La contabilità mentale
La contabilità mentale è una trappola in cui è molto facile cadere. Gli esperti la definiscono come la tendenza a gestire i soldi in tanti conti mentali separati, a volte di diversa provenienza, e ciascuno destinato a uno specifico tipo di spesa: ad esempio, uno per la spesa alimentare, uno per le vacanze, uno per la pensione integrativa, uno per lo svago e uno per gli investimenti.
Quello che accade è che a ognuno di questi portafogli mentali tendiamo ad associare una diversa percezione del denaro: il valore che attribuiamo ai soldi varia a seconda della loro provenienza (ad esempio, stipendio, eredità), del mezzo di pagamento (contanti o strumenti di pagamento elettronici) e del contesto d'uso (ad esempio, spese quotidiane o vacanze). Questo ci porta a comportamenti irrazionali, come spendere con leggerezza per lo svago e, al contempo, essere iper-prudenti con i risparmi previdenziali.
È importante ricordare che il denaro è un bene fungibile: 50 euro hanno lo stesso valore, sia se provengono dai risparmi sia se vinti alla lotteria, e come tali dovrebbero essere impiegati secondo le stesse priorità che orientano la gestione di tutti gli altri soldi a nostra disposizione.
Un esempio tipico riguarda la gestione di debiti e risparmi: se paghi interessi del 5 per cento su un prestito e contemporaneamente possiedi un conto di risparmio al 2 per cento, la scelta razionale sarebbe non tenere distinti i due prodotti ma utilizzare i risparmi per estinguere il debito, salvo considerare eventuali costi di estinzione anticipata.
Essere consapevoli della contabilità mentale è il primo passo per gestire meglio il tuo denaro. Imparare a valutare ogni spesa e risparmio in modo oggettivo, senza lasciarsi influenzare dal contesto o dalla fonte di provenienza dei soldi, può fare la differenza tra scelte finanziarie razionali e decisioni impulsive.
Vuoi altri esempi di errori dovuti alla contabilità mentale? Guarda il video!