La diversificazione ingenua
Quando investiamo siamo esposti a tantissimi rischi diversi. Sono inevitabili: anzi, senza quelli, non potremmo sperare in alcun rendimento!
I rischi vanno contenuti e per farlo una delle regole d'oro da applicare è diversificare gli investimenti. Diversificare significa suddividere gli investimenti in più attività differenti tra loro, evitando di concentrare tutti i nostri risparmi su un solo bene o su investimenti dello stesso settore economico. Così facendo non eliminiamo tutto il rischio, ma riusciamo a contenerlo e a conseguire rendimenti stabili.
La diversificazione si basa sull'assunto che i rendimenti degli strumenti finanziari hanno andamenti variabili che dipendono da tanti fattori, come il settore di appartenenza, le aree geografiche, le caratteristiche delle singole società. Ad esempio, in un certo anno alcuni settori (come quelli tecnologici, dei beni di prima necessità e di lusso) possono far registrare guadagni importanti e altri delle perdite. Inoltre, l'anno successivo la situazione si potrebbe capovolgere.
Avere un portafoglio diversificato può far sì che, se un anno alcuni investimenti non fanno registrare dei buoni rendimenti, possiamo contare sul fatto che altri in nostro possesso siano invece redditizi. Il rischio complessivo si riduce perché le perdite di una parte del portafoglio vengono bilanciate dai profitti di un'altra.
Per diversificare i nostri investimenti, quindi, è bene prendere in considerazione strumenti finanziari che abbiano caratteristiche varie e i cui rendimenti nel tempo abbiano andamenti differenti. Non soltanto titoli di Stato, ma anche azioni, obbligazioni, fondi comuni di investimento o altre attività riferite a società appartenenti a settori economici e paesi differenti, anche in valute diverse.
Se i rendimenti di due o più investimenti in un certo periodo si muovono nella stessa direzione si dice che sono correlati. Per una buona diversificazione gli strumenti in portafoglio non devono essere correlati tra loro. Una trappola comportamentale da tener d'occhio in questo caso è la cosiddetta diversificazione ingenua: consiste nel ritenere di aver diversificato adeguatamente il nostro portafoglio di investimenti, quando invece non abbiamo considerato con attenzione le caratteristiche degli strumenti in nostro possesso e ripartito adeguatamente i rischi ad essi connessi.
Esempio
Hai accumulato dei risparmi sul conto corrente e vuoi investirli per farli fruttare, senza esporti troppo: preferisci dei rendimenti contenuti, piuttosto che avere guadagni elevati con il rischio di incorrere in perdite che possono ridurre il tuo capitale. In prima battuta, pensi di acquistare un titolo di cui ti hanno parlato molto bene, ad esempio una obbligazione di una società di telefonia. Ma poi pensi che sia meglio suddividere i risparmi che vuoi investire in tre parti diverse: una parte la investirai nell'obbligazione della società che conosci, la seconda parte nell'obbligazione di un'altra società di telefonia e la terza parte in titoli di Stato. È una buona diversificazione? È corretto investire due terzi dei tuoi risparmi nello stesso settore e su due sole società? Il tuo portafoglio comprende strumenti tra loro veramente diversi?Aumentare il numero dei titoli su cui investiamo non basta per fare una buona diversificazione. Guarda il nostro video per approfondire il tema della diversificazione ingenua.