Bail-in

È buona abitudine mettere da parte un po' di soldi per i momenti di difficoltà, quando ne abbiamo la possibilità. Per le banche adottare questo comportamento prudente è un obbligo: devono mantenere una riserva di denaro per compensare le eventuali perdite, e proteggere il loro capitale. Serve a ridurre il rischio di fallimento, un evento che potrebbe avere gravi conseguenze per molte famiglie e aziende, incluse altre banche.

Può accadere che una banca esaurisca il capitale o lo abbia ridotto in modo significativo, e non riesca a ricostituirlo. È un problema grave, una vera crisi, che può farla fallire. Se ci sono le condizioni, però, un'autorità speciale, l'Autorità di risoluzione, può intervenire per risolvere questa crisi. Solitamente l'autorità di risoluzione cerca una banca cui trasferire le attività e le passività della banca in crisi in modo da proteggere depositanti e clienti. In taluni casi può essere tuttavia necessario ricorrere allo strumento del bail-in. Può esserti utile sapere cos'è e come funziona, soprattutto se vuoi investire in azioni o obbligazioni di una banca.

Il bail-in può essere usato anche per alcune società che offrono servizi di investimento. Per brevità però ci riferiremo solo alle banche.

Cos'è il bail in

Bail-in è un termine inglese che significa salvataggio interno. Ma perché "interno"? Perché i costi sono a carico degli azionisti, cioè i proprietari della banca; se necessario anche degli obbligazionisti, cioè i creditori della banca (le obbligazioni sono debiti per chi le emette); infine, se ci fosse bisogno, anche di chi ha depositi per oltre 100.000 euro. Si segue un preciso criterio, quello della rischiosità degli strumenti finanziari: chi ha investito in strumenti più rischiosi è chiamato prima degli altri investitori a sostenere le perdite.

Le azioni sono gli strumenti più rischiosi, seguiti dalle obbligazioni subordinate, dalle obbligazioni ordinarie non garantite e, infine, dai depositi.

Il salvataggio è interno perché non c'è alcun aiuto "da fuori", dallo Stato (bail-out). Lo scopo del bail-in è proprio evitare l'intervento statale, per due ragioni. La prima è che lo Stato userebbe denaro pubblico, quello che proviene dalle tasse: di fatto pagheremmo il salvataggio tutti noi cittadini. La seconda è evitare che la banca assuma rischi alla leggera pensando che "tanto se va male c'è lo Stato".

Il bail-in è stato introdotto dall'Unione europea nel 2014 ed è in vigore in Italia dal 1° gennaio 2016, dopo che il salvataggio di alcune banche europee in crisi è costato molto denaro pubblico ai rispettivi governi. Un organo europeo, il Comitato di risoluzione unico, ha il potere di ricorrere al bail-in per le banche più grandi; per le altre, invece, il potere è esercitato dalle singole autorità di risoluzione nazionali. L'autorità di risoluzione del nostro Paese è la Banca d'Italia.

Come funziona il bail-in

Dunque, abbiamo una banca in crisi perché le perdite hanno azzerato o ridotto di molto il suo capitale. L'obiettivo del bail-in è "assorbire" quelle perdite e ricostituire il capitale (ricapitalizzare).

Per primi vengono coinvolti gli azionisti: l'autorità di risoluzione riduce o azzera il valore delle azioni della banca per coprire le perdite. Gli azionisti, comunque, non possono subire perdite superiori a quelle che avrebbero avuto se la banca fosse fallita; in altre parole, possono perdere anche tutto il denaro investito, ma nulla di più.

Se il contributo degli azionisti non fosse sufficiente vengono coinvolti anche gli obbligazionisti. L'autorità di risoluzione converte le obbligazioni della banca in azioni (così il capitale aumenta) o, nei casi più gravi, riduce il loro valore (così i debiti calano). Prima lo fa con le obbligazioni subordinate; se non basta lo fa anche con le obbligazioni ordinarie non garantite. Come gli azionisti, gli obbligazionisti non possono subire perdite maggiori di quelle che avrebbero avuto in caso di fallimento.

Infine, se ci fosse ancora bisogno di denaro, viene coinvolto chi ha depositi superiori ai 100.000 euro nella banca, ad esempio somme in conti correnti o depositi a risparmio. Questi clienti perdono la parte eccedente i 100.000 euro; il resto lo conservano perché è protetto dal Fondo interbancario di tutela dei depositi.

Attenzione!

Dalla procedura sono esclusi:
  • i depositi fino a 100.000 euro (grazie ai fondi di garanzia dei depositi);
  • le obbligazioni garantite;
  • gli strumenti finanziari depositati nei conti titoli (escluse le azioni e obbligazioni della banca di cui abbiamo detto);
  • i beni custoditi nelle cassette di sicurezza.

Essendo esclusi, non perdono valore e non vengono convertiti in capitale.

Inoltre, il bail-in non ha alcun effetto sui prestiti concessi dalla banca.

Quando si usa

L'autorità di risoluzione può scegliere se usare il bail-in o altri tipi di intervento. Per intervenire, però, non basta che la banca sia in crisi. Infatti; devono verificarsi altre tre condizioni:

  1. la banca non è in grado di superare la crisi con interventi privati, ad esempio emettendo nuove azioni (aumento di capitale) o con l'acquisizione da parte di altri intermediari;
  2. la banca non può superare la crisi neppure con interventi dell'autorità di vigilanza (nel nostro Paese la Banca d'Italia), ad esempio con la rimozione della dirigenza e la nomina di amministratori temporanei;
  3. il salvataggio è nell'interesse pubblico: vuol dire che mantenere attivi i servizi della banca è necessario per evitare che il dissesto di una sola istituzione finanziaria, contagiando altre banche e altri intermediari, possa mettere a rischio la stabilità del sistema bancario dell'intero Paese.

Solo in queste circostanze l'autorità di risoluzione può intervenire e, nel caso, usare il bail-in.

Trovi maggiori informazioni sul bail-in sul sito della Banca d'Italia.

Consulta le FAQ per conoscere le risposte ad alcuni quesiti su aspetti specifici riguardanti l'applicazione delle regole sul bail-in e la tutela dei depositi.

In queste FAQ per semplicità parliamo di banche e crisi bancarie, ma le regole si applicano anche ad altri soggetti operanti nel mercato finanziario: le società che appartengono ai gruppi bancari e alcune società che offrono servizi di investimento.

Le risposte alle FAQ sono pubblicate solo per fini divulgativi e di educazione finanziaria

È la legge a prevedere come funziona il bail-in (vedi in particolare i decreti legislativi n. 385/1993, n. 58/1998 e n. 180/2015 e il regolamento UE n. 806/2014) e la Banca d'Italia non può fornirne che la propria interpretazione. La legge può essere interpretata in maniera differente da parte dell'Autorità giudiziaria (nazionale ed europea) ed è applicata anche da altri soggetti (es. Comitato unico di risoluzione, sistemi di garanzia dei depositanti).

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