell'inflazione che potrebbe influire sul valore reale delle cedole e, soprattutto, del capitale a scadenza.
Va inoltre considerato lo stretto legame esistente tra rendimento e rischio. La ragione della differenza nei tassi di interesse tra titoli di Stato di diversi emittenti (spesso indicata con il termine "spread") è legata essenzialmente al rischio paese: più alto è il livello di questo rischio, più alti saranno gli interessi che lo Stato dovrà corrispondere sui propri titoli.
In finanza, il rendimento è la variazione percentuale del valore di un investimento in un determinato periodo temporale.
Se non diversamente specificato il rendimento è espresso in termini nominali, cioè senza tener conto dell'inflazione. In questo caso si parla, quindi, di rendimento nominale.
Se si depura il rendimento nominale dal tasso d'inflazione si ottiene il rendimento reale in un dato periodo. Un rendimento reale positivo indica che il valore reale dei nostri investimenti (il potere di acquisto dei nostri risparmi) è cresciuto, quindi, possiamo acquistare più beni e servizi rispetto a prima. Viceversa, un rendimento reale negativo indica una perdita di potere d'acquisto.